Un grande patto istituzionale tra i poteri dello Stato per ristabilire gli equilibri tra politica e magistratura, garantire un’azione di governo più rapida e ripristinare l’immunità parlamentare. Sono queste le proposte avanzate dal ministro della Difesa Guido Crosetto in un’intervista rilasciata al Corriere della Sera, in cui ha ribadito la necessità di una riforma della giustizia capace di tutelare l’operato della politica senza ledere l’indipendenza della magistratura.
Giustizia e politica, Crosetto: “Serve un patto istituzionale, tornare all’immunità parlamentare”
«Non vedrei alcuno scandalo nel reintrodurre la responsabilità civile diretta per i magistrati», ha dichiarato Crosetto, riferendosi alla possibilità che i giudici possano rispondere personalmente di eventuali errori commessi nell’esercizio delle loro funzioni. Secondo il ministro, attualmente i magistrati sono gli unici a non subire conseguenze dirette in caso di decisioni errate o ingiuste. «Il vero potere che temo – ha aggiunto – è la capacità della magistratura di distruggere la reputazione di una persona, anche senza una sentenza definitiva».
Le parole di Crosetto riaprono un dibattito che ciclicamente torna al centro dell’agenda politica italiana: quello della separazione dei poteri e del bilanciamento tra il ruolo della magistratura e quello della politica. Il tema è particolarmente sensibile, soprattutto alla luce di casi giudiziari che negli ultimi decenni hanno avuto un impatto significativo sulla vita politica del Paese.
L’immunità parlamentare come strumento di tutela
Uno dei punti più controversi dell’intervista è la proposta di ripristinare l’immunità parlamentare, un tema che divide da sempre la politica italiana. Secondo Crosetto, la sua abolizione ha reso i politici più esposti a iniziative giudiziarie che possono compromettere la loro azione, anche senza condanne definitive.
«Era uno dei capisaldi dell’equilibrio tra poteri», ha spiegato il ministro. «In tutte le nazioni chi esercita funzioni così delicate gode, finché dura il mandato, di una protezione». Un concetto che Crosetto lega alla necessità di garantire alla politica la possibilità di operare senza essere ostacolata da azioni giudiziarie che potrebbero avere effetti paralizzanti.
L’idea di una maggiore tutela per i parlamentari non è nuova, ma il dibattito si è acceso nuovamente negli ultimi anni, soprattutto all’interno del centrodestra, che da tempo sostiene la necessità di riformare il rapporto tra politica e magistratura. La proposta si scontra, tuttavia, con le critiche di chi teme che un ritorno all’immunità possa trasformarsi in un lasciapassare per l’impunità, mettendo a rischio i principi di trasparenza e legalità.
Un esecutivo più rapido per stare al passo con il mondo
Crosetto ha poi posto l’accento su un’altra questione cruciale: la necessità di rendere più veloce ed efficace l’azione di governo, in un contesto globale sempre più competitivo.
«Il potere esecutivo deve poter decidere in fretta, stando al passo con i tempi, sempre più rapidi, delle scelte. Lo fa Trump, ma anche le autocrazie, che oggi si muovono con disinvoltura e ci scavalcano. Possono decidere in un giorno, mentre noi impieghiamo anni», ha dichiarato il ministro.
L’inefficienza del processo decisionale italiano è da tempo uno dei nodi irrisolti della politica nazionale. La burocrazia, i veti incrociati e la lentezza delle procedure legislative spesso impediscono all’esecutivo di intervenire tempestivamente su questioni di rilevanza strategica. Crosetto sottolinea come, in un mondo sempre più dinamico e interconnesso, l’Italia rischi di perdere terreno rispetto a Paesi capaci di adottare misure rapide ed efficaci.
L’esempio delle autocrazie, menzionato dal ministro, potrebbe sollevare perplessità: la rapidità decisionale di regimi autoritari è spesso legata all’assenza di vincoli democratici e di bilanciamenti tra i poteri. Tuttavia, il punto sollevato da Crosetto rimanda alla necessità di trovare soluzioni per rendere più snella e reattiva l’azione di governo, senza compromettere il rispetto delle regole democratiche.
Un dibattito che si riaccende
Le dichiarazioni del ministro della Difesa si inseriscono in un quadro politico in cui la riforma della giustizia è da tempo una delle priorità del centrodestra. Il governo Meloni ha più volte ribadito l’intenzione di intervenire per riequilibrare il rapporto tra politica e magistratura, cercando di evitare situazioni in cui inchieste giudiziarie possano condizionare l’attività politica.
La proposta di Crosetto si allinea con questa visione, ma solleva anche interrogativi sulla reale fattibilità di un ritorno all’immunità parlamentare e alla responsabilità civile diretta per i magistrati. Mentre il centrodestra potrebbe essere compatto nel sostenere tali misure, è probabile che l’opposizione e parte dell’opinione pubblica le considerino un passo indietro nella lotta alla corruzione e nella tutela della trasparenza istituzionale.
Il dibattito, dunque, è destinato a proseguire. Se il governo deciderà di spingere su questa riforma, sarà necessario trovare un equilibrio tra la tutela dell’operato politico e la necessità di garantire un sistema giudiziario indipendente e imparziale. L’ipotesi di un “patto istituzionale” tra politica e magistratura, evocata da Crosetto, potrebbe rappresentare una strada percorribile, ma resta da capire quali saranno i margini di dialogo tra le parti in gioco.
Nei prossimi mesi, la questione potrebbe assumere un ruolo centrale nel dibattito politico nazionale, con possibili ripercussioni anche sul futuro degli equilibri tra i poteri dello Stato.
***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****
Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link