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#drindrin con Alberto Forchielli e Michele Boldrin che vede come ospite speciale Andrea Benetton, un imprenditore agricolo modello.

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42 pensiero su “L’agricoltura che funziona. #finsubito agevolazioni”
  1. Boldrin sbagli sull'interpretazione dei contributi, che non sono sussidi! Vengono erogati per sostenere le esternalità positive dell'agricoltura. Se volete ne parliamo. Io ho sdudiato agricoltura in italia, ma lavoro in svizzera da 15 anni e conosco quindi anche questa realtà diversa dalla UE e dalla quale potremmo imparare. Partecipo volentieri alla discussione se volete. In pubblico o privato. Saluti!

  2. Sicuramente le aziende del signor Benetton sono un esempio di efficienza e ce ne vorrebbero molte di più nell'agricoltura italiana, però in questo dibattito la ragione è completamente dalla parte di Boldrin. Il signor Benetton, per quanto abbia dimostrato una grandissima disponibilità ed educazione, ha tirato fuori alcuni degli soliti argomenti triti e ritriti degli imprenditori agricoli italiani, 5 o 500 ettari che siano.
    Ogni volta che si sente parlare un imprenditore agricolo, il pil e l'export del settore vengono sempre ingigantiti a dismisura, un po' perchè è sempre forte l'immaginario di un'Italia che potrebbe campare di turismo e prodotti dop, un po' perchè in questi discorsi nel pil generato dall'agricoltura spesso vengono messi dentro anche industria agroalimentare (che centra poco con l'agricoltura, visto che le più grandi realtà italiane importano la maggior parte delle materie prime dall'estero) e un pezzo di turismo (gli agriturismi e i b&b che vanno a ingrossare i bilanci delle aziende agricole, ma non centrano niente con l'agricoltura).
    Altra cosa che secondo me è veramente inaccettabile è che ogni imprenditore agricolo (5 o 500 ettari che sia la taglia della sua azienda) tira sempre fuori la storiella della conservazione del territorio. Ma costoro credono che gli Italiani siano tutti scemi e non girino per le campagne italiane? Capannoni, silos e serre orribili che più che conservare, deturpano il paesaggio. E attaccato a quei capannoni e alle serre, a volte tra una serra e l'altra, spazi completamente abbandonati. Inoltre i discorsi dell'agricoltore necessario per conservare il territorio, sono esattamente come quelli del balneare necessario per tenere in ordine la spiaggia. Ma questi credono che in paesi dove esistono solo grandi fondi agricoli e non ci sono i balneari (esempio la Spagna) il territorio e le spiagge siano tutti deturpati? Ma questa è veramente presunzione da "Italians do it better" dove noi siamo er mejo e gli altri non valgono niente. In aggiunta, consiglio al signor Benetton, che parla tanto di conservazione del paesaggio, di informarsi un po' sui danni ambientali causati dalle monocolture estensive e invasive, tipo i vigneti in Veneto che a causa del riscaldamento climatico stanno poco per volta arrivando ad altitudini sempre maggiori, riducendo le aree boschive o i vigneti delle Langhe dove si sta cercando di modificare la disciplinare del Barolo per poter iniziare a impiantare vigneti anche sui versanti nord, con la conseguenza di eliminare gli ultimi baluardi di bosco rimasti (i versanti sud sono già totale monocoltura da anni)

  3. Come al solito, il fanaticone Boldrin con i suoi modi da maestrino bacchettino, da il suo contributo a rendere spiacevole questa live.
    Tutta la mia solidarietà al signor Benetton che, nonostante Boldrin, in live ha tenuto duro per più di un ora.
    A Boldrin darei in gestione per un anno una piccola azienda agricola, così finalmente si renderebbe conto di cosa significa fare l'agricoltore e di cosa è l'agricoltura.

  4. Sebbene a mio parere Michele abbia indiscutibilmente ragione, pensare di creare e portare avanti un movimento politico di un qualche successo in un paese come l'italia esprimendosi apertamente in questo modo su questi temi e' francamente utopico. Probabilmente andrebbe ascoltato l'appello di Fabio Scacciavillani di qualche giorno fa, sull'importanza della mediazione in politica.

  5. Scusate la domanda un po profana, ma quando si parla del piccolo agricoltore proprietari terriero che fa la fame di che reddito si parla all'anno? E anche quando si parla del grande imprenditore efficiente ecc, sembra che nessuno di questi sia ricco o guadagni molto. È una mia impressione, o se fosse realmente così non ci sarebbe nessuno a investire e lavorare nell'attività agricola ? Cioè che concezione viene usato quando si parla di non guadagnare molto, o di fare proprio la fame e sopravvivere solo grazie agli incentivi ?

  6. Mi stava piacendo la discussione, poi intorno all'ora di video l'ospite si è inalberato in maniera per me eccessiva. Guarda caso, quando l'argomento si è spostato sulla critica ai sussidi all'agricoltura…

  7. Tutto bene finché ognuno parla di quello che sa, poi si deve per forza diventare “uomo della strada” e parlare di “come fanno a fare tutto quel prosecco” senza evidentemente avere nemmeno le basi.

  8. Opinione personale:
    Da questa live emerge una profonda mancanza di conoscenza del settore da parte di tutti e 3 gli attori;

    Boldrin e Borchielli chiaramente conoscono solo alcuni numeri del settore ma è evidente che non sappiano quali siano le vere e concrete problematiche che hanno gli agricoltori e le medie-piccole imprese agricole(non Benetton che non rappresenta minimamente la realtà italiana).

    per discutere nel concreto evitando di cadere in continui luoghi comuni, come purtroppo è successo, è necessario che siano partecipi persone/tecnici che conoscano profondamente il settore;

    Faccio una serie di punti che mi hanno fatto riflettere:

    -Benetton rappresenta una grande(per il settore) impresa che però si occupa solo di una minima sottocategoria del mondo agricolo, e i benefici che ha come impresa non sono replicabili in altre imprese agricole che si occupano di sottocategorie differenti;

    -gli agricoltori non vivono di sussidi: i sussidi 'diretti' sono di importi veramente infimi (probabilmente rappresentano una grossa fetta economica di bilancio perché vengono erogati a tantissime persone, ma l'importo per il singolo imprenditore è veramente basso, non gli consente minimamente di pensare di viverci); i sussidi legati ad investimenti invece (attualmente con il PSR viene finanziato il 50% dell'importo a fondo perduto, escluso IVA) richiedono comunque un grande investimento da parte dell'imprenditore(almeno il 50%, oltre le altre spese che non vengono finanziate, cui va aggiunta l'iva) che sono chi ha voglia e capacità riesce a fare e non è molto diverso da quello che tantissime imprese di altri settori periodicamente riceve (il vostro parrucchiere, il panettiere e la fabbrichetta spesso hanno accesso ad iniziative economiche a fondo perduto che hanno lo stesso scopo di tentare di efficientare e sviluppare l'azienda in modo che possa continuare a produrre o incrementare la produzione)
    Io sono pienamente d'accordo al fatto che il sistema sussidi vada rivisto al fine di permettere alle aziende di essere più competitive, tecnologiche e quindi in grado di portare valore aggiunto.

    -le storielle romantiche, del duro lavoro ecc ecc non hanno senso mai, bisogna parlare di cose concrete; sostenerle significa togliere altro valore a questo settore.

    -la tassazione dedicata è un privilegio, vero, ma siamo sicuri che equipararla alle altre imprese possa davvero portare un beneficio al Paese? Intanto è importante paragonare le aziende con le aziende e non con la tassazione dei dipendenti(che rappresenta una fetta importante degli introiti)
    Ricordiamo che se è vero che le imprese agricole non pagano le tasse in base agli utili è anche vero che loro non portano i costi in bilancio;
    Se queste aziende avessero un bilancio come le imprese del terziario e potessero dedurre tutti i costi, siamo sicuri che rimarrebbero degli utili da tassare? Il senso è: di quanto aumenterebbero gli introiti per le casse dello stato rispetto alla tassazione attuale?

    -il probabile vero problema delle aziende agricole è il prezzo di vendita dei loro prodotti:
    Gli agricoltori sono in grande maggioranza dei produttori di materie prime/alimenti verso la GDO e verso i grandi trasformatori; il prezzo a cui vendono i loro prodotti (non per masochismo ma perché non hanno scelta) è veramente infimo! Si parla di 25cent/kg per le mele bio ai produttori di succhi, 40-50 cent/kg per l'uva da vino(escluse le nicchie come il prosecco e simili) 0,8-1€/kg per la frutta in generale che viene destinata al mercato del fresco; prezzi che poi i consumatori trovano triplicati o più quando vanno ad acquistare al dettaglio; quando un agricoltore che coltiva frutta, cereali, nocciole e simili, ecc l, a fine stagione si trova con il prodotto raccolto e con tutti i prodotti sostenuti deve decidere se svenderlo e cercare di rientrare dei costi o lasciar perdere tutto per sempre(sarebbe un bene se tutti lasciassero il settore e su dedicassero ad altro? Ma ad altro cosa?)

    La soluzione è consorziarsi? La soluzione è che tutti vendano al dettaglio? La soluzione può essrte lasciar morire tutte le piccole imprese agricole? Può essere creare delle tutele ai prezzi minimi? Ce ne sono altre più concrete?
    Per questo è importante che a parlare ci siano persone che conoscano e studiano il settore, altrimenti si parla male di cose che si conoscono peggio;

    Non è un post polemico ma uno stimolo a parlarne e voi che avete i mezzi per farlo dovreste capire che c'è interesse e seguirlo per portarci qualcuno che parli del settore in modo concreto

  9. Mi dispiace voler andare contro al Prof ma confermo quanto detto da Benetton, i piccoli agricoltori non vendono nemmeno se dovessero pagare delle cure salvavita. Ne ho discusso con una ventina di viticoltori soli qualche settimana fa. Se poi vuol toccare con mano lo aspetto a Valdobbiadene

  10. Apprezzo la passione di Andrea e non vedo l'ora di seguire il prossimo dibattito. Simpatizzo però con le osservazioni di Michele. È legittimo chiedersi se gli incentivi hanno ancora senso, che cavolo. Come in tutti i settori.

  11. Dobbiamo compensare e finanziare noi l'inefficienza delle piccole aziende pagandogli i sussidi? Questo credo si rifletta sul costo finale per di più
    Nessuno gli vuole male e nessuno pensa debbano sparire, però credo si possa avere una gestione capillare del territorio anche attraverso aziende grosse che accorpano aziende più piccole. E' brutto da dire ma questo è dovuto proprio alla non conoscenza, alla mancanza di studi e alla mancanza di incentivi ad accorparsi. I sussidi risultano essere un non-incentivo a fare meglio

  12. "Senza sussidi i prezzi per il consumatore finale aumenterebbero". È cosi che la pensa la maggioranza degli italiani. Senza corsi di economia e di edicazione finanziara dalle elementari non cambieremo nulla

  13. Io sono cinico come Michele, ma vi dico che ha ragione andrea. Piuttosto che vendere un ettaro dei suoi avi ci muore sopra e rovinano il loro reddito da lavoro dipendente per gestire il loro ettaro di proprietà.

  14. Quando Boldrin ha imbucato la strada di "i sussidi alzano i prezzi" mi ha un po' perso, vorrei vedere una discussione più approfondita (capisco il meccanismo, non mi convince sia così rilevante).
    Però anche in Benetton ho visto quello che credo sia IL grande problema del rapporto tra italiani e spesa pubblica: la credenza che il sussidio debba ricompensare chi fa cose "belle". Il cinema, il treno comodo, l'agricoltura. Il sussidio in Italia non serve a ovviare il fallimento di mercato con esternalità, ma a premiare "chi se lo merita" (scelto su base politica e non tramite il mostruoso mercato). Togliere il sussidio è quasi un'offesa ("perché punire l'agricoltore bravo?").

  15. Beh, da questa discussione è emerso un assunto di cui, per mia ignoranza sull'argomento, non ero a conoscenza :
    L'impresa agricola è in perdita di per sé, come stato naturale.
    Sennò non si spiegherebbe questa considerazione di scontatezza nel dover ricevere IL sussidio come un fatto indiscutibile.
    Dirò una cosa probabilmente scontata, cercando di trovare una motivazione, se ipotizzo che: dato che degli alimenti derivanti dall'agricoltura non se ne può fare a meno per il sostentamento dell'essere umano, ma produrli è un'attività in perdita a priori, si debbano prevedere volente o nolente, dei sussidi.
    Perché se così non fosse, allora il ragionamento del signor Andrea e di tutti coloro che difendono i sussidi, non avrebbe senso.

  16. Ho seguito le discussioni degli ultimi mesi di Forchielli e Boldrin sui vari temi e le ho trovate interessanti e ben strutturate fino a quest'ultima: mi ha deluso tantissimo Boldrin perchè va a discutere di un settore importantissimo, come quello agricolo, che evidentemente non conosce e si dimostra, come tanti professori che vogliono fare politica, lontano dalla realtà e rigido su dei principi economici. Principi che possono essere giusti in astratto, ma poi bisogna calarli nella realtà e considerare tutte le implicazioni che comportano. Parlare dell'agricoltura in Italia evidenziando solo i sussidi e le agevolazioni senza parlare di come è strutturato il mercato, il quale porta a riconoscere al contadino una remunerazione molto bassa preminado invece i grossisti e i distributori, non mi sembra corretto e professionale. In questa discussione poi viene fatto un cenno sul prosecco, anche qui senza conoscere la materia, lasciando intendere che sul mercato ce ne sia molto di più di quello che si produce: Il controllo sui volumi di produzione del prosecco vi assicuro che è molto rigido e va dalla quantità di uva prodotta nei vigneti alla quantità imbottigliata.

  17. Ni vedo molto d'accordo con Andrea B. su quanto detto al min 46:00 ormai il cittadino medio privilegiato di oggi si gode il paesaggio senza fare nulla sfruttando tempo e fatica di chi lo mantiene perché fuori dal portoncino di casa è sempre compito dello stato.

  18. Molti anni fa un deputato di collegio di campagna della Francia orientale (zona Lorena e allora partito socialista), mi disse " in tutta onestà qualunque agricoltore medio piccolo europeo non specializzato e sussidiato è di fatto un dipendente pubblico con il vero scopo di preservare un certo tipo di paesaggio europeo a cui tutti noi siamo legati e che non è ne' un paesaggio veramente "naturale" ne' in gran parte economicamente sostenibile senza aiuti , converebbe importare derrate agricole generiche al di là delle produzioni di nicchia " . Con la mia attuale esperienza girando aziende agricole per il settore biogas confermo totalmente questa ipotesi..

  19. 46:00 posso dire, per quello che so io, in trentino la situazione è più o meno simile. O comuni appaltano i lavori si sfalcio erba delle strade comunali ai contadini per esempio. Mentre nelle strade comunali di campagna non vi è praticamente manutenzione e regna l' anarchia. Quando cade un albero è il contadino che interviene di persona o contatta i vigili del fuoco volontari e il comune. In Südtirol, non sono sicuro, ma credo che gli allevatori che ricevono contributi provinciali abbiano precisi obblighi per quanto concerne la pulizia dei prati.

  20. Al minuto 1:15:00 circa, Andrea da in realtà un ottimo motivo per l' abolizione del sussidio. Infatti, il sussidio genera un flusso di reddito che dipende dal fatto di essere proprietario di appezzamenti di terreni e non dalla qualità di questi. Per cui se vogliamo garantirci ancora una buona qualità dei terreni, dobbiamo abolire i sussidi, che sono di fatto un disincentivo ad investire nel miglioramento della loro qualità, lasciando che gli agricoltori ottengano tutto il loro flusso di reddito dal miglioramento della qualità

  21. ci sono aziende in pianura padana che lavorano con le stesse tecnologie (mungitura automatica, biogas, energia, prodotti secondari) e gli stessi principi, pur non essendo così grandi. Quindi una via è possibile, bisogna capire come favorirla. Quanti sanno che parte dell'anidride carbonica utilizzata nelle bibite gassate viene prodotta dalla fermentazione delle deiezioni animali?

  22. Il sig. Benetton non accetta il discorso di togliere i sussidi..
    Il piccolo agricoltore senza sussidi avrebbe abbandonato la terra da decenni, perché le sue pratiche non rendono. E Boldrin non propone di togliere i sussidi per una questione morale, ma di efficienza economica..

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