arrestato anche un Carabiniere. La banda implicata anche nel furto in casa di Pierina Paganelli

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Arrestato anche un appuntato scelto dei Carabinieri di Rimini nella vasta operazione antidroga del comando provinciale dell’arma dei carabinieri. L’indagine coordinata dal sostituto procuratore Davide Ercolani ha messo in evidenza il legame del carabiniere riminese con una persona del gruppo desidero alle rapine. In particolare le intercettazioni avrebbero confermato la conoscenza dell’appuntato con la vittima di una rapina avvenuta ad agosto durante la quale era stato strappato un Rolex di valore ad un uomo.

Il furto in casa di Pierina Paganelli

Uno dei gruppi indagati anti droga dei carabinieri di Rimini potrebbe essere implicato nel furto in casa di Pierina Paganelli avvenuto lo scorso 29 dicembre. Questa una delle ipotesi su cui stanno lavorando i carabinieri di Rimini, coordinati dal sostituto procuratore Davide Ercolani. Tra i vari furti che per gli inquirenti sarebbero stati messi a segno da parte degli indagati ci potrebbe essere anche quello nell’appartamento ancora sotto sequestro della donna uccisa in via del Ciclamino a Rimini, il 3 ottobre del 2023. I ladri in casi di Pierina erano entrati dalla finestra del balcone e dopo aver smurato una piccola cassaforte erano usciti dalla porta principale rompendo i sigilli della polizia di Stato. Poi la cassaforte aperta era stata rivenuta in un campo nei pressi di via Del Ciclamino.

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Emesse 39 misure cautelari

Alle prime luci dell’alba i Carabinieri del Comando Provinciale di Rimini hanno dato esecuzione a una ordinanza di applicazione di misure cautelari, emesse dal Gip del locale Tribunale su richiesta della Procura della Repubblica di Rimini, nei confronti di 39 indagati ritenuti responsabili, a vario titolo, dei reati di rapina, furti in abitazione, traffico, detenzione e spaccio di quantità ingenti di stupefacenti, cocaina in particolare.

I provvedimenti sono stati eseguiti, oltre che nella provincia di Rimini, anche in quelle di Bologna, Campobasso, Cagliari, Forlì-Cesena, Imperia, Milano, Monza, Parma, Piacenza, Pesaro e Ravenna, con il supporto di militari dei locali Comandi Provinciali, dei Reparti Anticrimine di Bologna e Padova, della componente aerea del 13º Nucleo Elicotteri Carabinieri di Forlì, dei Nucleo Carabinieri Cinofili di Pesaro e delle Polizie Locali di Rimini e Riccione.

L’operazione eseguita oggi, che ha visto la partecipazione di oltre 200 Carabinieri, è l’epilogo di una complessa e articolata attività investigativa condotta dai Carabinieri della Sezione Operativa di Riccione, avviata a seguito di una serie di furti in abitazione consumati durante lo scorso inverno nella Perla Verde e nei comuni limitrofi.

La base dello spaccio tra Cesenatico e Cervia

Oltre ai reati predatori, gli indagati erano attivi anche nel fiorente settore degli stupefacenti, con utilizzavano un rigido turnover di spacciatori per le cessioni. Nonostante tutte le accortezze poste in essere, i Carabinieri riuscivano comunque ad individuare i luoghi ritenuti essere le basi operative e a delineare così il modus operandi utilizzato. Attraverso un costante monitoraggio dei vari target, i militari, sin dallo scorso mese di giugno, iniziavano a conseguire i primi riscontri a quanto ipotizzato, sia per quanto riguarda la consumazione di furti sia per lo spaccio di cocaina. Venivano così documentate decine e decine di cessioni effettuate, come già accennato, da giovani incensurati a tossicodipendenti del luogo, di ogni estrazione sociale e culturale; in più circostanze e per quantitativi maggiori, i cavalli albanesi si attivavano per effettuare consegne a domicilio in zona ma anche a Cervia, nel nord delle Marche (Fano, Pesaro) e a San Marino.

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Gli arresti eseguiti mettevano in allarme il gruppo, il quale, nel mese di novembre, spostava la base operativa tra Cesenatico e Cervia, località ove in data odierna sono state eseguite 3 catture.

Rilevante anche il ruolo delle compagne italiane dei cittadini albanesi tratti in arresto, destinatarie anch’esse di misure cautelari detentive: il loro compito era quello di trasportare la droga che in precedenza avevano concorso a suddividere in dosi, confermando così la loro piena e consapevole partecipazione alle illecite attività.

Cocaina tra Rimini, Riccione e Imola

Con la prosecuzione delle indagini, lo sforzo investigativo andava a focalizzarsi sulla seconda struttura criminale che, come ricostruito dai militari, reinvestiva i proventi illeciti dei furti consumati nell’acquisto di grossi quantitativi di cocaina. La redditizia attività, pur saldamente radicata a Rimini e Riccione, portava gli arrestati ad avere rapporti con altri malviventi in vari paesi Europei e non, in particolare con complici in Belgio, Olanda e Gran Bretagna.

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Tra i risultatiti conseguiti nel corso dell’attività, si segnalano i 30 arresti effettuati in flagranza di reato che hanno portato gli investigatori al sequestro complessivo di 253 kg di cocaina e 40 di hashish. In particolare i Carabinieri di Riccione, il 27 settembre scorso, in collaborazione con i militari dei comandi Arma di Milano e Vimercate, in due distinte perquisizioni eseguite contestualmente, sequestravano ben 203 kg di cocaina.

Un altro duro colpo veniva inferto a Imola nel mese di novembre, allorquando il carico intercettato era di oltre 20 kg, sempre del medesimo stupefacente. Altre località teatro di ingenti sequestri sono state Termoli a gennaio, Pesaro a luglio e novembre, Cento e Treviso sempre nello scorso mese di novembre, nonostante il maggior numero di catture sia stato effettuato in Riviera.

Da segnalare per rilevanza è stata inoltre la cattura, avvenuta a Piacenza nel mese di dicembre di un pericoloso latitante, ricercato per reati contro il patrimonio e la persona che, con false generalità, aveva trovato rifugio nella città emiliana nell’attesa di trasferirsi all’estero: il 36enne cadeva nella rete degli inquirenti e arrestato con numerosi preziosi ed oltre 100 grammi di oro.

Anche le catture eseguite solo pochi giorni fa a Rimini, che hanno portato all’arresto di quattro cittadini albanesi, al sequestro di oltre 750 grammi di cocaina, gioielli, orologi e capi griffati per decine e decine di migliaia di euro e soprattutto al rinvenimento di 6 armi corte da fuoco (tre revolver e tre pistole semiautomatiche) e quattro fucili, rappresentano un significativo tassello dell’indagine che ha avuto il suo coronamento nella giornata odierna.

Da ricordare, sempre per la rilevanza di quanto rinvenuto, è il sequestro eseguito a giugno a San Donato Milanese, ove erano stati 36 i chilogrammi di hashish sottratti al gruppo.

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Il valore dello stupefacente sequestrato all’ingrosso è stato calcolato dai Carabinieri in oltre 8 milioni di euro, che al dettaglio, una volta tagliato e suddiviso in dosi, avrebbe reso ai membri della struttura criminale oltre 25 milioni di euro.

La rapina organizzata dal Carabiniere e dalla moglie

Gli investigatori hanno inoltre accertato presunte responsabilità di 5 individui in ordine ad una rapina consumata la scorsa estate in Riviera: un uomo, facendo rientro a casa, è stato avvicinato da due giovani che, travisati con passamontagna, lo hanno aggredito sottraendogli un orologio di pregio indossato. A conclusione di complesse indagini, sono stati identificati i complici: un terzo cittadino albanese e una coppia di coniugi italiani. L’uomo è emerso essere un appartenente all’Arma dei Carabinieri che prestava servizio nella provincia di Rimini, che unitamente alla moglie aveva organizzato la rapina ai danni di un conoscente fornendo i dettagli necessari sugli spostamenti della vittima ai correi. Il militare, per l’intera durata delle indagini, è stato attentamente monitorato dagli organi investigativi dell’Arma per accertarsi che non ponesse in essere nuove condotte criminali. I presunti autori del fatto sono stati tutti ristretti in carcere, così come un sesto cittadino albanese che dovrà rispondere del reato di riciclaggio, mentre la donna è stata sottoposta agli arresti domiciliari presso la propria abitazione.

I provvedimenti

Alla luce del quadro indiziario ricostruito dai militari e dalla Procura della Repubblica di Rimini il GIP del Tribunale ha disposto l’esecuzione di: 26 misure cautelari in carcere, presso i Penitenziari di Rimini, Pesaro, Forlì, Ravenna, Bologna, Piacenza, Monza e Larino (Campobasso). Disposte anche 3 misure cautelari agli arresti domiciliari e 10 interrogatori precautelari.

Durante l’esecuzione odierna dei provvedimenti restrittivi sono stati tratti in arresto, in flagranza di reato, altri due soggetti, uno di nazionalità albanese ed una donna marocchina, trovati in possesso di oltre un chilogrammo di cocaina. Nell’occasione l’uomo opponeva resistenza all’arresto procurando gravi lesioni ad uno degli operanti.

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Recuperati, inoltre, altri 250 grammi di cocaina nelle pertinenze di uno degli obiettivi interessati dalle ricerche. Alcuni destinatari della misura al momento irreperibili sul territorio nazionale, sono tutt’ora ricercati all’estero.



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