Tunisia e Italia insieme per un’agricoltura sostenibile e di qualità, al via il Lab Innova For Tunisia Agribusiness 2025
Un’agricoltura fiorente, capace di competere sui mercati internazionali, sostenibile e attenta alla salvaguardia delle risorse naturali: è l’obiettivo che si pongono Italia e Tunisia, sempre più legate da una collaborazione proficua nel settore agroalimentare. A testimoniarlo, l’avvio del Lab Innova For Tunisia Agribusiness 2025, un’iniziativa promossa da Ice Agenzia Tunisi e fortemente voluta dalla sua direttrice, Francesca Tango, che ha saputo tessere una rete di sinergie tra i due paesi.
Il progetto, inaugurato dall’ambasciatore italiano in Tunisia Alessandro Prunas e dal ministro dell’Agricoltura tunisino Ezzedine Ben Cheikh, si inserisce in un contesto economico in cui l’agricoltura tunisina rappresenta un pilastro fondamentale, con un contributo di circa il 10% al PIL nazionale, a cui si aggiunge un ulteriore 12% apportato dal settore agroindustriale. Un tessuto economico ricco di aziende, molte delle quali all’avanguardia e certificate per operare nel commercio internazionale; oltre 1000 imprese con oltre 10 dipendenti, mentre invece le imprese agricole sono oltre 516.000.
Biologico, uno dei fiori all’occhiello dell’agricoltura tunisina
“Il nostro obiettivo è chiaro”, spiega Francesca Tango: “abbiamo selezionato i quattro settori con il maggior potenziale di crescita in Tunisia: la produzione di olio, un’eccellenza tunisina riconosciuta a livello globale, la produzione di uve da tavola e da vino, i prodotti a denominazione di origine, espressione dell’autenticità di questo territorio, e il biologico, un’area di grande interesse anche per l’Italia”. Proprio il biologico rappresenta uno dei fiori all’occhiello dell’agricoltura tunisina, come sottolinea la direttrice di Ice Agenzia: “Molte delle aziende che hanno aderito al nostro programma operano in questo settore, che oggi più che mai risponde alle esigenze di un consumatore attento alla tracciabilità e alla qualità dei prodotti”.
Tracciabilità e certificazioni
E la tracciabilità e le certificazioni sono elementi imprescindibili per competere nei mercati internazionali, ricorda Tango, precisando che “le normative che regolano il biologico in Italia, in Europa e in Tunisia sono praticamente identiche”. Un aspetto tutt’altro che secondario, se si considera che “la Tunisia è l’unico paese in Africa ad avere un certificato di equivalenza per i prodotti biologici con l’Europa, un primato che la dice lunga sull’impegno di questo paese in questo settore”.
Ma l’agricoltura tunisina non è solo biologico. Il paese vanta eccellenze in diversi settori, come la produzione di olio, di cui è il decimo esportatore mondiale, e di altri prodotti che caratterizzano l’economia locale, come i fichi d’India, l’aloe e i datteri.
Agribusiness
Nel lato agribusiness è oggi crescente l’attenzione per la qualità del prodotto, le certificazioni e la sicurezza alimentare, di 1000 aziende certificate Iso, Haccp, Ohas in Tunisia 285, ossia circa il 30 per cento appartengono al settore agroindustria e in linea generale sono quelle che esportano i prodotti. Oggi il consumatore è sempre più attento a cibi e, in generale, prodotti di origine agricola che siano: sicuri da un punto di vista delle norme di igiene, tracciati ed etichettati nella provenienza e nei processi di produzione, sostenibili da un punto di vista degli ingredienti e del processo produttivo, sono tendenze ormai affermate a livello mondiale e chiave di successo dei prodotti.
La campagna olivicola tunisina 2024-2025
Nel corso dei primi due mesi della campagna 2024-2025, l’Italia si è confermata come il principale importatore di olio d’oliva tunisino, acquistando il 32,4% delle quantità esportate a dicembre 2024. Seguono, a distanza, Spagna (27,3%) e Stati Uniti (13,3%), a testimonianza di un trend ormai consolidato da diversi mesi. Secondo i dati diffusi dall’Osservatorio nazionale dell’agricoltura tunisino (Onagri), le esportazioni di olio d’oliva nei primi due mesi della campagna 2024-2025 hanno raggiunto le 42.000 tonnellate, generando un fatturato di 683,9 milioni di dinari (circa 207 milioni di euro).
Nonostante l’aumento in volume del 7,4% rispetto allo stesso periodo della campagna precedente, si registra tuttavia un calo del 30,6% in valore, dovuto alla diminuzione dei prezzi di questo prodotto a livello internazionale. Il prezzo medio si è infatti attestato intorno ai 16,27 dinari (4,93 euro) al chilogrammo, rispetto ai 25,19 dinari (7,63 euro) della fine della campagna precedente, con una diminuzione del 35,4%.
Previsioni ottimistiche
Nonostante il calo dei prezzi, il direttore generale dell’Ufficio nazionale dell’olio (Onh), Hamed Dali, si è detto ottimista riguardo all’andamento delle esportazioni, prevedendo un aumento del 50% rispetto alla stagione precedente. La campagna 2023-2024 aveva registrato un volume totale di 195.368 tonnellate, di cui 28.600 tonnellate di olio d’oliva confezionato.
La produzione tunisina di olio d’oliva ha vissuto una stagione eccezionale durante la campagna 2024-2025, con il record storico di 340.000 tonnellate, il 55% in più rispetto all’anno precedente, e cinque miliardi di dinari (1,5 miliardi di euro) derivati dalle esportazioni nel 2024. Il settore dell’olio d’oliva tunisino è in forte crescita, grazie alla qualità del prodotto e alla crescente domanda internazionale.
Tuttavia, il calo dei prezzi a livello internazionale rappresenta una sfida importante per i produttori tunisini, che devono trovare nuove strategie per mantenere la loro competitività sul mercato.
Il corso di ICE Agenzia Tunisi
“Durante il corso, le controparti tunisine avranno l’opportunità di conoscere da vicino produttori che lavorano e trasformano questi prodotti”, rivela Francesca Tango, anticipando che i temi affrontati “durante il corso sono molteplici e toccano diversi aspetti della gestione d’impresa”. Il programma Lab Innova si articola infatti in diverse fasi: una fase d’aula, una formazione online e uno Study Tour in Italia, con visite a manifestazioni di settore e incontri istituzionali e professionali.
Il percorso formativo verterà su temi quali la comunicazione, il marketing (anche digitale), gli strumenti finanziari, le nuove tecnologie e le tecniche di gestione aziendale. “Parleremo di tecnologie agricole all’avanguardia, di business plan, di comunicazione e promozione, con un focus sul marketing digitale”, sottolinea la direttrice di Ice Agenzia. “Offriremo ai partecipanti una visione a 360 gradi dell’impresa agricola del futuro, un’impresa 4.0 che è già una realtà. Avremo anche testimonianze dirette di partecipanti del Lab Innova Startup, che operano nel settore agritech”.
L’acqua, una risorsa preziosa
Un’attenzione particolare sarà dedicata al tema dell’acqua, una risorsa preziosa per entrambi i paesi. “Ci sono startup tunisine che hanno sviluppato sistemi innovativi per il controllo dell’irrigazione, il riciclo e il riutilizzo delle acque, e persino droni per il monitoraggio del territorio”, spiega Tango. “Affronteremo tutti i temi cruciali per l’agricoltura e l’agribusiness, sia in Tunisia che in Italia, con l’auspicio che questo percorso formativo porti benefici concreti alle aziende e che la collaborazione tra i nostri paesi si intensifichi sempre di più”, conclude la direttrice. Un concetto ribadito con forza dall’ambasciatore Prunas, che ha sottolineato come “Lab Innova for Tunisia Agribusiness 2025, fornendo alle imprese partecipanti strumenti e competenze all’avanguardia, contribuisce a rafforzare la crescita, l’innovazione e la competitività delle filiere agroindustriali e agricole tunisine, amplificandone le sinergie con le imprese omologhe italiane”.
Sviluppo agricolo, sostegno all’imprenditorialità e formazione qualificata sono tra i pilastri del Piano Mattei, che identifica la Tunisia come Paese partner prioritario. L’ambasciatore d’Italia a Tunisi, Alessandro Prunas, ha dichiarato che “Lab Innova for Tunisia Agribusiness 2025 fornendo alle imprese partecipanti strumenti e competenze all’avanguardia, contribuisce a rafforzare la crescita, l’innovazione e la competitività delle filiere agroindustriali e agricole tunisine, amplificandone le sinergie con le imprese omologhe italiane”. “Questa iniziativa”, ha aggiunto l’ambasciatore, “si inquadra nell’impegno a trecentosessanta gradi che portiamo avanti nel Paese per mitigare gli effetti del cambiamento climatico, garantire la sicurezza alimentare e promuovere lo sviluppo economico e sociale dei territori”. Un impegno che si concretizza in progetti come Tanit, volto a migliorare l’uso delle acque non convenzionali in agricoltura, rivitalizzare le coltivazioni nelle aree colpite dalla siccità e dar vita a un centro di formazione nel settore agricolo, agronomico e delle tecnologie agricole.
Un impegno che coinvolge tutte le componenti del Sistema Italia
“Tutte le componenti del Sistema Italia in Tunisia sono impegnate in prima linea per la realizzazione di questi obiettivi, lavorando fianco a fianco con le Autorità tunisine: è questo lo spirito di un nuovo modello di partenariato su base paritaria capace di generare benefici e opportunità per tutti”, ha concluso Prunas.
Il Lab Innova For Tunisia Agribusiness 2025 rappresenta dunque un’importante opportunità per le aziende tunisine del settore agroalimentare, che potranno acquisire competenze manageriali all’avanguardia, entrare in contatto con le eccellenze italiane e sviluppare nuove sinergie commerciali. Un’iniziativa che testimonia l’impegno di Italia e Tunisia per un’agricoltura sostenibile, innovativa e capace di valorizzare le eccellenze del territorio.
Vanessa Tomassini è una giornalista pubblicista, corrispondente in Tunisia per Strumenti Politici. Nel 2016 ha fondato insieme ad accademici, attivisti e giornalisti “Speciale Libia, Centro di Ricerca sulle Questioni Libiche, la cui pubblicazione ha il pregio di attingere direttamente da fonti locali. Nel 2022, ha presentato al Senato il dossier “La nuova leadership della Libia, in mezzo al caos politico, c’è ancora speranza per le elezioni”, una raccolta di interviste a candidati presidenziali e leader sociali come sindaci e rappresentanti delle tribù.
Ha condotto il primo forum economico organizzato dall’Associazione Italo Libica per il Business e lo Sviluppo (ILBDA) che ha riunito istituzioni, comuni, banche, imprese e uomini d’affari da tre Paesi: Italia, Libia e Tunisia. Nel 2019, la sua prima esperienza in un teatro di conflitto, visitando Tripoli e Bengasi. Ha realizzato reportage sulla drammatica situazione dei campi profughi palestinesi e siriani in Libano, sui diritti dei minori e delle minoranze. Alla passione per il giornalismo investigativo, si aggiunge quella per l’arte, il cinema e la letteratura. È autrice di due libri e i suoi articoli sono apparsi su importanti quotidiani della stampa locale ed internazionale.
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