Magistratura, Lo Voi nel 2001 poco prima di entrare nel Csm: separazione carriere no priorità. Dal Si della Camera ad iscrizione al registro delle notizie di reato solo 12 giorni

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RomaSono intercorsi dodici giorni tra giovedì 16 gennaio quando la Camera ha dato il suo primo ‘si’ alla proposta di riforma costituzionale per introdurre la separazione delle carriere dei magistrati, e il 28 gennaio quando il Procuratore di Roma Francesco Lo Voi – “per atto dovuto” – ha inviato una notifica di iscrizione al registro delle notizie di reato al presidente del Consiglio Giorgia Meloni, al ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, al ministro della Giustizia Carlo Nordio e al sottosegretario di Stato Alfredo Mantovano per il rimpatrio di Almasri in Libia.

LO VOI CONTRO LA SEPARAZIONE DELLE CARRIERE GIA’ NEL 2001, POCO PRIMA DI DIVENIRE MEMBRO CSM

La posizione del Procuratore capo di Roma – entrato in magistratura nel 1981 e tra i fondatori della Dda di Palermo – era già nota anni fa. Per Lo Voi la separazione delle carriere non era una prorità già nel 2001, poco prima di divenire membro del Consiglio superiore della magistratura.

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LO VOI NEL 2001 SU UPCI CONTRO SEPARAZIONE CARRIERE POCO PRIMA DI ENTRARE IN CSM

Come riporta una nota del 28 giugno del 2001 sul sito dell’Unione delle Camere Penali italiane – UPCI, ‘Secondo Francesco LO VOI, intervenuto al convegno di Palermo organizzato dall’Associazione Nazionale Magistrati con gli Avvocati civilisti ed amministrativisti aderenti all’OUA “la separazione delle carriere della magistratura penale inquirente e giudicante non e’ uno degli interventi prioritari per risolvere i molti problemi della magistratura italiana” : forse e’ il caso di non nascondersi dietro questo giro di parole ; per ANM , scesa in campo nell’aprile 2000 contro i referendum sulla giustizia , non si tratta di discutere di priorita’ , ma di una scelta politica ben precisa di avversione alla separazione delle carriere ; ANM non ne vuole parlare oggi ( e sceglie infatti per .. discuterne … una platea caratterizzata dall’assenza degli Avvocati penalisti ) , ma , soprattutto , non vorrebbe sentirne parlare mai (sperando che cada nel dimenticatoio il voto di 10.000.000 di italiani)’.

AVVOCATI PENALISTI A FAVORE SEPARAZIONE CARRIERE PER SPEZZARE FIL ROUGE CHE LEGA ACCUSATORE CON GIUDICANTE

Il tema della separazione delle carriere è di attualità – senza che ci siano però sviluppi – da circa 30anni. Una ‘priorità’ per gli avvocati penalisti che ritengono importante – per il corretto svolgersi dei procedimenti – che il magistrato scelga a inizio carriera se fare il procuratore o il giudice. Così che possa essere interrotto il fil rouge che lega l’accusatore con il ruolo di giudicante nella stessa persona (seppure ovviamente in un arco temporale diverso).

MAGISTRATI CONTRARI A SEPARAZIONE CARRIERE PER RISCHIO AUTONOMIA GIUSTIZIA

Un rischio – secondo i magistrati – per l’indipendenza della giustizia. “Ribadiamo la nostra profonda preoccupazione per una riforma costituzionale che mette a rischio l’autonomia e l’indipendenza della magistratura. Una riforma sbagliata che non migliora sotto alcun punto di vista il servizio giustizia ma che agisce solamente sulla magistratura e toglie garanzie a tutti i cittadini italiani. La separazione delle carriere determina l’isolamento del pm e ne mortifica la funzione di garanzia. Nel pieno rispetto delle scelte del legislatore vogliamo lanciare nuovamente l’allarme per i rischi che questa riforma porterà con sé”, scriveva l’Associazione nazionale magistrati in una nota lo stesso giorno del ‘sì’ alla Camera, il 16 gennaio.

IL DDL NORDIO SULLA SEPARAZIONE DELLE CARRIERE

Il ddl Nordio, il disegno di legge costituzionale (A.c. 1917) è stato presentato dall’esecutivo lo scorso 13 giugno 2024. Obiettivo: separare le carriere dei magistrati requirenti (i procuratori che coordinano le indagini e rappresentando l’accusa nei processi) da quella dei magistrati giudicanti.

Una questione che era stata proposta nel 2011 già dal governo guidato da Silvio Berlusconi. Proprio in quel periodo sottoposto a indagini e processi. Nel 2000 i radicali proposero un referendum, fallito per mancato raggiungimento del quorum.

Nel frattempo l’avvocato dei quattro componenti del governo, Giulia Bongiorno (che ha già vinto difendendo a Natale Matteo Salvini dalle accuse di sequestro di persona sempre dallo stesso Lo Voi) ha sconsigliato di non andare a riferire in Parlamento come chiesto dalle opposizioni. A causa proprio dell’avviso di garanzia.

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MELONI: MAGISTRATI POLITICIZZATI CHE COLPISCONO CHI NON E’ SCHIERATO POLITICAMENTE CON LORO

Il presidente del Consiglio Giorgia Meloni parla di “magistrati politicizzati” che cercano “di colpire chi non è schierato politicamente con loro”. “Un pezzetto di magistratura” vuole “governare”, ma “allora si candidino: non si può fare che loro governano e io vado alle elezioni”.

LE OPPOSIZIONI: MELONI ALZA LO SCONTRO PER NON PARLARE NEL MERITO DELLA QUESTIONE

Secondo la segretaria del Pd Elly Schlein “è evidente che Meloni alzi lo scontro coi giudici per non parlare del merito della questione: la scelta politica di riportare a casa un torturatore libico. E per continuare la sua ostinata ricerca di un nemico al giorno, oggi un magistrato che ha fatto una mera comunicazione prescritta dalla legge. Questa macchina del fango della destra per colpire singole persone deve finire. È inaccettabile che chi governa usi il suo potere per deligittimarne un altro previsto in Costituzione”.

CASCIARO, ANM: I POLITICI NON PROVINO A SOSTITUIRSI AI MAGISTRATI

ANM SU SEPARAZIONE CARRIERE

ANM SU SEPARAZIONE CARRIERE

Alla Meloni risponde il segretario dell’Associazione nazionale magistrati Salvatore Casciaro: “I politici non provino a sostituirsi ai magistrati”. “Sono sorpreso e preoccupato per i violenti attacchi rivolti alla magistratura e al procuratore Lo Voi in queste ore”, spiega. “Il procuratore di Roma si è limitato a non rinnegare i propri doveri, assolvendo all’obbligo impostogli da una legge costituzionale. Rispettare “le regole” e “i ruoli”, dunque le istituzioni, vuol dire rimettere alla giurisdizione i controlli anche sugli atti di chi riveste alte funzioni di governo, salve le ovvie prerogative sovrane delle assemblee legislative in tale delicato ambito. I magistrati non fanno politica, sarebbe auspicabile che i politici non provassero a sostituirsi ai magistrati, lasciando loro il compito istituzionale di esaminare e valutare gli atti processuali senza impropri condizionamenti”.

CHI E’ FRANCESCO LO VOI

Entrato in magistratura nel maggio 1981, Lo Voi iniziò come pretore a Sanluri (Cagliari) fino al 1984, quando passò al tribunale di Caltanissetta, per poi trasferirsi a Palermo, dove nel 1990 divenne sostituto procuratore.

Dal 1997 diventò sostituto procuratore generale presso la Corte d’appello. Fu uno dei fondatori della Direzione distrettuale antimafia (Dda) collaborando con Giovanni Falcone e Paolo Borsellino e nello stesso periodo sostenne l’accusa in processi contro la mafia (sui fratelli Salvo, sulla strage di Capaci, Leoluca Bagarella e Giovanni Brusca).

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Tra il 2002 e il 2006 fu membro del Consiglio superiore della magistratura (Csm), per poi tornare a Palermo come sostituto procuratore generale.

Nel 2007 assunse il ruolo di sostituto procuratore generale presso la Corte di Cassazione, incarico che mantenne fino al 2010, quando venne nominato rappresentante italiano a Eurojust su indicazione dell’allora ministro Angelino Alfano.

Nel dicembre 2014 fu nominato procuratore capo di Palermo. Lo Voi ottenne il sostegno della corrente di Magistratura Indipendente, a cui appartiene, e di esponenti politici come Maria Elisabetta Alberti Casellati. Il suo incarico fu appoggiato anche dai rappresentanti del centrodestra e dai laici del Pd.

Lo Voi ha rappresentato l’accusa nel processo contro l’ex ministro dell’Interno Matteo Salvini, imputato per sequestro di persona e rifiuto di atti d’ufficio nella vicenda Open Arms. Poco dopo è stato promosso procuratore capo di Roma.

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