presidi, prof e innovatori insieme per portare il modello startup nelle scuole

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Scuola e innovazione per offrire la possibilità agli studenti di cogliere le opportunità che offrono le tecnologie e guardare al mondo del lavoro da protagonisti con le startup:  con l’UpSchool non parole vaghe ma prospettive concrete suffragate da quanti già hanno percorso questa strada. L’iniziativa di NaStartUp con le scuole questa volta si è sviluppata in una scuola delle scuole, al Ceripe, il Centro Ricerca Pedagogica, che svolge attività di formazione per docenti e dirigenti scolastici.

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Le startup come occasione concreta con cui già gli studenti delle scuole superiori o delle università posso tradurre le loro idee innovative in occasione di lavoro: è una strada con cui il mondo dell’istruzione inizia a confrontarsi. E anche il mondo delle istituzioni, visto che nell’UpSchool di ieri era presente anche l’assessore alla Formazione professionale della Regione Campania Armida Filippelli che ha sottolineato: «C’è sempre più la necessità di un’interazione tra discenti, docenti e il mondo delle startup, durante il percorso scolastico.

Creare sinergie tra scuola e innovatori diventa necessario per favorire lo sviluppo di nuove attività economiche sul territorio e offrire opportunità alle nuove generazioni. Come Regione abbiamo avviato dei corsi di formazione come Gol che interessa 150mila ragazzi», ha dichiarato l’assessore nel suo intervento di apertura.

Sulla sua stessa linea, Anna Maria Schiano, presidente del Ceripe che ha ospitato l’iniziativa, la quale ha sottolineato come la collaborazione con NAStartUp “rappresenti un’opportunità unica per creare connessioni e sinergie tra la cultura delle startup e la preparazione dei docenti, i quali potranno trasferire queste competenze ai loro studenti, dando vita a un circolo virtuoso di innovazione e crescita”. 

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Cos’è UpStudio

Antonio Prigiobbo, founder di NAStartUp, ha evidenziato il percorso intrapreso da NAStartUp con UpStudio, che ha visto il network confrontarsi con le scuole delle arti e dei mestieri, per aiutare i talenti a realizzare un loro progetto di innovazione: «UpStudio è uno spinoff di NAStartUp che è da sempre alla ricerca di talenti da connettere alla sua rete. In questo nuovo percorso, abbiamo voluto essere ancora più concreti. Ascoltare chi ha un’idea di innovazione e favorirne la nascita attraverso la nostra rete. Dai nostri incontri sono già nati dei progetti dei quali stiamo seguendo le evoluzioni. Se questo è possibile lo è grazie al lavoro di acceleratori, come Lorenzo Brandi e Pablo Ramirez e ai tanti partner e sponsor che supportano il progetto», spiega Prigiobbo.

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I presidi e i prof più innovativi [La Serie A]

Per l’occasione, NAStartUp ha invitato alcuni dei professori e dei presidi che già da anni lavorano per portare la mentalità del fare startup all’interno delle scuole.

Tra questi Massimiliano Notaro, docente dell’Istituto Antonio Serra di Napoli che ha raccontato l’esperienza di Laf School, startup che sviluppa tecnologie per le scuole e, in particolare, per la gestione e l’organizzazione dell’alternanza scuola/lavoro: «Siamo la prima startup nata nella scuole e destinata alle scuole. Abbiamo coinvolto gli studenti in un percorso virtuoso e oggi sono tutti proprietari di un pezzo della startup», ha raccontato il professore durante il suo intervento.

Tra i relatori, Diego Puricelli Guerra, dirigente scolastico Istituto Statale Bernini De Sanctis, che ha raccontato il progetto Made In Italy: «Il nostro obiettivo è di avvicinare l’istruzione al mondo dell’imprenditoria nazionale e del lavoro, valorizzando le eccellenze italiane in settori strategici come moda, automotive e prodotti alimentari, con dei programmi formativi che terminano con un viaggio a New York, per permettere agli studenti di confrontarsi con il mercato internazionale», ha raccontato il Preside.

Spazio anche a Raffaella Porzio, docente di ISIS Europa di Pomigliano D’Arco, che ha raccontato, insieme ai suoi studenti, il loro progetto di innovazione che si chiama ForYou: «Stiamo realizzando un’app di orientamento per crocieristi che hanno poco tempo per visitare la città e desiderano essere guidati verso esperienze personalizzate e di valore», ha spiegato Giovanni Poziello, studente e Ceo della startup.

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La formazione 

Di formazione si è parlato anche nell’intervento di Lucio Parascandolo, innovation manager di Fondazione ITS BACT, che forma in Campania Tecnici Superiori per occuparli nel Turismo, nei Beni e nelle Attività Culturali: «Il nostro obiettivo è di delineare un quadro del lavoro e delle professioni culturali, con una particolare attenzione a quelle emergenti. Individuiamo i fabbisogni formativi e i gap tra l’attuale offerta e le figure professionali per creare poi degli interventi formativi che accompagnino gli studenti nella creazione e nello sviluppo dei loro progetti professionali», ha sottolineato Parascandolo nel suo intervento.

Spazio alle startup e alla social innovation

 

Hanno raccontato i loro progetti Antonella Ciaramella, promotrice dei Centri di Competenza Regionali, che ha presentato il nuovo programma di formazione dedicato alla social innovation, sottolineando “la necessità di favorire incontri tra scuola e mondo dell’innovazione, per offrire agli studenti dei modelli nuovi per arricchire il loro futuro” .

Mentre Raimondo Lapillo ha raccontato i progressi della sua startup Solion, che aiuta gli istituti scolastici ad aumentare la loro visibilità online, mentre Antonino Russo, che ha raccontato il suo progetto di una “skipper Academy”.

I numeri dell’edutech in Italia

Durante l’evento, Giancarlo Donadio, giornalista e cofounder di Pandant Content Agency, ha raccontato i numeri dell’edutech in Italia e i trend internazionali nel settore: «Il valore del mercato in Italia è di 2,8 miliardi di euro, mentre le tecnologie più diffuse sono software per creare mappe concettuali, audiolibri ed ebook e piattaforme basate su giochi per creare quiz interattivi. Tra i trend vanno sottolineati la strada dell’apprendimento sempre più personalizzato e la creazione di tecnologie per favorire il coinvolgimento di studenti con disagi motori o comportamentali», ha spiegato.

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CALCIO Saverio Sticchi Damiani “Con la cessione di Dorgu si creano le basi per il futuro del Lecce” A conclusione della sessione di calcio mercato in cui per il Lecce si è registrata la cessione più lucrosa della sua ormai centenaria storia la società ha indetto una conferenza stampa nel corso della quale ha preo la parola prima di il presidente del Lecce Saverio Sticchi Damiani, ed anche per lui nel corso degli ultimi giorni, per la precisione a Parma, dobbiamo registrare un primato storico: Sticchi Damiani ha infatti superato per vittorie conquiste nel massimo campionato italiano, dopo quella di parta sono 31, sia Mario Moroni (30) che Franco Jurlano (29). “Volevo fare il punto sullo stato di salute del club, parlando soprattutto di numeri, debiti, verità. Chiedetemi pure tutto su qualsiasi cosa non sono chiaro, la nostra trasparenza è massima. C’è quest’idea che si dà un messaggio e se ne cela un altro, cosa sbagliatissima. C’è con me Tamborrino del collegio sindacale che potrà riprendermi se dico qualche inesattezza. Parto dall’aspetto economico, per chi vede il calcio in modo più romantico, cosa alla quale tengo tantissimo, ci sarà anche lo spazio in coda. Partiamo dall’operazione Dorgu che ha i caratteri della straordinarietà. E’ la nostra cessione record ed avviene nel nostro momento di grandissima salute economica. Qualcuno ha voluto parlare di criticità, che ci sono state ma in passato con il Covid sul cui risanamento tornerò dopo. Non era un’operazione prevista, non è stata fatta per colmare criticità del passato. Ci porta ricchezza sotto tutti i punti di vista e possibilità di fare investimenti tecnici e strutturali. Più volte abbiamo detto che Dorgu non sarebbe partito a gennaio, ed ora spiego perché è accaduto il contrario. Poi è arrivato il Manchester United, che si è fatto sentire con noi e con l’entourage del ragazzo ricevendo da noi una risposta ufficiale che vi lascio qui, in cui dicevamo che non avevamo intenzione di lasciar partire Dorgu a gennaio. E non parlando di cifre, non chiedendo rilanci. Questo, anziché stoppare lo United, ha sortito l’effetto opposto. Il Manchester ha così insistito, noi abbiamo chiesto più volte di rinviare il tutto in estate, promettendo anche al giovane che non avrebbe perso l’opportunità. Anche per noi era uno step storico, solo volevamo farlo a luglio. Gli inglesi ci hanno comunicato la loro volontà, del club e del suo allenatore, di immediatezza. C’è stato un aut-aut, o adesso o mai più, dando questo messaggio anche allo stesso calciatore. Dorgu non si può giudicare, hai 20 anni e ti arriva il Manchester United con un’offerta del genere. L’insieme di questo fattori ci ha portato a pensare che dalla coerenza saremmo passati ad un impuntarsi stupido. Ora parliamo del reinvestimento delle risorse. C’è preoccupazione che quest’introito vada ad un precedente risanamento frutto della retrocessione in B sommata ai due anni cadetti di Covid i quali ci hanno portato un -27. Calcio e Finanza ha fatto un articolo su un documento ufficiale, ma lo ha fatto nei giorni dell’addio di Dorgu. Questo per dire che il ripianamento del -27 sarebbe arrivato a prescindere dall’ultimo acquisto tramite tre plus di bilancio di fila. Quindi gli introiti di Dorgu vanno al di là del ripianamento. Si è parlato di debiti, che io ho detto siano stati azzerati. Ed è una grande verità. Ci sono delle passività che vanno a bilancio, come la svalutazione dei calciatori, che però non sono soldi che devi a qualcuno. Semplicemente influiscono su quel -27 che ripiani con tre bilanci positivi di fila, come stiamo facendo a prescindere dalla plusvalenza di Dorgu. Ora, questo non vuol dire che il giorno dopo aver ceduto Dorgu buttiamo 30 milioni sul mercato, non è così che fa il Lecce. Noi dobbiamo continuare a prendere giocatori a 2 per formarli, andando ovviamente ad accrescere l’aspetto delle possibilità. Un altro aspetto: nessuno dei soci ha mai preso 1 euro. Abbiamo investito 26 milioni per la nostra scalata, cosa che ha fatto anche il Napoli investendo e poi dando sostenibilità ad una società strutturata. E’ così che un certo tipo di società fanno calcio. Noi abbiamo fatto un regalo al territorio, investendo soldi privati che qui non è facile reperire. Le aziende locali come sponsor tramite Confindustria sono riuscite a sommare 27mila euro, quest’anno la Camera di Commercio ha provato a fare lo stesso per acquistare uno skybox da 50mila euro tramite aziende locali e non ci è riuscita. Noi invece abbiamo investito 26 milioni nel Lecce, facendo una scalata che non era scontata. C’è chi ha speso 70 milioni ed è ancora in C. Sostenibilità non vuol dire che non si investe, ma che si generano ricavi reinvestiti”. Il tifoso non c’entra nulla, perché girano numeri a casaccio. Ad esempio sugli innesti. Parliamo di cifre reali che entrano nel club, per Pongracic sono entrati 10 milioni e per Gendrey poco più di 6. Si riduce di parecchio. Grazie al lavoro dei direttori abbiamo fatto cessioni importanti, incassando escluso Dorgu 40 milioni effettivi, spendendone 42. Però io so che quei 42 diventeranno 200. Il tifoso sbaglia perché ha numeri sbagliati, c’è chi dice che ci mettiamo i soldi in tasca. Affrontiamo questo tema, perché ai tempi di Semeraro si ruppe tutto dicendo che se li intascavano anche se avevano in realtà perso 100 milioni. Il tifoso può stare tranquillo, i soldi di Dorgu verranno reinvestiti. E’ un tema che verrà sgomberato. Abbiamo fatto un accordo con l’Ordine dei commercialisti e metteremo a disposizione un professionista per ogni curiosità che i tifosi possano avere. Dorgu verrà pagato in 5 anni, perché anche i grandi club come il Manchester United chiede le rateizzazioni. Quindi noi ora ci troviamo a giocare un campionato sudatissimo, è una bella stagione, sono carico in questo momento storico. Dobbiamo stare tutti uniti, guardare a Parma quanto abbiano inciso i tifosi”. Io credo che sul mercato le abbiamo provate tutte. Io credo che abbiamo fatto un mercato da Lecce, spendendo 2 milioni per giocatori validi. Magari se lo stesso giocatore viene pagato 8 il tifoso è contento. Pensate a Pierotti, lo scorso anno si diceva non avessimo fatto abbastanza perché avevamo acquistato lui a 1,2 milioni. Se oggi me lo chiedono a 8 milioni io non lo do, quindi credo che per quelle che sono le nostre possibilità e caratteristiche il Lecce provi sempre a fare il massimo. Ovviamente siamo in piena regola anche con i rapporti con il fisco. Sui costi delle cessioni sono tanti gli aspetti ad influire ed è giusto parlarne. Prendiamo ad esempio Gendrey, perché giocatori così li puoi avere a zero come fatto da noi se poi fai degli accordi come riconoscere percentuali future al club che te lo cede ma anche agli intermediari che possono aver favorito la trattativa. Sono tanti gli aspetti da prendere in considerazione. Poi non dimentichiamo che ci troviamo in una Serie A complicatissima, con di fronte club che investono cifre importanti come Como, Parma e non solo. Non dimentichiamo che si è parlato tanto di fair play finanziario, un tetto che noi ci siamo auto imposti perché è importante per stare in salute come club. Siamo stati criticati perché parliamo del centro sportivo magari dopo una sconfitta. Non dobbiamo farci trascinare dal risultato del momento, un club come il nostro deve convivere con la sconfitta. Non dobbiamo fermarci all’oggi, serve visione a lungo termine. Non so perché il centro sportivo sia stato preso in antipatia da alcuni, io non mi stancherò mai di sottolineare invece l’importanza di alcune cose perché sono sintomo di salute e lungimiranza. Il centro sportivo ti porta meno infortuni, quindi punti. E’ importante e non dobbiamo farci prendere troppo dalle difficoltà del momento”.