«È una manovra di grande equilibrio, che aiuta le famiglie con figli»e che sta proseguendo «sulla strada del sostegno alla natalità». Così la presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha presentato la Legge di Bilancio 2025, la terza approvata dal suo Governo (cfr. Legge di bilancio 2025, la dichiarazione del Presidente Meloni, Roma, 28 dicembre 2024).
In effetti in questi primi tre anni, pur con i pesanti limiti dettati dal quadro critico sia dell’economia sia della finanza pubblica, il Governo Meloni ha destinato apprezzabili risorse al sostegno dei valori fondamentali della persona umana, incentivando la natalità, la formazione della famiglia e la dignità di vita per i meno abbienti.
Sul piano del sostegno della natalità e della famiglia, il Governo ha – fra le altre misure – incrementato del 50% l’assegno unico per le famiglie con figli di età inferiore a un anno e per quelle con tre o più figli di età compresa tra uno e tre anni con Isee (ovvero indicatore che serve per valutare la situazione economica dei nuclei familiari che intendono richiedere una prestazione sociale) fino a 40.000 euro. Ha quindi previsto una maggiorazione del 50% di una quota dell’assegno unico per le famiglie con 4 o più figli e ha nello stesso tempo reso permanenti le maggiorazioni dell’assegno unico per i disabili.
L’esecutivo ha poi aumentato il periodo di congedo per madri e padri di figli piccoli, introdotto sgravi fiscali maggiorati per gli imprenditori che incrementano il tasso di occupazione nell’impresa assumendo madri di almeno due figli minorenni e migliori contribuzioni previdenziali per madri dipendenti a tempo indeterminato con almeno due figli piccoli. Significativa per riaffermare (non solo a parole) la preminenza per l’interesse pubblico della maternità e della famiglia, è la possibilità di pensionamento anticipato delle donne con figli.
Anche sul piano del diritto alla scuola è stato fatto un piccolo passo avanti sia con l’incremento del buono a sostegno delle rette per frequenza di asili nido per oltre un miliardo e 700 milioni di euro complessivi dal corrente anno al 2029 sia con l’aumento dei contributi pubblici per le scuole paritarie. Già nel 2024, comunque, il contributo statale a beneficio del sistema delle scuole pubbliche non statali era stato incrementato di 57,5 milioni di euro, nonostante la spending review. Con l’ultima legge di bilancio, però, sono stati stanziati ulteriori 50 milioni per l’anno 2025 per l’accoglienza nelle scuole paritarie di studenti con disabilità.
Ma le scuole paritarie hanno ricevuto ossigeno anche grazie all’aumento delle detrazioni sull’Imposta sul reddito delle persone fisiche (IRPEF), deciso con la legge di bilancio per il 2025. Con quest’ultima, infatti, è stato innalzato a 1.000 euro l’importo di spesa per la frequenza di scuole paritarie ammissibile a detrazione dall’IRPEF. Infine, per superare le difficoltà burocratiche poste dalla Commissione europea, il Governo ha elaborato alcune misure per favorire la partecipazione delle scuole paritarie dell’infanzia alla ripartizione dei fondi del PNRR. Non essendo possibile farle partecipare a questi fondi europei relativi alle strutture scolastiche poiché l’UE ha interpretato il requisito dei nuovi posti negli Istituti come costruzione di nuovi locali e non come ristrutturazione di posti già esistenti, il Governo si è impegnato a far partecipare “con una corsia privilegiata” le scuole paritarie agli altri bandi PNRR per i quali non erano imposte questo tipo di preclusioni provenienti dagli uffici della Commissione di Bruxelles.
Sul piano del contrasto alla povertà, va menzionata anzitutto l’istituzione di un fondo di 500 milioni di euro destinato alla realizzazione di una “Carta Risparmio Spesa” per redditi bassi fino a 15mila euro gestita dai Comuni e diretta all’acquisto di beni di prima necessità. Ha avviato quindi la sperimentazione del “reddito alimentare”, una nuova iniziativa gestita dal Ministero del lavoro e delle politiche sociali che consente la distribuzione gratuita a nuclei o persone bisognose di prodotti alimentari invenduti comunque idonei al consumo, donati dagli operatori del settore alimentare che hanno aderito. Allo stesso tempo il Governo ha istituito un fondo di 600 milioni per l’acquisto dei beni alimentari di prima necessità per famiglie povere e incrementato di 50 milioni il fondo per la distribuzione delle derrate alimentari alle persone indigenti. Sempre a beneficio delle famiglie e delle persone in difficoltà è stato confermato e rafforzato il meccanismo che consente di ricevere il bonus sociale elettrico.
Significativa è la previsione di una priorità per le famiglie numerose per accedere al fondo al Fondo di garanzia per la prima casa, incrementato peraltro di quasi 300 milioni.
Sul fronte dell’impegno dell’esecutivo per la tutela del valore della persona umana di fronte alle Corti e in sede europea, va rilevato come fin dalla sua costituzione il Governo Meloni è stato costantemente attivo, in ogni sede istituzionale e giudiziaria, interna e sovranazionale, per difendere posizioni coerenti con il valore intrinseco della persona umana. Ha per esempio dato costantemente mandato all’Avvocatura Generale dello Stato di costituirsi, di fronte alla Corte Costituzionale e alle Corti Europee, per difendere le norme interne che arginano ulteriori peggioramenti al principio dell’integrità della vita umana innocente, alla dignità della persona nel fine vita, alla dignità del concepito. Coerentemente il Governo è quasi unanime nei suoi componenti nell’impegno nel corso dei vari negoziati europei per difendere posizioni coerenti con la verità della persona umana, opponendosi all’istituzionalizzazione della teoria del gender e alla “surrogazione” della maternità (fecondazione artificiale). Su entrambi questi ambiti ha ad esempio rilasciato meritoriamente in sede UE una serie di dichiarazioni interpretative e apposto riserve generali a fronte di proposte di direttive particolarmente delicate e pericolose.
Va rilevato, a fronte della continua demonizzazione sulla presunta mancanza di umanità sul tema immigrati, l’impegno dell’esecutivo per garantire il diritto alla vita e alla cura in Italia di bambini stranieri gravemente malati. Sono state consolidate infatti e in alcuni casi rafforzate le misure volte a curare in Italia bambini stranieri che versino in condizioni particolarmente gravi e che non possono essere assistiti nei loro Paesi di residenza. Si segnala, in questo senso, il delicato progetto umanitario promosso dal Governo in collaborazione il Vicariato della Custodia di Terra Santa e con le autorità egiziane e israeliane per traferire e curare in Italia, al Bambin Gesù e in altri ospedali pediatrici d’eccellenza del Paese, circa cento bambini gravemente feriti durante i combattimenti a Gaza. «L’arrivo dei bambini di Gaza [in Italia] – ha dichiarato al proposito il Vicario di Terra Santa, padre Ibrahim Faltas – è qualcosa che illumina un po’ tutto».
Sempre in collaborazione con l’Ospedale Bambin Gesù di Roma, il nostro Paese si è distinto per aver assicurato la cura in Italia di bambini per i quali il Regno Unito si era dichiarato indisponibile a proseguire sostegno e assistenza a causa della gravità delle condizioni sanitarie. In un caso, è stata persino concessa cittadinanza italiana con procedura d’urgenza del Consiglio dei Ministri al fine di favorire il radicamento della giurisdizione italiana sul caso della piccola I.G., purtroppo deceduta a motivo del distaccamento dei sostegni vitali in Inghilterra. In altro caso, il trasferimento in Italia è stato consentito dalle autorità britanniche e organizzato con volo dell’Aeronautica militare con personale e mezzi sanitari del Bambin Gesù. Si è trattato di una testimonianza di umanità e generosità che ha suscitato un positivo dibattito nel Regno Unito, dove l’approccio verso la fragilità, da almeno mezzo secolo a questa parte, sta seguendo purtroppo un’impostazione individualistica che, spesso, si mostra del tutto priva di etica.
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