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Cara Simona, questo è un video che ho guardato più volte. Mi scuso per la lungaggine del pistolotto e per le parentesi.
Detto ciò, alcuni anni fa, preparando l'esame "filosofia del diritto" c'era una frase che ti riporto: " il diritto naturale trascende nel diritto positivo in modo immantinente". Ecco, l'AdE (nota la assonanza con ade🤣), usa l'ordinamento giuridico per comprimere anziché mescolare (salvo poi il pianto greco della politica sulla deriva delle aziende, sulla mancanza di industrie di dimensioni – come se la sartina dove si va stringere i pantaloni dovesse avere le dimensioni della Fincantieri – ma queste è un'altra storia e riguarda la struttura economica e sociale del Paese). Tornando sul tema. L'AdE non userebbe il principio della presunzione, principio tipico del diritto tributario, ma quello penale, ovvero: oltre ogni dubbio – per sanzionare. L'ordinamento giuridico si compone di diverse branche, ma non è che siccome sono codici "giuridici e compilativi" diversi siano sistemi chiusi ed auto sufficienti rispetto all'intero parco giuridico, altrimenti prende il nome di caz…ta. Storicamente gli ordinamenti tendono sempre a ricercare un certo equilibrio decisionale, per questo o quel motivo, ma quando chiamano una cosa con un nome diverso dal suo significato, finisce sempre con uno scontro. La ratio dell'ufficio finanziario non è la giustizia, ma la mungitura. Per contro il contribuente ha due vie, più o meno percorse: il confidenziale (alias il nero) oppure se ha un profondo senso di giustizia lascia il Paese, come intendo fare. Mi pare sia ciò che stà avvenendo. Se scorriamo il codice (compilativo) tributario In Italia, c'è il danno erariale causato dal contribuente ma, non c'è l'inversione dei soggetti, come se l'erario non causasse mai danni! Esiste l'errore (comportamento non voluto) erariale, non quello del contribuente. Il contribuente sbaglia, sapendo di sbagliare, perciò va educato …castigandolo.
Un ultima cosa, gli uffici dell'A.E&R (ufficio riscossore), almeno a Padova, sono presidiati da forze di vigilanza. Che ti dice questo? Visto che soldi non ce ne sono perché i contribuenti pagano con il bancomat!
Ci sono troppe cose fuori posto perché possa proseguire alla lunga, tipo una scrivania talmente inondata di cose fuori posto, che sospendi il lavoro per riordinare. Ciao.
Brava
….Simona i dati delle dichiarazioni irpef indicano il contrario di quello che dici. La scomposizione delle dichiarazioni dei redditi per contribuente mostra come oltre la metà (50,9%) dell'IRPEF sia carico dei dipendenti. Seguono i pensionati, che versano un terzo del totale (33,3%), e gli autonomi (12,7%), mentre il restante 3,1% arriva da chi ha altre fonti di reddito. (fonte itinerari previsenziali).
Quindi non c’e’ un pregiudizio contro gli autonomi/partite iva ma sono i dati a far emergere la profonda ingiustizia che gli autonomi/partite iva vivono sulle spalle dei dipendenti e dei pensionati.
Su un totale stimato di circa 6 milioni di autonomi regolari quelli che hanno presentato la dichiarazione dei redditi sono stati 2,24 milioni, corrispondenti al 5,4% dei contribuenti complessivi, che comunque versano il 12,7% dell’ammontare totale. In questo caso il primo insieme di contribuenti, vale a dire chi dichiara meno di 15mila euro annui, è formato dal 43,6% di tutti i lavoratori autonomi che presentano una dichiarazione dei redditi e versano appena l’1,82%. Il secondo gruppo, ovvero coloro i quali hanno redditi tra 15mila e 35mila euro l’anno, assomma il 30% e paga poco meno del 12% dell’IRPEF imputabile a questa categoria. In questo caso i grandi contribuenti, invece, sono poco più di un quarto (26,2%) e versano oltre l’86% dell’ammontare totale riferibile ai lavoratori autonomi.
POTEVANO AGGIUNGERE TRANQUILLAMENTE LADDOVE APPENA POSSIBILE ANCHE TRUFFATORI ED EVASORI , IN BUONA PARTE
paragonare un popolo che ha sofferto e sta soffrendo , a dei funzionari di un carrozzone politico e sta soffrendo definendoli terroristi non fa giustizia alla Tua intelligenza. Puoi fare di meglio. Mollo il canale. Peccato