Von der Leyen: rilanciamo la competitività dell’Europa, senza rinunciare al Green Deal

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L’Unione Europea rilancia sulla competitività senza perdere traccia dei propri obiettivi di transizione green. La presidente della Commissione, Ursula Von der Leyen, ha presentato la nuova bussola A Competitiveness Compass for the EU, che traccia la road map per rafforzare la competitività del sistema economico europeo.

Il Competitiveness Compass si concentra su tre pilastri:

  1. Colmare il divario dell’innovazione
  2. Un piano congiunto per la decarbonizzazione e la competitività
  3. Ridurre le dipendenze e rafforzare la resilienza e la sicurezza economica

Questi pilastri sono supportati da fattori trasversali fondamentali per la competitività: la semplificazione, la riduzione delle barriere nel Mercato Unico, considerata la risorsa più preziosa in un mondo dominato dai giganti, il finanziamento della competitività, le competenze e la qualità dell’occupazione, oltre a un migliore coordinamento.

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“Voglio iniziare sottolineando i punti di forza dell’Unione Europea. Abbiamo una solida base industriale e manifatturiera, una forza lavoro altamente qualificata e istruita, forse la più istruita al mondo. Possediamo un Mercato Unico di dimensioni continentali, siamo la seconda economia globale e il più grande attore commerciale mondiale. Il nostro quadro normativo è stabile e prevedibile, e abbiamo una maggiore aspettativa di vita e minori disuguaglianze rispetto ai nostri concorrenti globali. Tuttavia, l’Europa è anche frenata da alcune debolezze” ha sottolineato Von der Leyen, “egli ultimi 20-25 anni, il nostro modello economico si è basato su manodopera a basso costo dalla Cina, energia presumibilmente economica dalla Russia e una sicurezza parzialmente esternalizzata. Quei tempi sono finiti. Oggi l’Europa continua a restare indietro rispetto a Stati Uniti e Cina in termini di crescita della produttività, e dobbiamo colmare queste lacune per riconquistare competitività”.

Il Competitiveness Compass, approvato ieri dalla Commissione, è la messa in pratica delle indicazioni pervenute dal Rapporto redatto da Mario Draghi che ha delineato la direzione che seguirà l’Europa nei prossimi anni.

Primo pilastro: guidare la produttività attraverso l’innovazione

L’industria europea è diventata troppo statica, con poche start-up capaci di sviluppare tecnologie dirompenti. L’obiettivo della nuova strategia è riaccendere il motore dell’innovazione, facendo leva sulle notevoli capacità di ricerca esui  talenti del Vecchio Continente. Un dato per comprendere il fenomeno: il numero di domande di brevetto depositate a livello globale in Europa è pari a quello di Stati Uniti e Cina, ma solo un terzo di questi brevetti viene sfruttato commercialmente.

Inoltre, solo il 13,5% delle aziende europee utilizza l’intelligenza artificiale, ovvero una su sette. La Commissione vuole quindi incentivare l’uso dell’AI lanciando una strategia ampia sull’IA, che includerà l’iniziativa denominata Apply AI, per favorire l’adozione industriale dell’intelligenza artificiale nei settori chiave, e il programma AI Factories Initiative, per permettere alle aziende di addestrare e sviluppare i propri modelli con supercomputer.

La Commissione presenterà anche piani d’azione su materiali avanzati, quantum computing, biotecnologie, robotica e tecnologie spaziali. Parallelamente, sarà introdotta la Start-up and Scale-up Strategy, per superare le barriere del Mercato Unico e migliorare l’accesso ai capitali.

Oggi, le start-up innovative affrontano 27 diversi quadri normativi nazionali, il che ostacola la loro crescita. Sarà offerta quindi la possibilità di aderire a un “28° regime”, un unico insieme di regole volontarie per tutto il territorio europeo.

L’accesso al capitale di rischio è un altro ostacolo. Solo il 5% del capitale di rischio globale viene raccolto nell’UE, contro il 52% negli Stati Uniti e il 40% in Cina. L’Europa non manca di capitali: il risparmio delle famiglie europee ammonta a 1,4 trilioni di euro all’anno, rispetto agli 800 miliardi di dollari negli USA. Tuttavia, manca un mercato dei capitali efficiente che trasformi questi risparmi in investimenti. Per questo, sarà presentato quest’anno il programma l’Unione Europea del Risparmio e degli Investimenti, che creerà nuovi prodotti finanziari e incentiverà gli investimenti in capitale di rischio.

Secondo pilastro: decarbonizzazione e competitività

La transizione verso un’economia a zero emissioni è essenziale per la prosperità europea e dell’intero globo. L’Unione Europea manterrà saldamente gli obiettivi del Green Deal. L’industria delle tecnologie pulite sta cercando opportunità e l’Europa è aperta al business. “Siamo già leader mondiali in tecnologie pulite come turbine eoliche, elettrolizzatori e carburanti a basse emissioni. Oltre un quinto delle tecnologie pulite globali è sviluppato in Europa. Per mantenere la nostra leadership”, ha ribadito la presidente della Commissione europea, “garantiremo certezza negli investimenti, priorità negli appalti pubblici e aiuti di Stato mirati nei settori strategici. Supporteremo le industrie tradizionali nella transizione, ad esempio con il “Strategic Dialogue on the Future of the Automotive Industry, che sarà lanciato domani”.

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Un altro punto cruciale è il costo dell’energia. Già prima della guerra in Ucraina i prezzi erano alti, rispetto ad altre economie, poi la dipendenza dal gas russo ha portato a rialzi esorbitanti. Ora i prezzi sono tornati ai livelli prebellici, ma restano troppo elevati secondo la Commissione e le imprese europee. Per questo, nelle prossime settimane sarà introdotto l’Affordable Energy Action Plan per ridurre strutturalmente i costi energetici per l’industria.

Terzo pilastro: resilienza e sicurezza economica

L’Europa è un campione del commercio, con accordi con 76 Paesi e un peso economico pari al 38% del PIL mondiale. In un contesto globale incerto, sempre più partner cercano di collaborare con la UE. “L’Europa non impone condizioni nascoste: investiamo lungo l’intera catena del valore nei Paesi partner e importiamo i prodotti finiti nell’UE, garantendo benefici reciproci. Per questo”, ha precisato Von der Leyen, “abbiamo lanciato una nuova generazione di accordi commerciali per assicurare approvvigionamenti di materie prime, energia pulita e tecnologie verdi da tutto il mondo”.

Fattori trasversali: semplificazione e sviluppo delle competenze

Uno dei fattori penalizzanti che lamentano le aziende europee è l’eccessiva burocrazia e i tempi lunghi per i permessi. Per ridurre la complessità, il prossimo mese sarà presentato un primo pacchetto di semplificazione, che includerà una revisione della finanza sostenibile, della due diligence sulla sostenibilità e della tassonomia. L’obiettivo è ridurre del 25% gli obblighi di rendicontazione per tutte le aziende e del 35% per le PMI, con un risparmio stimato di oltre 37 miliardi di euro all’anno.

Infine, lo sviluppo delle competenze è essenziale. L’occupazione è al 75%, con solo il 6% di disoccupazione, ma la carenza di manodopera qualificata è già evidente. Per affrontare questa sfida, sarà lanciata quest’anno “l’Unione Europea delle Competenze” per riqualificare e aggiornare la forza lavoro.

Conclusione

Il Competitiveness Compass è un piano chiaro con una roadmap ben definita. “Abbiamo la volontà politica di attuarlo. Ora contano velocità e unità: dobbiamo accelerare perché il mondo non aspetta. L’endorsement unanime dei leader UE nel vertice di Budapest dimostra che siamo sulla strada giusta. Adesso è il momento di agire” ha concluso Von der Leyen.



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