35 avvisi di chiusura indagini nel Torinese

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La Direzione Distrettuale Antimafia del Piemonte ha messo in atto una vasta operazione contro la presenza della ‘ndrangheta nella provincia di Torino. Attraverso l’emissione di 35 avvisi di chiusura delle indagini, l’inchiesta ha rivelato una serie di legami criminali che coinvolgono politici, imprenditori e membri delle potenti ‘ndrine, in particolare le famiglie Nirta e Pelle, attive nel territorio di San Luca. La situazione pone in evidenza il bisogno di un costante monitoraggio delle infiltrazioni mafiose e delle loro strategie per operare in ambito economico e sociale.

La figura di Roberto Fantini: il nodo imprenditoriale

Tra i nomi di spicco emersi negli avvisi di chiusura c’è Roberto Fantini, noto imprenditore e ex amministratore della Sitalfa, un’azienda impegnata nella manutenzione dell’autostrada del Frejus, in Valle di Susa. Le accuse contro Fantini sono serie: secondo l’accusa, avrebbe agevolato aziende legate alla ‘ndrangheta, fornendo loro appalti e opportunitĂ  lavorative significative. Gli investigatori hanno delineato un quadro in cui gli appalti pubblici venivano pilotati per favorire in modo diretto gli interessi delle organizzazioni mafiose.

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Il coinvolgimento di Fantini nella vicenda rappresenta un chiaro esempio di come le reti di connessione tra imprenditoria e criminalitĂ  organizzata possano compromettere il tessuto economico locale. La ricostruzione degli investigatori ha fatto emergere un sistema articolato, in cui rapporti di fiducia e favori reciproci contribuivano a legittimare la presenza della ‘ndrangheta nell’economia torinese. La gravitĂ  di queste azioni non si limita all’aspetto finanziario, ma si estende al rischio di destabilizzare l’intera comunitĂ  attraverso pratiche di corruzione e manipolazione dell’ordine pubblico.

Le operazioni della ‘ndrangheta a Brandizzo

Un altro punto critico delle indagini è emerso a Brandizzo, dove è stata identificata una cellula della ‘ndrangheta con collegamenti diretti alle famiglie Nirta e Pelle. Questa rete criminale non si limitava solo a operazioni fraudolente nel campo dei lavori pubblici, ma si dedicava anche al controllo sociale del territorio. Le intimidazioni e le alleanze strategiche rappresentavano strumenti fondamentali per mantenere un potere con il quale esercitare pressioni su imprenditori e cittadini.

Gli inquirenti hanno rilevato come la ‘ndrangheta avesse disposto di un’impronta significativa nel tessuto sociale di Brandizzo, influenzando non solo le dinamiche economiche, ma anche la vita quotidiana della popolazione. Attraverso il mantenimento di un clima di paura e ritorsione, queste organizzazioni hanno potuto operare con impunitĂ , installando un sistema di sottomissione teso a frenare ogni tentativo di opposizione. Nella comunitĂ , la percezione di una struttura mafiosa estremamente radicata ha portato a una sottovalutazione delle potenzialitĂ  di resistenza e denuncia da parte dei cittadini.

La figura di Salvatore Gallo e il coinvolgimento politico

Un altro nome menzionato tra gli indagati è quello di Salvatore Gallo, descritto come esponente del Partito Democratico e presidente dell’associazione Idea-To. Anche se non sono state avanzate accuse di reati di stampo mafioso nei suoi confronti, Gallo è stato accusato di violazione della legge elettorale del 1960. Durante le elezioni amministrative del 2021, avrebbe cercato di ottenere voti per una sua candidata tramite promesse di cure mediche e interventi chirurgici rapidi per i cittadini in difficoltà.

Questo episodio, pur non essendo direttamente collegato alla ‘ndrangheta, ha sollevato preoccupazioni circa la genuinitĂ  delle pratiche elettorali e ha avuto un impatto negativo sull’immagine del partito. La presenza di figure politiche vicino a soggetti indagati per legami con la mafia alimenta sospetti e genera atmosfere di sfiducia tra i cittadini. La vicenda di Gallo è esemplificativa di come l’infiltrazione mafiosa possa non solo intaccare l’economia, ma anche compromettere la credibilitĂ  delle istituzioni democratiche.

Nuovi sviluppi nella lotta alla ‘ndrangheta in Piemonte

L’operazione della DDA rappresenta un punto di svolta nella lotta alla ‘ndrangheta, evidenziando come la criminalitĂ  organizzata abbia saputo radicarsi in Piemonte. Negli ultimi anni, la regione ha visto un incremento di operazioni contro le mafie, con l’obiettivo di smantellare le reti di potere che hanno cercato di appropriarsi delle risorse pubbliche e di influenzare la vita politica locale.

Gli sviluppi di questa inchiesta continueranno a essere monitorati attentamente, poiché possono avere ripercussioni significative sulle dinamiche locali e sugli equilibri di potere. La DDA si prepara a proseguire le indagini, mentre cresce l’interesse della comunità per un tema che riguarda la sicurezza e la trasparenza del territorio. La presenza di elementi mafiosi è una piaga che richiede un fronte unito da parte delle istituzioni e dei cittadini per essere debellata, rendendo imperativa la cooperazione tra diversi attori sociali.

Ultimo aggiornamento il 21 Gennaio 2025 da Donatella Ercolano

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