Come fissare il trucco senza fissante

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«Vado a incipriarmi il naso» è una delle battute più usate nei film di un tempo dalle protagoniste che volevano sottrarsi a una conversazione sgradita e nel frattempo rifugiarsi in bagno a risistemare il make-up. Decenni fa infatti, sul grande schermo come nella vita reale, la cipria era un must have di bellezza, usato più volte al giorno per rendere la pelle meno lucida e più chiara, come la moda del momento imponeva.

Tendenze che cambiano e fondotinta divenuti sempre più performanti l’hanno poi spinta verso un declino che sembrava inarrestabile ma ultimamente, complici alcune versioni diventate viralissime come quelle di Huda Beauty, di cipria si è tornato a parlare tantissimo.

Considerata indispensabile dalle beauty guru di mezzo mondo, in realtà non lo sarebbe affatto, o per lo meno non sempre e non per tutte, come spiega la make-up artist Martina D’Andrea, che ci svela ogni segreto di questo prodotto.

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A cosa serve

Partiamo dalle basi: cos’è la cipria e a cosa serve? «È una polvere che serve a fissare il trucco, soprattutto la base, e a opacizzare e perfezionare la pelle dove necessario. Può essere usata la mattina dopo la stesura di fondotinta, correttore e altri prodotti in crema, ma anche nel corso della giornata, tamponandola delicatamente su alcune parti del viso se queste nel frattempo si sono lucidate, come ad esempio la zona T o i lati del naso, particolarmente soggette a questo fenomeno».

Come si usa

Per applicare la cipria si può usare un pennello morbido o una spugnetta. «L’ideale è fare un passaggio leggero su tutto il viso e se necessario insistere un po’ sulle parti più oleose».

La natura della cipria è quella di assorbire il sebo e, inevitabilmente, seccare un po’ la pelle. Attenzione quindi a usarla sul contorno occhi, per fissare il correttore come si vede fare in molti tutorial online. «meglio scegliere un correttore che non lo necessiti ma se ci si sente più sicure a fissarlo è indispensabile procedere prima con una skincare estremamente idratante che prepari la pelle di questa zona del viso, molto più sottile e secca del resto. Poi munirsi di un pennello piccolo da sfumatura e stenderne un velo sottilissimo solo sotto l’occhio, senza esagerare o spingersi troppo verso l’esterno, altrimenti il rischio è che con il passare delle ore il prodotto finisca nelle pieghette, accentuandole».

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Quali pelli possono usarla e quali dovrebbero evitarla

Le varianti colorate e scintillanti lanciate negli ultimi tempi dai brand hanno reso la cipria glamour e molto desiderata ma attenzione, anche se sembra solo una nuvola leggera di allure extra, non tutte le pelli ne beneficiano e se non usata correttamente può segnare il viso e renderlo visivamente opaco, polveroso e più stanco.

«Purtroppo siamo bombardati da tutorial che mostrano come la cipria levighi e faccia sparire pori, rughe e altre imperfezioni ma si tratta di video fatti sotto luci particolari e della durata di pochi minuti, quindi non testimoniano come il viso cambia nel tempo. Fuori da un set la pelle muta con il passare delle ore e dobbiamo tenerne conto. La cipria asciuga molto la pelle quindi è adatta principalmente a quelle grasse o miste», spiega la make-up artist. Questo non significa che le altre debbano evitarla per forza: «un velo è concesso a tutte ma facendo attenzione a non usarne troppa ed evitando, se possibile, la zona del contorno occhi».

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Come sceglierla

Le ciprie si dividono in due macro categorie: in polvere libera o pressata. «Le prime solitamente sono più leggere e quindi più trasversali e adatte anche a pelli meno grasse. Proprio per la loro volatilità hanno però una gestione leggermente più difficile – precisa Martina D’Andrea. – Quelle a polvere pressata si presentano invece come un fondotinta compatto e sono molto semplici da usare ma il risultato può sembrare meno naturale. La scelta dipende dall’effetto che si vuole ottenere e dalla tipologia della propria pelle. Una soluzione che consiglio spesso è di scegliere una cipria a polvere libera al mattino, quando ci si trucca a casa, e di portarne con sé una compatta per i ritocchi last minute nel corso della giornata».

A differenziarle è anche il colore. Bianche, rosa, pesca, giallastre, addirittura lilla, in commercio se ne trovano di ogni gradazione cromatica ma al dì là dei trend «meglio optare per quelle bianche che sul viso sono trasparenti e non alterano il colore di ciò che è stato applicato sotto, oppure simili al proprio incarnato e al fondotinta». Una nuance troppo calda o fredda come rosa o lilla, infatti, può smorzare o accendere molto la base, un aspetto non necessariamente negativo ma del quale tenere conto in fase di acquisto.

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Ma alla fine la cipria è davvero indispensabile? «A mio avviso no. I fondotinta di ultima generazione sono già fatti per durare e le persone che si truccano poco e che non stratificano tanti prodotti possono anche saltare questo step, soprattutto se la loro pelle è tendente al secco. Si tratta però di un valido alleato per prolungare la tenuta del make-up se ci si trucca al mattino e si sta fuori tutto il giorno».



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CALCIO Saverio Sticchi Damiani “Con la cessione di Dorgu si creano le basi per il futuro del Lecce” A conclusione della sessione di calcio mercato in cui per il Lecce si è registrata la cessione più lucrosa della sua ormai centenaria storia la società ha indetto una conferenza stampa nel corso della quale ha preo la parola prima di il presidente del Lecce Saverio Sticchi Damiani, ed anche per lui nel corso degli ultimi giorni, per la precisione a Parma, dobbiamo registrare un primato storico: Sticchi Damiani ha infatti superato per vittorie conquiste nel massimo campionato italiano, dopo quella di parta sono 31, sia Mario Moroni (30) che Franco Jurlano (29). “Volevo fare il punto sullo stato di salute del club, parlando soprattutto di numeri, debiti, verità. Chiedetemi pure tutto su qualsiasi cosa non sono chiaro, la nostra trasparenza è massima. C’è quest’idea che si dà un messaggio e se ne cela un altro, cosa sbagliatissima. C’è con me Tamborrino del collegio sindacale che potrà riprendermi se dico qualche inesattezza. Parto dall’aspetto economico, per chi vede il calcio in modo più romantico, cosa alla quale tengo tantissimo, ci sarà anche lo spazio in coda. Partiamo dall’operazione Dorgu che ha i caratteri della straordinarietà. E’ la nostra cessione record ed avviene nel nostro momento di grandissima salute economica. Qualcuno ha voluto parlare di criticità, che ci sono state ma in passato con il Covid sul cui risanamento tornerò dopo. Non era un’operazione prevista, non è stata fatta per colmare criticità del passato. Ci porta ricchezza sotto tutti i punti di vista e possibilità di fare investimenti tecnici e strutturali. Più volte abbiamo detto che Dorgu non sarebbe partito a gennaio, ed ora spiego perché è accaduto il contrario. Poi è arrivato il Manchester United, che si è fatto sentire con noi e con l’entourage del ragazzo ricevendo da noi una risposta ufficiale che vi lascio qui, in cui dicevamo che non avevamo intenzione di lasciar partire Dorgu a gennaio. E non parlando di cifre, non chiedendo rilanci. Questo, anziché stoppare lo United, ha sortito l’effetto opposto. Il Manchester ha così insistito, noi abbiamo chiesto più volte di rinviare il tutto in estate, promettendo anche al giovane che non avrebbe perso l’opportunità. Anche per noi era uno step storico, solo volevamo farlo a luglio. Gli inglesi ci hanno comunicato la loro volontà, del club e del suo allenatore, di immediatezza. C’è stato un aut-aut, o adesso o mai più, dando questo messaggio anche allo stesso calciatore. Dorgu non si può giudicare, hai 20 anni e ti arriva il Manchester United con un’offerta del genere. L’insieme di questo fattori ci ha portato a pensare che dalla coerenza saremmo passati ad un impuntarsi stupido. Ora parliamo del reinvestimento delle risorse. C’è preoccupazione che quest’introito vada ad un precedente risanamento frutto della retrocessione in B sommata ai due anni cadetti di Covid i quali ci hanno portato un -27. Calcio e Finanza ha fatto un articolo su un documento ufficiale, ma lo ha fatto nei giorni dell’addio di Dorgu. Questo per dire che il ripianamento del -27 sarebbe arrivato a prescindere dall’ultimo acquisto tramite tre plus di bilancio di fila. Quindi gli introiti di Dorgu vanno al di là del ripianamento. Si è parlato di debiti, che io ho detto siano stati azzerati. Ed è una grande verità. Ci sono delle passività che vanno a bilancio, come la svalutazione dei calciatori, che però non sono soldi che devi a qualcuno. Semplicemente influiscono su quel -27 che ripiani con tre bilanci positivi di fila, come stiamo facendo a prescindere dalla plusvalenza di Dorgu. Ora, questo non vuol dire che il giorno dopo aver ceduto Dorgu buttiamo 30 milioni sul mercato, non è così che fa il Lecce. Noi dobbiamo continuare a prendere giocatori a 2 per formarli, andando ovviamente ad accrescere l’aspetto delle possibilità. Un altro aspetto: nessuno dei soci ha mai preso 1 euro. Abbiamo investito 26 milioni per la nostra scalata, cosa che ha fatto anche il Napoli investendo e poi dando sostenibilità ad una società strutturata. E’ così che un certo tipo di società fanno calcio. Noi abbiamo fatto un regalo al territorio, investendo soldi privati che qui non è facile reperire. Le aziende locali come sponsor tramite Confindustria sono riuscite a sommare 27mila euro, quest’anno la Camera di Commercio ha provato a fare lo stesso per acquistare uno skybox da 50mila euro tramite aziende locali e non ci è riuscita. Noi invece abbiamo investito 26 milioni nel Lecce, facendo una scalata che non era scontata. C’è chi ha speso 70 milioni ed è ancora in C. Sostenibilità non vuol dire che non si investe, ma che si generano ricavi reinvestiti”. Il tifoso non c’entra nulla, perché girano numeri a casaccio. Ad esempio sugli innesti. Parliamo di cifre reali che entrano nel club, per Pongracic sono entrati 10 milioni e per Gendrey poco più di 6. Si riduce di parecchio. Grazie al lavoro dei direttori abbiamo fatto cessioni importanti, incassando escluso Dorgu 40 milioni effettivi, spendendone 42. Però io so che quei 42 diventeranno 200. Il tifoso sbaglia perché ha numeri sbagliati, c’è chi dice che ci mettiamo i soldi in tasca. Affrontiamo questo tema, perché ai tempi di Semeraro si ruppe tutto dicendo che se li intascavano anche se avevano in realtà perso 100 milioni. Il tifoso può stare tranquillo, i soldi di Dorgu verranno reinvestiti. E’ un tema che verrà sgomberato. Abbiamo fatto un accordo con l’Ordine dei commercialisti e metteremo a disposizione un professionista per ogni curiosità che i tifosi possano avere. Dorgu verrà pagato in 5 anni, perché anche i grandi club come il Manchester United chiede le rateizzazioni. Quindi noi ora ci troviamo a giocare un campionato sudatissimo, è una bella stagione, sono carico in questo momento storico. Dobbiamo stare tutti uniti, guardare a Parma quanto abbiano inciso i tifosi”. Io credo che sul mercato le abbiamo provate tutte. Io credo che abbiamo fatto un mercato da Lecce, spendendo 2 milioni per giocatori validi. Magari se lo stesso giocatore viene pagato 8 il tifoso è contento. Pensate a Pierotti, lo scorso anno si diceva non avessimo fatto abbastanza perché avevamo acquistato lui a 1,2 milioni. Se oggi me lo chiedono a 8 milioni io non lo do, quindi credo che per quelle che sono le nostre possibilità e caratteristiche il Lecce provi sempre a fare il massimo. Ovviamente siamo in piena regola anche con i rapporti con il fisco. Sui costi delle cessioni sono tanti gli aspetti ad influire ed è giusto parlarne. Prendiamo ad esempio Gendrey, perché giocatori così li puoi avere a zero come fatto da noi se poi fai degli accordi come riconoscere percentuali future al club che te lo cede ma anche agli intermediari che possono aver favorito la trattativa. Sono tanti gli aspetti da prendere in considerazione. Poi non dimentichiamo che ci troviamo in una Serie A complicatissima, con di fronte club che investono cifre importanti come Como, Parma e non solo. Non dimentichiamo che si è parlato tanto di fair play finanziario, un tetto che noi ci siamo auto imposti perché è importante per stare in salute come club. Siamo stati criticati perché parliamo del centro sportivo magari dopo una sconfitta. Non dobbiamo farci trascinare dal risultato del momento, un club come il nostro deve convivere con la sconfitta. Non dobbiamo fermarci all’oggi, serve visione a lungo termine. Non so perché il centro sportivo sia stato preso in antipatia da alcuni, io non mi stancherò mai di sottolineare invece l’importanza di alcune cose perché sono sintomo di salute e lungimiranza. Il centro sportivo ti porta meno infortuni, quindi punti. E’ importante e non dobbiamo farci prendere troppo dalle difficoltà del momento”.