“A chiunque nei miei panni di fronte a questa vicenda cadrebbero un po’ le braccia“. La presidente del Consiglio Giorgia Meloni torna sul caso Almasri dopo essere stata iscritta nel registro degli indagati per favoreggiamento e peculato – insieme ai ministri Piantedosi e Nordio e il sottosegretario Mantovano – per la liberazione e l’immediato rimpatrio con volo di Stato del comandante libico. L’atto del procuratore di Roma, Francesco Lo Voi, “era chiaramente un atto voluto“, ha rimarcato la premier intervenendo in videocollegamento all’evento “La Ripartenza”, organizzato dal giornalista Nicola Porro a Milano: “Tutti sanno che le Procure in queste cose hanno la loro discrezionalità come dimostrato da numerosissime denunce di cittadini contro le istituzioni e su cui si è deciso di non procedere con l’iscrizione nel registro degli indagati, come negli anni del Covid”, sottolinea. Evidentemente, però, l’esposto presentato dall’avvocato Luigi Li Gotti aveva quantomeno una parvenza di attendibilità e quindi non poteva essere iscritto nel modello 45, il registro degli atti non costituenti notizia di reato, in cui le Procure archiviano le segnalazioni palesemente infondate. Pochi anni fa, d’altra parte, pure l’allora premier Giuseppe Conte era stato indagato per peculato – e successivamente archiviato – sulla base di una denuncia sporta da un’esponente di Fratelli d’Italia.
L’attacco in stile berlusconiano: “Alcuni giudici vogliono governare” – Meloni parla di “magistrati politicizzati” che cercano “di colpire chi non è schierato politicamente con loro”. E in un discorso dagli accenti berlusconiani accusa i giudici di voler governare senza passare per le elezioni (video): “Prendiamo quello che fa un pezzetto della magistratura. Alcuni giudici, pochi, vogliono decidere le politiche industriali, ambientale, dell’immigrazione, come riformare la giustizia. Vogliono governare loro. Ma c’è un problema, se io sbaglio gli italiani mi mandano a casa, se sbagliano loro nessuno può fare o dir niente. In nessun paese al mondo le cose funzionano così, i contrappesi servono a questo”, ha aggiunto. “Se alcuni giudici vogliono governare, si candidano e governano. L’unica cosa che non si può fare – ha continuato – è che loro governano e io vado alle elezioni. Noi abbiamo scelto di riscrivere un’altra storia, di rispetto dei ruoli e credibilità. Forse per questo non siamo graditi”. “La magistratura – ha aggiunto Meloni – è una colonna portante della nostra Repubblica, ma nessun edificio poggia su una colonna sola”.
“È un danno alla nazione e questo mi manda ai matti” – Così, mentre il governo diserta il Parlamento e non è ancora chiaro se e quando ci sarà un’informativa in Aula sul caso Almasri, la presidente del Consiglio interviene all’evento di Porro. “Io ieri mi ritrovo sulla prima pagina del Financial times con la notizia che sono stata indagata e se in Italia i cittadini capiscono perfettamente quello che sta accadendo all’estero non è la stessa cosa”, ha aggiunto Meloni descrivendo quello che sta avvenendo come “un danno alla nazione, alle sue opportunità e questo mi manda ai matti“. Si rivolge poi agli italiani: “Finché ci siete voi ci sono anche io. Non intendo mollare di un millimetro, finché gli italiani sono con me”. Dice comunque di non esse “né preoccupata né demoralizzata”: “Quando ho accettato di guidare la nazione sapevo esattamente a cosa sarei andata incontro”.
Casciaro (Anm): “I politici non provino a sostituirsi ai magistrati” – Alle parole di Meloni risponde il segretario dell’Associazione nazionale magistrati Salvatore Casciaro: “Sono sorpreso e preoccupato per i violenti attacchi rivolti alla magistratura e al procuratore Lo Voi in queste ore. Il procuratore di Roma si è limitato a non rinnegare i propri doveri, assolvendo all’obbligo impostogli da una legge costituzionale. Rispettare “le regole” e “i ruoli”, dunque le istituzioni, vuol dire rimettere alla giurisdizione i controlli anche sugli atti di chi riveste alte funzioni di governo, salve le ovvie prerogative sovrane delle assemblee legislative in tale delicato ambito. I magistrati non fanno politica, sarebbe auspicabile che i politici non provassero a sostituirsi ai magistrati, lasciando loro il compito istituzionale di esaminare e valutare gli atti processuali senza impropri condizionamenti”.
Conte: “Non sei sopra la legge, ricomponiti” – L’intemerata della premier innesca reazioni indignate anche dalle opposizioni. Giuseppe Conte, presidente del Movimento 5 stelle, cita la vecchia indagine nei suoi confronti nata dalla denuncia di FdI: “Meloni dice che la notizia dell’indagine sul caso Almasri è un danno all’immagine del Paese all’estero che “la manda ai matti”. Era un danno d’immagine anche quando Fratelli d’Italia mi portava in Tribunale da premier a suon di esposti e fake news? Era un danno di immagine anche quando gridava paonazza che l’Italia aveva un premier “criminale”? Meloni, non sei sopra la legge. Sei in una democrazia. Ricomponiti!”, attacca. La segretaria del Pd Elly Schlein accusa la capa del governo di voler intorbidare le acque: “È evidente che Meloni alzi lo scontro coi giudici per non parlare del merito della questione: la scelta politica di riportare a casa un torturatore libico. E per continuare la sua ostinata ricerca di un nemico al giorno, oggi un magistrato che ha fatto una mera comunicazione prescritta dalla legge. Questa macchina del fango della destra per colpire singole persone deve finire. È inaccettabile che chi governa usi il suo potere per deligittimarne un altro previsto in Costituzione”. Per il leader dei Verdi Angelo Bonelli, quello della premier “è un attacco gravissimo all’indipendenza della giustizia e un goffo tentativo di insabbiare le colpe del governo”. Mentre il leader di +Europa, Riccardo Magi, parla di “deliri di onnipotenza di una premier che si sente al di sopra della legge e che continua a fuggire dalle proprie responsabilità”.
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