Bot, Cct (e più Europa) è il momento dei titoli di Stato a 12 mesi: perché “breve” è meglio

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Certificati di credito e titoli a 12 mesi per tutti. Solo per chi può rischiare anche emissioni ultra decennali Aspettando le banche centrali, che si riuniranno a fine mese e che potrebbero non prendere decisioni

Ritorno ai Bot, ai Cct e alle emissioni con scadenza vicinissima per dribblare i rischi che un eventuale blocco della discesa dei tassi di riferimento potrebbe produrre? In prospettiva, e fino a poche settimane or sono, l’ipotesi prevalente premiava una fase calante del costo del denaro, soprattutto in Eurozona. Ma anche per gli Stati Uniti si dava per certo un anno di tassi calanti. Ora invece si ipotizza che la banca centrale degli Stati Uniti possa diminuire il tasso di riferimento solo in una o due delle riunioni che tiene annualmente. Mentre l’ipotesi di una maggiore opportunità di diminuzione del valore del tasso di riferimento in Eurozona permane. Ambedue le banche centrali hanno programmato otto riunioni di politica monetaria, in alcune delle quali decidere se modificare il valore del tasso di riferimento. Già a partire da fine gennaio, il 28 e il 29, sarà l’organo della banca statunitense a riunirsi, mentre il 30 si riunirà la Bce. Non vi sono segnali di alcun tipo che possano far pensare che da Washington possa giungere in quella data ad un’indicazione di rallentamento del costo del denaro. Non è da escludere che anche la Banca di Francoforte decida di mantenere invariato il tesso di riferimento, per poi diminuirlo parzialmente ad inizio marzo, il giorno 6, in occasione della seconda riunione del 2025

La ricetta per affrontare un’altra possibile stagione rialzista

Ambedue agiranno con cautela, al di là dei segnali che già ora provengono dalla propensione ai consumi. Se, finalmente, cessassero le guerre in corso in Europa e Medio Oriente, la corsa alla ricostruzione potrebbe imporre una svolta rialzista ai prezzi anche in misura non trascurabile. Con possibili, ravvicinati effetti di contagio ulteriore sul costo della vita. Ipotesi, questa, che potrebbe essere percepita come eccessiva, ma, a fronte anche di quanto sta accadendo in California, assediata dagli incendi, potrebbero esservi ragioni per pensare che una discesa dei prezzi, in generale, possa risultare un’ipotesi di difficile realizzazione. Se, come potrebbe verificarsi, si possa pensare di ricostruire le zone andate in fumo. Ed ecco allora una ricetta adatta alla stagione più incerta. Tre emissioni di Bot, due di Cct con scadenza massima metà aprile 2026, a fare da corollario a cinque scadenze dei tradizionali Btp, cui si aggiungono un’emissione tedesca ed una francese. In quest’ambito, le scadenze sono ravvicinate per i titoli emessi dal Tesoro tedesco e da quello francese, mentre virano a durate superiori per i Btp. Con rimborsi fissati da febbraio 2028, per arrivare a marzo 2035. Il livello di redditività attribuibile agli strumenti è abbastanza interessante e potrebbe salire ulteriormente, nel caso i tassi di mercato dovessero scendere nel corso dei prossimi mesi, anche se, come anticipato, si tratta di una prospettiva al momento da non escludere a priori, ma ipoteticamente di difficile attuazione in tempi ravvicinati.




















































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Perché frenare (per ora) sul dollaro

Mancano obbligazioni denominate in dollari degli Stati Uniti d’America. La veloce risalita del valore della moneta statunitense era stata pronosticata mesi addietro. Nulla esclude che la strategia che attuerà il nuovo Esecutivo possa far salire ancora il valore della moneta d’oltre Atlantico. Ma una quotazione particolarmente elevata del dollaro metterebbe a repentaglio le esportazioni del «made in Usa», attività, questa, che contribuisce in misura non trascurabile alle entrate finanziarie di Washington. La composizione del portafoglio è legata alla personale propensione al rischio. Chi dispone di una modesta disposizione di assumere rischi, potrebbe investire l’intera quota destinata al comparto obbligazionario nei primi cinque titoli, Bot e Cct. Chi ha una media propensione al rischio, potrebbe suddividere a metà la presenza di parte dei Bot e dei Cct e delle scadenze 2028/29 dei Btp. Anche chi si è più spericolato potrebbe utilizzare i Bot e passare ai Btp con scadenza 2031/35, dividendo a metà le due differenti tipologie di strumenti.

5 febbraio 2025 ( modifica il 5 febbraio 2025 | 10:09)



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