“È un luogo dove ci si ricongiunge con sé stessi. Magari ci nasci, magari ci arrivi dopo aver viaggiato in tutto il mondo… ma a Monteverdi Marittimo trovi serenità, tranquillità, un incedere lento che ti cattura. Ci si innamora del territorio. E non si va più via”. Morena Concari è lombarda ed è arrivata in quest’angolo di Toscana per caso, nel 2017, cercando un buen retiro per lei e il marito. “Un collega di lavoro aveva acquistato casa in questo paesino. Non l’avevamo mai sentito nominare… non è certo sulle mappe turistiche, Monteverdi!” sorride.
Può sembrare impossibile, ma esiste anche una Toscana meno vista, meno appariscente, meno frequentata. Quella dell’entroterra pisano e di Monteverdi – oltre ottocento abitanti e due abitati principali (il paese omonimo e la frazione di Canneto, un gioiellino) – è una di queste. “Siamo in Val di Cecina, tra Bolgheri e San Vincenzo da una parte e le terre geotermiche di Larderello dall’altra” spiega Concari. “Un territorio forse meno scenografico di altri, ma ideale per chi cerca la qualità della vita. Quando sono arrivata, ho trovato subito grande accoglienza e animazione. E ho deciso di impegnarmi anch’io per la comunità”. A giugno 2024 è diventata Consigliere comunale, con deleghe al turismo, alla cultura e al bilancio. “E tra le tante idee mi è subito venuto in mente di dare risalto all’imprenditoria femminile, che è molto presente sul territorio”. Detto fatto, è nato il progetto “Oltre l’orizzonte… una donna”, che riunisce 16 imprenditrici che lavorano sul territorio. “La Camera di Commercio di Pisa ci ha aiutato e per la prima volta 16 donne si sono presentate tutte insieme al pubblico, facendo rete, conoscendosi, scambiando esperienze. Sono donne che hanno alle spalle storie diverse, spesso di sacrifici e di fatica, ma accomunate da resilienza, da forza d’animo, spesso da un entusiasmo travolgente. Ne è scaturito subito un progetto benefico natalizio comune, con una lotteria per raccogliere fondi per le due realtà assistenziali del territorio”. Concari è certa che da questa rete nasceranno idee, progetti innovativi, “sogni più grandi”. “Chi l’ha detto che l’orizzonte è un limite?” sorride.
Per capire meglio come si lavori a Monteverdi Marittimo, borgo certificato con la Bandiera Arancione dal 2023, e che cosa significhi fare rete sul territorio, abbiamo intervistato quattro di queste donne, che ci hanno raccontato la loro attività e i loro progetti. Trovate sotto le loro storie. Per non fare torti a nessuno, citiamo anche le altre 12 protagoniste del progetto: imprenditrici agricole sono Giulia Ciccalini (Azienda agricola Podere Sant’Emirena); Sonia Fareducci (Azienda agricola Rivivo in Toscana); Giulia Paoletti (Azienda agricola La Grottina); nel campo della gastronomia troviamo Oriana Francini (Le Terre di Toscana, che è anche residenza alberghiera) e Monia Grassi (Nella cucina della gatta). Stefania Malquori è impegnata nel settore dell’allevamento cani; Marzia Fabbri e Rosanna Faetti sono parrucchiere, mentre Sabrina Senesi è geometra e ha uno studio di progettazione (SPS); Cristina Venturi una tabaccheria. Infine Cristiana Mele è una scrittrice e Viola Vivarelli una consulente e motivatrice.
Bruna Carvalho, La Gualda Vecchia
Bruna Carvalho non aveva mai pensato di vivere in Toscana. “Sono nata in Brasile, poi ho vissuto nel nord Italia, a Zurigo, a Roma…” spiega. “Nel 2020 insieme alla mia famiglia ho iniziato a dare concretezza al sogno di una vita, quello di un casale in campagna per stare più a contatto con la natura e recuperare ritmi dimenticati in città. Ma la Toscana era proprio fuori dai pensieri: nella mia ignoranza, la associavo solo a cipressi, colonie di tedeschi e prezzi fuori budget!” ride.
Il destino ha voluto altrimenti: trovato per caso un casale perso tra i boschi di Monteverdi Marittimo, è stato un colpo di fulmine. “Il potenziale di questo territorio è incredibile” racconta Carvalho “siamo stati estremamente fortunati: una Toscana ancora selvaggia, con tante realtà imprenditoriali che non ci saremmo mai sognati di incontrare. E una comunità che ci accolto con il sorriso”. Rimboccate le maniche, nel vecchio podere La Gualda Vecchia sono stati creati due grandi appartamenti a uso turistico, poi un giardino emozionale, poi ancora una spa con sauna a botte e docce emozionali, e ancora una yurta mongola immersa nel verde, dove organizzare eventi olistici e lezioni di yoga. “Non che io avessi alcuna di queste idee, quando siamo arrivati” sorride Carvalho “è stato un flusso naturale, come se la natura del luogo mi avesse guidato. Quella che c’è sempre stata è la voglia di autenticità e di rispetto delle radici: materiali e artigiani sono tutti locali, così come artisti e produttori. Così come c’è sempre stato il desiderio di condividere il nostro lavoro con la comunità, per esempio con le scuole: mi piacerebbe molto portare i ragazzi in visita al giardino, spiegare perché abbiamo piantato alcuni alberi resilienti, far esplorare i nostri percorsi d’arte”.
Carvalho ha molti progetti, tra cui un anfiteatro dove realizzare eventi, piantare alberi da frutto, incrementare le attività yoga, “idee ne abbiamo per i prossimi vent’anni!”. Magari insieme a qualcuna delle donne conosciute attraverso la rete “Oltre l’orizzonte”. “Sono stata molto felice che qualcuno mettesse in piedi qualcosa di innovativo. E non mi aspettavo le tante storie che ho ascoltato, è stato emozionante! Mi auguro che la rete continui a svilupparsi, spesso l’imprenditore è impegnato a guardare al suo lavoro senza avere uno sguardo d’insieme sul territorio, quindi avere la possibilità di scambiare esperienze è davvero una grande ricchezza“.
Liana Filippi, Fattoria le Ginestre
Liana Filippi, invece, il territorio di Monteverdi Marittimo già lo conosceva bene. “Sono nata vicino, a Donoratico, vivevo a Cecina, qui a Monteverdi Marittimo c’era il podere dei nonni” spiega. “Anche se facevo la pallavolista professionista, ci venivo tutti i giorni per stare con i cavalli e con i cani. Fino a un momento in cui ho deciso di smettere l’attività sportiva e diventare imprenditrice agricola…”. Il legame con la campagna è quindi fortissimo. “Io ho un legame di sangue con questa terra, innanzitutto: mi ricordo sempre che i miei nonni ci si sono sfamati, grazie a questo podere, mia nonna aveva 16 fratelli… e poi ci sono le luci, i profumi, i momenti per cui non sceglieresti di vivere in nessun altro posto. Quello che preferisco è quando riesco a passare le mattinate con le capre nel bosco, senza parlare con nessuno!” ride.
Filippi alleva capre un po’ per caso: “a mio papà avevano regalato due caprette, io mi sono innamorata di questi animali, che piano piano sono diventate 6, poi 16, poi 26, poi 60… Allora ho messo in piedi un laboratorio e iniziato a fare il formaggio. Ed è stata un’avventura: perché tutti qui chiedevano pecorino, nessuno è abituato al formaggio di capra. Ma piano piano mi sono fatta una clientela, non ho grande concorrenza in questa zona e riesco a portare i miei formaggi fino al Grossetano e alla Versilia“. Da una cosa nasce l’altra e alla Fattoria le Ginestre sono arrivate anche mucche, degustazioni con prodotti del territorio e quest’anno pure un glamping (“sperando che arrivino questi benedetti permessi”), quattro strutture in legno e pvc, rialzate da terra, con un bellissimo panorama sulle colline, strutture cui Filippi pensava da anni. “Sono soddisfattissima ma anche un po’ stanca, speriamo che si riesca a portare a regime tutto” commenta.
Anche per lei il territorio ha un grande potenziale. “Monteverdi è ancora incontaminato, ci sono tante possibilità per stare all’aria aperta, camminare con cani e cavalli... E sviluppare progetti, i giovani del luogo avrebbero bisogno di capirlo di più e crederci di più!” commenta. “Con alcune donne imprenditrici ci conoscevamo, con altre no: ed è stato bello metterci in contatto e creare legami“.
Noemi Sabella, Seme di Luna
“A Canneto ci hanno accolto subito come figli, sono stati adorabili. Noi siamo trentenni, l’età media degli abitanti sarà 70… ma il rapporto che si è instaurato è magnifico, io mi sento a casa. Il mio vicino di 65 anni è diventato il mio migliore amico, hai presente MacGyver? Ecco, sembra uscito da un film texano…”. L’entusiasmo di Noemi Sabella è travolgente. Ci accoglie come un fiume in piena nel raccontare la sua storia e quella del compagno Thomas, muratore francese, che dopo aver girato il mondo, fatto couchsurfing, aver macinato chilometri con qualsiasi mezzo, hanno avuto il desiderio di stabilirsi, “sai due cuori e una capanna e tanto terreno? Ecco, il nostro sogno. Costruire una piccola comunità dove lavorare la terra. Per caso nel 2021 siamo arrivati qui, abbiamo trovato Canneto, il paese dei sogni, e poi questo podere che stava per andare all’asta… siamo riusciti a prenderlo noi. Siamo stati paralizzati dalla gioia“. Un passo dopo l’altro, un sacrificio dietro l’altro, sono arrivati la ristrutturazione della casa fatta con materiali di recupero, la coltivazione dei campi, poi la decisione di affittare qualche camera (“abbiamo ricevuto tanta ospitalità… il karma gira, volevamo ridare quello che abbiamo avuto”) e accogliere i turisti con le tisane dell’orto, i fichi, i muffin e tanti sorrisi. È nato così Seme di Luna.
“Sono appassionatissima di botanica, mi piace coltivare ortaggi inconsueti, ho comprato una macchina per fare oli essenziali, voglio diventare esperta di medicina olistica fatta in casa” spiega Sabella, che confessa ridendo di voler diventare “la streghetta di Canneto”. Ma ci sono anche altri progetti, come trasformare una roulotte in un punto vendita e anche creare un’area camper, che non esiste nei dintorni, magari tra gli ulivi. “L’obiettivo principale resta però sempre quello di trasmettere felicità a chi incontro, riuscire a far vedere quanto è bella la vita di campagna, la base per un’esistenza più serena” spiega.
Intanto c’è Oltre l’orizzonte, “un’iniziativa bellissima” commenta “sia perché sono tutte persone che si sono rimboccate le maniche, sia perché spesso le donne cercano di prevalere le une sulle altre… invece qui tutte hanno contribuito con gioia. Non vedo l’ora di conoscerle bene e cercare di fare cose interessanti insieme”.
Ylenia Balbani, Infood
E infine c’è Ylenia Balbani, che ridendo ci racconta quanto il passaggio dalla Valsassina (Lombardia di montagna, provincia di Lecco) a Monteverdi Marittimo sia stato complicato. “Qui tutti mi abbracciavano! Ma perché, mi chiedevo. Nessuno abbracciava altri, dalle mie parti… Con il tempo mi ci sono abituata”. Aneddoti a parte, Balbani è arrivata a Monteverdi per amore, sposando un monteverdino nel 2009. “E ho dovuto reinventarmi: avevo studiato medicina senza concludere, cosa potevo fare?”. Ecco allora l’idea prima di aprire un negozio di prodotti per la casa (Una virgola rosa), poi, dall’anno scorso, quella recente di gestire il bar e l’infopoint del paese (Infood). Aiutata sempre da mamma e zia, una gestione familiare e tutta al femminile, Balbani ha dato un volto nuovo all’accoglienza di Monteverdi. “Quella del bar e dell’infopoint è stata proprio una sfida” racconta “ma l’estate scorsa è andata oltre ogni previsione, con una grande risposta da parte degli abitanti e dei turisti. Per me è stata davvero una grande soddisfazione, anche perché sono tra le poche nel borgo a parlare inglese... ed è bellissimo fornire informazioni agli stranieri che arrivano dalle nostre parti”.
Creare un punto di riferimento per i turisti è tra i punti principali della certificazione di Bandiere Arancioni; e Balbani è diventata una testimonial perfetta delle bellezze di Monteverdi, mettendoci impegno e dedizione. “I turisti chiedono percorsi naturalistici nel territorio, sentieri per le bici, dove andare a gustare prodotti tipici. Ho girato e provato tutto per consigliare… per esempio suggerisco di recarsi alle cascate di Caselli, a fare un giro per Canneto, a passeggiare vicino alla villa di Monterufoli, ma soprattutto di visitare i resti della nostra abbazia, è un luogo spettacolare. Anche a spese nostre, abbiamo creato mappe da dare gratuitamente ai turisti, ci sembra essenziale dare un valore aggiunto! E poi cerchiamo di organizzare giornate e serate a tema, invitare gli anziani per fare laboratori con i bambini, creare un angolo per promuovere il territorio attraverso i suoi prodotti. Il nostro deve essere un locale non solo per bere, ma un punto di riferimento per tutti”.
Quattro donne dalle storie diverse, accomunate da tanta tenacia e da una grande passione per il territorio. Siamo sicuri che anche le altre dodici individuate da Morena Concari per il progetto “Oltre l’orizzonte” ci avrebbero raccontato storie simili. L’augurio è che la comunità femminile di Monteverdi Marittimo possa essere il traino per un turismo sempre più sostenibile, consapevole, ricco di valori come quello che un territorio ancora così vergine può offrire. Andatele a trovare, siamo certi che vi innamorerete anche voi di quest’angolo di Toscana.
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