“Digitale e sostenibilità. Favoriamo la transizione delle imprese”

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LO STATO della cooperazione nelle Marche vede la leadership di Confcooperative. La cooperazione nelle Marche è presente in tutti i settori economici e punta sulla transizione delle aziende: dalla digitalizzazione all’innovazione, fino alla sostenibilità ambientale.

Confcooperative Marche è l’associazione leader nella cooperazione regionale e rappresenta un tessuto imprenditoriale costituito da 372 imprese. Le realtà aderenti attive aggregano oltre 86.000 soci che danno lavoro, a vario titolo, a circa 12.000 persone, di cui 3.500 in gravi situazioni di disagio e che realizzano un giro d’affari che si attesta a quota 1,6 miliardi di Euro.

Presidente Massimo Stronati, può tracciare un bilancio del mondo cooperativo nelle Marche nell’ultimo anno?

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“I dati Istat hanno confermato in regione il radicamento del movimento cooperativo non solo in ambito agricolo e agroalimentare e nella distribuzione moderna, ma anche nel settore sociale e sanitario, della logistica e dell’energia”.

Ci dica di più.

“I dati Istat hanno confermato in regione il radicamento del movimento cooperativo non solo in ambito agricolo e agroalimentare e nella distribuzione moderna, ma anche nel settore sociale e sanitario, della logistica e dell’energia. Proprio nel comparto energia, Confcooperative Marche insieme a Legacoop Marche e Confindustria Ancona, hanno siglato un accordo con Anci Marche per lo sviluppo delle CER, (le comunità energetiche rinnovabili) e l’efficientamento energetico. A seguito di questa convenzione è nata la prima CER delle Marche, una delle prime in Italia costituita in forma cooperativa. La nuova coop energetica avrà come obiettivo una capacità produttiva da impianti fotovoltaici pari a 10 MW. La filiera cooperativa della salute rappresenta il 41,3% del totale degli addetti del settore privato nella filiera. Qui il contributo occupazionale della cooperazione raggiunge con il 79% nel comparto dell’assistenza sociale residenziale e il 91,2% nel comparto dell’assistenza sociale non residenziale. Anche nella produzione e lavoro il movimento cooperativo nelle Marche contribuisce a creare occupazione. Nella logistica, la quota di addetti in cooperativa è pari al 29,8% del totale degli addetti nel settore. Nei servizi di facility management la quota di addetti in cooperativa è pari al 25,9% del totale degli addetti del comparto”.

Quali sono le nuove frontiere sulle quali state lavorando per il 2025?

“La transizione delle imprese, specie per il digitale e la sostenibilità: aspetti che passano anche attraverso i temi della formazione professionale e della capitalizzazione delle aziende”.

Quali azioni avete messo in campo?

“Le cooperative delle Marche hanno avviato importanti iniziative per il risparmio energetico con la realizzazione di Comunità Energetiche Rinnovabili. Le cooperative dovranno gestire sempre meglio l’equilibrio tra sostenibilità ambientale e sostenibilità economico finanziaria”.

In che modo?

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“In tal senso più di sei PMI cooperative su 10 (il 62,6% del totale) tra le aderenti attive nella regione sono, infatti, in fascia di vulnerabilità o rischiosità. Altro tema importantissimo è l’agroalimentare”.

Ci racconti.

“Stiamo puntando sulle filiere e sulle sinergie con soggetti anche al di fuori del movimento cooperativo. Vogliamo rafforzare la presenza già ultra decennale nel settore lattiero caseario e nel biologico, tenendo conto delle forti sinergie tra produttori contando sull’importanza del distretto bio voluto dalla regione Marche”.

La Regione è in campo, dunque.

“Sì, sta puntando molto sulle infrastrutture e tutto questo deve assolutamente portare a una maggiore progettualità in rete, tenendo conto anche della forte vocazione turistica e culturale delle Marche”.

Quali sono le criticità che vi preoccupano di più? E cosa chiedete alla politica?

“Al momento, tra le maggiori criticità, nonostante l’impegno formale della regione Marche sull’adeguamento delle tariffe dei servizi socio sanitari, siamo ancora in ritardo”.

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Serve insistere?

“È un aspetto fondamentale, che vede coinvolte molte cooperative con a seguito utenti, lavoratrici e lavoratori. Stiamo sollecitando le istituzioni nel riconoscere gli adeguamenti tariffari necessari per i servizi extra ospedalieri (non riabilitativi) che si occupano di persone con disabilità e persone con problematiche della salute mentale”.

Bisogna accelerare?

“Gli interventi per l’adeguamento delle tariffe per tutti i servizi sociosanitari, non sono più prorogabili, ne va della sopravvivenza degli operatori ed è vitale per le famiglie”.



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