Buoni consigli dell’esperta per una spesa sostenibile

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Il biologico costa troppo? “Non è vero”. I cibi iperproteici? “Non ne abbiamo bisogno”. L’insalata a 99 centesimi? “Un furto”.

Su ciò che portiamo a tavola ogni giorno Nicoletta Radatta, attivista, consulente e formatrice nel settore della ristorazione scolastica, ha le idee molto chiare: buone pratiche e piccoli gesti quotidiani possono fare la differenza e far bene alla salute, all’ambiente e al portafoglio. In una sola parola (anzi, due): spesa sostenibile.

Se ne è parlato ieri sera durante il primo di una serie di incontri della rassegna comunale intitolata Vivere con cura. La dottoressa Radatta, curatrice di un interessantissimo blog sull’alimentazione sostenibile (La rivoluzione a tavola) è stata ospite d’onore di questo primo appuntamento. A lei abbiamo chiesto cos’è la spesa sostenibile?

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“In breve è quella che presta attenzione alla salute, all’ambiente e alle persone che lavorano lungo la filiera agroalimentare. E’ la spesa che guarda non solo al prezzo, ma anche alla qualità di ciò che compriamo. Siamo tutti consumatori e possiamo scegliere a chi dare i nostri soldi, di sicuro le multinazionali non ne hanno bisogno”.

Eppure è proprio nella grande distribuzione che il consumatore trova più convenienza…

“Dipende cosa si intende per convenienza: prendiamo l’insalata in busta che oggi troviamo ovunque nei supermercati. E’ già lavata, veloce, comoda, ci dà persino l’illusione di mettere a tavola un prodotto sano. Eppure è una insalata lavata con una soluzione al cloro e imbustata in atmosfera modificata che ne altera le proprietà, insomma non non è identica a quella fresca e costa anche di più”.

Ma se si trova anche a 0,99 centesimi!”

“Sì, ma per cento grammi di prodotto, quella è una dicitura allettante studiata per vendere il prodotto, se ci fosse scritto che costa quasi dieci euro al kilo il consumatore agirebbe diversamente. E poi tutta quella plastica! Solo questo dovrebbe bastare a orientare altrove il nostro sguardo sugli scaffali”.

Ci sono altri ‘trucchetti’ che possiamo adottare quando facciamo acquisti?

“Scegliere cibi freschi tanto per cominciare, cibi che hanno qualità nutrizionali più elevate da non confondere con quelli che io chiamo oggetti commestibili. Il marketing pubblicitario ci ha convinto che comprare cereali per la colazione sia una abitudine sana, ma se leggiamo le etichette ci accorgiamo che non è esattametente così, meglio sarebbe comprare fiocchi di avena, semplici, e sostituire gli zuccheri col miele, per esempio. Scegliamo poi frutta e verdura sfuse. So che nei supermercati è pieno di prodotti già pronti, ma se non si hanno più neppure tre minuti per lessare delle uova o 30 secondi per sbucciare una cipolla beh, forse dovremmo cominciare a farci qualche domanda sul nostro stile di vita. Altro aspetto importante riguarda la stagionalità, anche qui non mi stancherò mai di dire che se troviamo verza e cavolfiore in inverno e zucchine in estate è per ragioni legate al fabbisogno calorico e di nutrienti: durante la stagione fredda servono più calorie, in estate più idratazione, la natura tutto questo lo sa, perché noi dovremmo ignorarlo? E poi i cibi fuori stagione arrivano da lontano, vengono coltivati in serre riscaldate, sono alimenti che non fanno bene all’ambiente e anche costosi”.

Sì però anche quelli biologici e a kilometro zero sono costosi, non lo neghi.

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“Dipende da quello che si vuole mettere a tavola, prendiamo i cibi iperproteici che spopolano da qualche anno: uno yogurt ultraprocessato costa 1,40 euro. Ora, a parte che potrei sostituirlo con legumi, uova, frutta secca o semi, ma lei ci pensa che con 14 euro e anche meno posso comprare due chili di lenticche bio e cucinarci un mese? E non ci sono neppure aromi o addensanti compresi nel prezzo!”

Altri consigli?

“Fate la lista della spesa e se riuscite anche il menù settimanale. Sono strategie che aiutano a non fa cedere al canto delle sirene dell’offerta speciale o del 3 per 2 che, paradossalmente, ci fa spendere di più e alimenta sprechi che una corretta pianificazione alimentare può aiutare a evitare”

Ma lei davvero a casa sua cucina seguendo un menù settimanale?

“Sì, e mi aiuta tanto, quando non lo faccio tendo a preparare i cibi più in fretta. Certo, sempre meglio uno spaghetto aglio e olio di un panino al Mc Donald’s”.

E spende molto per la spesa?

“Onestamente no, vivo in un paesino, ho l’orto per le verdure sia in estate che in inverno, olio e salsa li ho sempre, compro più che altro pasta, ma utilizzo anche farine sfuse (rigorosamente prese al mulino) come quella di avena per per fare biscotti o ciambelle. Per me mangiare sano, spendere del tempo a preparare i cibi è una priorità, una scelta etica oltre che di salute”.

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