Manna sul mercato flop del Napoli: «Kvaratskhelia? Siamo stati quasi sotto ricatto». La verità su Garnacho, Adeyemi, Danilo e Comuzzo

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di
Monica Scozzafava

Il direttore sportivo del Napoli replica alle critiche: «Con Kvara rinnovo trattato fino a 20 giorni prima. Danilo aveva detto sì, era tutto fatto. Adeyemi non è voluto venire»

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Quaranta giorni per sostituire Kvaratskhelia con Okafor. Evidente che il Napoli non esce rinforzato da questo mercato di gennaio, probabilmente è arrivato al gong anche stremato da tante trattative che per un motivo o l’altro non si sono concretizzate, e si è dovuto arrendere davanti all’inevitabile flop. Alla domanda ricorrente sul perché una squadra prima in classifica con un allenatore, Conte, che da subito si è presentato come manager oltre che come tecnico, non ha affrontato adeguatamente il mercato di gennaio per provare a cavalcare l’onda scudetto, ha dato una spiegazione il direttore sportivo del club, Giovanni Manna. La sua verità  per provare a rasserenare un ambiente d’improvviso demoralizzato e anche accusatorio verso il club. Manna ha fatto chiarezza, intanto ha premesso: «Col mister ci siamo confrontati, è chiaro che non siamo contenti, io per primo perché è andato via un giocatore importante, ma sono consapevole che abbiamo un gruppo che ha fatto 54 punti ed è in forte crescita e non dobbiamo sminuirlo». Oggettivo. Resta però il tema: quaranta giorni per  un solo acquisto, prestito più precisamente, di un giocatore, Okafor, (simil Kvara come caratteristiche) indietro di condizione e probabilmente prima di aprile non sarà al top per dare una mano alla causa.  Okafor è l’esterno svizzero che probabilmente nessuno – a dicembre – avrebbe mai pensato di interpellare. È diventata l’occasione last minute per mettere una toppa a una rosa numericamente deficitaria. Manna su di lui ha chiarito: «Non è vero che non superò le visite a Lipsia, ci sono altre dinamiche. Ha avuto un infortunio a dicembre, è rientrato in gruppo da 10 giorni, è un po’ indietro per i nostri parametri. Ha bisogno di un po’ di tempo per entrare in condizione».

Il caso Kvaratshkelia

Il peccato originale: vendere Kvara a 75 milioni senza avere in tasca il sostituto. La prima forte rivelazione: «Ringraziamo Kvara per ciò che ha fatto a Napoli,  ma siamo stati costretti a cederlo in questa sessione perché ci siamo ritrovati, non dico ricattati, ma quasi. Non è vero che la cessione serviva per risanare il mercato estivo, il bilancio abbiamo trattato con lui un rinnovo importante fino a 20 giorni prima. Il suo entourage trattava con il Psg da maggio scorso».




















































Garnacho, Adeyemi, Maximine: cosa è successo

Da Garnacho ad Adeyemi a Saint Maximine, i calciatori trattati su indicazione di Conte. Sembravano a un passo, eppure uno per volta sono stati obiettivi sfumati. Manna chiarisce: «Garnacho l’abbiamo trattato ed incontrato anche prima della partenza di Kvara, abbiamo fatto un’offerta importante allo United.  Il calciatore per lasciare la Premier a gennaio, perché a luglio poi è diverso, voleva essere accontentato economicamente come stipendio. Non abbiamo voluto rompere equilibri nello spogliatoio: non è corretto quando c’è una media salariale nello spogliatoio, mettere un giovane che guadagna uno stipendio più alto. Abbiamo creato una squadra competitiva per una competizione, e siamo lì per merito del mister e dei giocatori, non era corretto. Per Adeyemi avevamo l’accordo con il Dortmund ma il giocatore non si è voluto trasferire. Credo che non bisogna costringere nessuno:  io non devo convincere, se vuoi venire vieni altrimenti non fai per noi. Su Maximine, invece, il problema è stato burocratico e poi il club saudita aveva pretese che né noi né il Fenerbahce abbiamo voluto accontentare. Il rammarico è che potevamo andare prima su un profilo così, anziché provare a inseguire giocatori che avevamo come obiettivo col valore elevato e che ci hanno fatto perdere tempo».

Danilo e Comuzzo, le ragioni del nulla di fatto

Capitolo difesa, Danilo è stato vicinissimo, Comuzzo un altro obiettivo infranto. «Danilo lo conosco personalmente dalla mia precedente esperienza, avevamo definito tutto, quando dico tutto è tutto, ci aspettavamo arrivasse nei giorni successivi all’accordo, poi ha fatto una scelta di vita diversa, ed è un aspetto personale e umano su cui nessuno può mettere bocca. A noi aveva dato piena adesione. Per Comuzzo abbiamo fatto prima un’offerta scritta, vera, reale, poi un’altra, quando abbiamo capito che non c’era possibilità di negoziare ed andare avanti e ci eravamo già spinti oltre il valore del giocatore perché a gennaio un 15-20% in più lo paghi per investire e quindi non siamo riusciti a portarlo a termine»

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