di Daniela Fiorini
La parola “giubileo” ha radici storiche e religiose profonde. L’etimologia del termine risale all’ebraico “yōbēl” che significa “capro”, in riferimento al corno di capro utilizzato per annunciare l’Anno Santo nel contesto della tradizione ebraica. Nell’Antico Testamento, il Giubileo veniva celebrato ogni cinquanta anni e comportava la liberazione degli schiavi, la restituzione delle terre e un periodo di rinnovamento e riconciliazione.
Successivamente, il termine è stato adottato nel Cristianesimo e la parola latina “jubilaeus” è divenuta sinonimo di “anno di gioia” o “anno santo”. In questo contesto, il Giubileo rappresenta un periodo di perdono dei peccati, di penitenza e di rinnovamento spirituale.
Il Giubileo ordinario fu istituito nel 1300 da Papa Bonifacio VIII; in seguito si sono succeduti anche Giubilei straordinari in aggiunta alla consueta cadenza venticinquennale (si ricordi ad es. il Giubileo Straordinario della Misericordia del 2015, indetto da Papa Francesco per sottolineare l’importanza della Misericordia come valore fondamentale del Cristianesimo).
Potremo ricordare in futuro l’anno corrente perché chiamati ad essere “Peregrinantes in Spem” ovvero Pellegrini della Speranza, come simbolicamente rappresentato nel logo ufficiale dell’evento. La scritta in verde evoca, per immediato rinvio, il colore cui è associata in natura la vita che rinnova ad ogni stagione, quindi l’auspicata rigenerazione spirituale; allo stesso colore si ispirano anche i paramenti religiosi verdi usati nel tempo liturgico ordinario.
La stessa bolla papale di indizione giubilare è dedicata al tema della speranza: “Spes non confundit”, tratto dalla lettera di San Paolo ai Romani (5,5), “La speranza, poi, non delude, perché l’amore di Dio è stato riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo che ci è stato dato.”
Un intero anno dedicato alla remissione dei peccati, alla conversione e alla penitenza sacramentale, come onde che accompagnano e sostengono l’umanità proveniente dai quattro angoli della terra, stilizzati nelle figure protese ad abbracciare la Croce, stabile ancoraggio della fede nelle perigliosità del viaggio della vita.
Come precisato sullo stesso sito della Santa Sede, “l’ancora è stata spesso utilizzata come metafora della speranza. L’ancora di speranza, infatti, è il nome che in gergo marinaresco viene dato all’ancora di riserva, usata dalle imbarcazioni per compiere manovre di emergenza per stabilizzare la nave durante le tempeste.”
Dunque siamo tutti chiamati ad approdare sui lidi della speranza mediante un’incrollabile fede nella Croce di salvezza e redenzione, in cammino comunitario di fratellanza e carità, senza cedere al buio dei tempi correnti. Teniamo, perciò, sempre accesa, per noi e per chi si è smarrito, la luce della speranza, come faro supremo rispetto alla tenebrosità dello sconforto cui il male vuole ridurci.
Il logo non rappresenta un mero simbolo grafico, ma l’effige sintetica e immediatamente interiorizzabile di un nucleo di virtù ispiranti tale anno di immensa grazia. Si tratta di un potente richiamo visivo che incarna i valori di solidarietà e fraternità, e invita tutti a un cammino comune, mediante il quale ogni uomo potrà riconciliarsi con Dio e ritrovare nella Sua Misericordia e, mediante l’indulgenza giubilare, la remissione delle conseguenze dei propri peccati.
Il Cardinale Pietro Parolin durante la presentazione del logo, ha spiegato il significato simbolico dei colori: l’azzurro simboleggia la sicurezza e la protezione, il verde la pace, il giallo/arancio il calore umano, il rosso l’amore e la condivisione e, infine, il nero evoca l’autorevolezza e l’introspezione, ovvero un cromatismo sintetico dei diversi aspetti della spiritualità e della condizione umana.
Confidando sempre nella presenza dello Spirito Santo e nella protezione della Madre di Dio, animati dall’immenso dono del Giubileo, avanzeremo di giorno in giorno secondo il versetto di Isaia: “Ma quanti sperano nel Signore acquistano sempre nuove forze, corrono senza affannarsi, camminano senza stancarsi.” (Is 40,31)
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