Regione Marche, approvato il Programma annuale per l’occupazione e la qualità del lavoro

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L’obiettivo è dare continuità alla strategia 2024, le risorse a disposizione per gli interventi ammontano a oltre 81 milioni di euro

Dare continuità alla strategia già intrapresa nel 2024, rafforzandone le linee prioritarie di intervento, consolidando i meccanismi di governance e di concertazione alla base della programmazione e attuazione delle politiche. Con questo obiettivo la Giunta regionale ha approvato il Programma 2025 per l’occupazione e la qualità del lavoro, documento annuale che poggia sul Piano triennale 2024/2026 per le Politiche attive del lavoro.  “Recependo lo spirito del Piano triennale che intende promuovere la ‘cultura del lavoro di qualità – spiega l’assessore regionale al lavoro, Stefano Aguzzi – la strategia di intervento del Programma annuale 2025 sarà finalizzata a consolidare le condizioni di contesto per un’occupazione che sia più corrispondente ai fabbisogni segnalati dal sistema produttivo regionale, anche attraverso il rafforzamento della filiera dell’istruzione, della formazione e del lavoro, in particolare focalizzandosi ulteriormente lavoro sui soggetti ritenuti più vulnerabili del mercato del lavoro, individuati nelle donne, nei giovani, soprattutto NEET, nelle persone con disabilità, nei cosiddetti “over”, cioè coloro che perdono l’occupazione in età avanzata”.

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Il Programma 2025

Partendo da un’analisi del contesto economico e del mercato del lavoro regionale, il Programma 2025 definisce gli interventi che saranno operativi nel 2025, sia quelli che rappresentano un proseguimento di misure già avviate nel 2024, sia quelli di nuova attivazione e descrive quelle azioni di sistema che sono strumentali all’attuazione di detti interventi. “Gli interventi a cui si intende dare continuità – continua Aguzzi – sono quelli per la creazione di impresa, le borse lavoro e di ricerca, i tirocini per gli uffici giudiziari, gli incentivi per l’occupazione, o il Programma GOL che rappresenta un modello cooperativistico pubblico-privato nella gestione delle politiche del lavoro. Misure tutte che negli anni scorsi hanno già dimostrato la loro efficacia in termini fisici e finanziari. Hanno invece connotazioni innovative interventi a sostegno di processi di workers buyout o la costituzione del Fondo nuovo credito che erogherà piccoli prestiti a tasso agevolato alle micro, piccole e medie aziende, ai liberi professionisti e alle cooperative nate da processi di workers buyout per la creazione di nuove realtà aziendali produttive o di servizi e per la nascita start up innovative”.

Formazione professionale 

Nel settore Formazione professionale, orientamento e aree di crisi, si rinnovano attività per la formazione continua, per i percorsi IFTS, ITS e attività integrative per percorsi IeFP per favorire il raccordo e l’integrazione tra istruzione, formazione, università e imprese. A tali interventi nel 2025 si aggiungono percorsi formativi biennali delle quattro Fondazioni ITS Academy, allo scopo di assicurare una formazione sempre più vicina ai bisogni delle imprese. L’impegno finanziario relativo agli interventi previsti per l’anno 2025 ammonta a € 81.469.225,54. Questa somma vede il concorso di fondi provenienti da differenti fonti di finanziamento a livello comunitario, nazionale e regionale sulle varie politiche del lavoro e della formazione. “Mentre fino al 2024 la principale fonte di finanziamento delle politiche del lavoro e della formazione è stata rappresentata dal PR FSE+2021/2027 e dai residui del Programma operativo complementare 2014/2020, oltre che dai singoli Programmi attuativi del PNRR – chiarisce Aguzzi – nel 2025 entrerà a pieno regime l’attuazione delle linee di intervento dell’Accordo di coesione Fondo di rotazione, e l’utilizzo delle risorse del cosiddetto ‘Piano Menziani’. Quanto al primo, il Fondo di rotazione mette a disposizione delle politiche del lavoro e della formazione nell’arco temporale 2024/29 complessivamente € 33.201.198,98. Questo Fondo di rotazione poggia sul principio del definanziamento delle risorse afferenti ad una annualità del cronogramma finanziario non spese entro la fine dello stesso anno. Il 2025 – conclude l’assessore – sarà l’anno della revisione di metà periodo del PR FSE + 2021/27, con la possibilità di riprogrammare risorse e misure, sulla base dei risultati conseguiti fino ad oggi, e il piazzamento delle Marche, nel 2024, nella prima posizione tra le Regioni italiane per il livello dei pagamenti, grazie soprattutto all’andamento delle politiche del lavoro e della formazione, rappresenta uno stimolo a proseguire sulla strada già intrapresa”.

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CALCIO Saverio Sticchi Damiani “Con la cessione di Dorgu si creano le basi per il futuro del Lecce” A conclusione della sessione di calcio mercato in cui per il Lecce si è registrata la cessione più lucrosa della sua ormai centenaria storia la società ha indetto una conferenza stampa nel corso della quale ha preo la parola prima di il presidente del Lecce Saverio Sticchi Damiani, ed anche per lui nel corso degli ultimi giorni, per la precisione a Parma, dobbiamo registrare un primato storico: Sticchi Damiani ha infatti superato per vittorie conquiste nel massimo campionato italiano, dopo quella di parta sono 31, sia Mario Moroni (30) che Franco Jurlano (29). “Volevo fare il punto sullo stato di salute del club, parlando soprattutto di numeri, debiti, verità. Chiedetemi pure tutto su qualsiasi cosa non sono chiaro, la nostra trasparenza è massima. C’è quest’idea che si dà un messaggio e se ne cela un altro, cosa sbagliatissima. C’è con me Tamborrino del collegio sindacale che potrà riprendermi se dico qualche inesattezza. Parto dall’aspetto economico, per chi vede il calcio in modo più romantico, cosa alla quale tengo tantissimo, ci sarà anche lo spazio in coda. Partiamo dall’operazione Dorgu che ha i caratteri della straordinarietà. E’ la nostra cessione record ed avviene nel nostro momento di grandissima salute economica. Qualcuno ha voluto parlare di criticità, che ci sono state ma in passato con il Covid sul cui risanamento tornerò dopo. Non era un’operazione prevista, non è stata fatta per colmare criticità del passato. Ci porta ricchezza sotto tutti i punti di vista e possibilità di fare investimenti tecnici e strutturali. Più volte abbiamo detto che Dorgu non sarebbe partito a gennaio, ed ora spiego perché è accaduto il contrario. Poi è arrivato il Manchester United, che si è fatto sentire con noi e con l’entourage del ragazzo ricevendo da noi una risposta ufficiale che vi lascio qui, in cui dicevamo che non avevamo intenzione di lasciar partire Dorgu a gennaio. E non parlando di cifre, non chiedendo rilanci. Questo, anziché stoppare lo United, ha sortito l’effetto opposto. Il Manchester ha così insistito, noi abbiamo chiesto più volte di rinviare il tutto in estate, promettendo anche al giovane che non avrebbe perso l’opportunità. Anche per noi era uno step storico, solo volevamo farlo a luglio. Gli inglesi ci hanno comunicato la loro volontà, del club e del suo allenatore, di immediatezza. C’è stato un aut-aut, o adesso o mai più, dando questo messaggio anche allo stesso calciatore. Dorgu non si può giudicare, hai 20 anni e ti arriva il Manchester United con un’offerta del genere. L’insieme di questo fattori ci ha portato a pensare che dalla coerenza saremmo passati ad un impuntarsi stupido. Ora parliamo del reinvestimento delle risorse. C’è preoccupazione che quest’introito vada ad un precedente risanamento frutto della retrocessione in B sommata ai due anni cadetti di Covid i quali ci hanno portato un -27. Calcio e Finanza ha fatto un articolo su un documento ufficiale, ma lo ha fatto nei giorni dell’addio di Dorgu. Questo per dire che il ripianamento del -27 sarebbe arrivato a prescindere dall’ultimo acquisto tramite tre plus di bilancio di fila. Quindi gli introiti di Dorgu vanno al di là del ripianamento. Si è parlato di debiti, che io ho detto siano stati azzerati. Ed è una grande verità. Ci sono delle passività che vanno a bilancio, come la svalutazione dei calciatori, che però non sono soldi che devi a qualcuno. Semplicemente influiscono su quel -27 che ripiani con tre bilanci positivi di fila, come stiamo facendo a prescindere dalla plusvalenza di Dorgu. Ora, questo non vuol dire che il giorno dopo aver ceduto Dorgu buttiamo 30 milioni sul mercato, non è così che fa il Lecce. Noi dobbiamo continuare a prendere giocatori a 2 per formarli, andando ovviamente ad accrescere l’aspetto delle possibilità. Un altro aspetto: nessuno dei soci ha mai preso 1 euro. Abbiamo investito 26 milioni per la nostra scalata, cosa che ha fatto anche il Napoli investendo e poi dando sostenibilità ad una società strutturata. E’ così che un certo tipo di società fanno calcio. Noi abbiamo fatto un regalo al territorio, investendo soldi privati che qui non è facile reperire. Le aziende locali come sponsor tramite Confindustria sono riuscite a sommare 27mila euro, quest’anno la Camera di Commercio ha provato a fare lo stesso per acquistare uno skybox da 50mila euro tramite aziende locali e non ci è riuscita. Noi invece abbiamo investito 26 milioni nel Lecce, facendo una scalata che non era scontata. C’è chi ha speso 70 milioni ed è ancora in C. Sostenibilità non vuol dire che non si investe, ma che si generano ricavi reinvestiti”. Il tifoso non c’entra nulla, perché girano numeri a casaccio. Ad esempio sugli innesti. Parliamo di cifre reali che entrano nel club, per Pongracic sono entrati 10 milioni e per Gendrey poco più di 6. Si riduce di parecchio. Grazie al lavoro dei direttori abbiamo fatto cessioni importanti, incassando escluso Dorgu 40 milioni effettivi, spendendone 42. Però io so che quei 42 diventeranno 200. Il tifoso sbaglia perché ha numeri sbagliati, c’è chi dice che ci mettiamo i soldi in tasca. Affrontiamo questo tema, perché ai tempi di Semeraro si ruppe tutto dicendo che se li intascavano anche se avevano in realtà perso 100 milioni. Il tifoso può stare tranquillo, i soldi di Dorgu verranno reinvestiti. E’ un tema che verrà sgomberato. Abbiamo fatto un accordo con l’Ordine dei commercialisti e metteremo a disposizione un professionista per ogni curiosità che i tifosi possano avere. Dorgu verrà pagato in 5 anni, perché anche i grandi club come il Manchester United chiede le rateizzazioni. Quindi noi ora ci troviamo a giocare un campionato sudatissimo, è una bella stagione, sono carico in questo momento storico. Dobbiamo stare tutti uniti, guardare a Parma quanto abbiano inciso i tifosi”. Io credo che sul mercato le abbiamo provate tutte. Io credo che abbiamo fatto un mercato da Lecce, spendendo 2 milioni per giocatori validi. Magari se lo stesso giocatore viene pagato 8 il tifoso è contento. Pensate a Pierotti, lo scorso anno si diceva non avessimo fatto abbastanza perché avevamo acquistato lui a 1,2 milioni. Se oggi me lo chiedono a 8 milioni io non lo do, quindi credo che per quelle che sono le nostre possibilità e caratteristiche il Lecce provi sempre a fare il massimo. Ovviamente siamo in piena regola anche con i rapporti con il fisco. Sui costi delle cessioni sono tanti gli aspetti ad influire ed è giusto parlarne. Prendiamo ad esempio Gendrey, perché giocatori così li puoi avere a zero come fatto da noi se poi fai degli accordi come riconoscere percentuali future al club che te lo cede ma anche agli intermediari che possono aver favorito la trattativa. Sono tanti gli aspetti da prendere in considerazione. Poi non dimentichiamo che ci troviamo in una Serie A complicatissima, con di fronte club che investono cifre importanti come Como, Parma e non solo. Non dimentichiamo che si è parlato tanto di fair play finanziario, un tetto che noi ci siamo auto imposti perché è importante per stare in salute come club. Siamo stati criticati perché parliamo del centro sportivo magari dopo una sconfitta. Non dobbiamo farci trascinare dal risultato del momento, un club come il nostro deve convivere con la sconfitta. Non dobbiamo fermarci all’oggi, serve visione a lungo termine. Non so perché il centro sportivo sia stato preso in antipatia da alcuni, io non mi stancherò mai di sottolineare invece l’importanza di alcune cose perché sono sintomo di salute e lungimiranza. Il centro sportivo ti porta meno infortuni, quindi punti. E’ importante e non dobbiamo farci prendere troppo dalle difficoltà del momento”.