Puntare sulla competitività per rilanciare l’auto in Europa

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L’industria dell’auto in Europa sta vivendo un periodo di profonda trasformazione, in un contesto globale altamente competitivo. Sebbene si parli frequentemente di crisi, è fondamentale distinguere tra difficoltà effettive del comparto e narrazioni che rischiano di esacerbare la percezione di rischio del declino del settore. Pur senza sottovalutare il problema, è bene ricordare che negli ultimi anni i produttori europei hanno registrato profitti record, distribuendo dividendi straordinari ai propri azionisti. Questi risultati non possono essere considerati un “canto del cigno”, soprattutto se si considera che, parallelamente, le aziende del comparto hanno investito centinaia di miliardi di euro in innovazione e nella riconversione delle produzioni verso i veicoli elettrici. Investimenti, questi, resi possibili anche grazie alla lungimiranza e alla stabilità delle politiche europee, che hanno limitato i ritardi rispetto ai concorrenti. Tuttavia, è evidente che la storica posizione di leadership dell’industria dell’auto europea è oggi messa in discussione.

Di fronte alle nuove sfide, la Commissione europea avvia oggi il “Dialogo Strategico sul Futuro dell’Industria Automobilistica Europea” coinvolgendo costruttori, fornitori, operatori energetici e delle infrastrutture di ricarica, parti sociali e società civile. L’obiettivo di tale confronto è lo sviluppo di un piano di azione condiviso, finalizzato a rilanciare la competitività del settore nel quadro delle politiche europee di decarbonizzazione della mobilità su strada.

Priorità assoluta: innovazione tecnologica

Secondo Bruxelles, uno degli elementi più critici per il futuro dell’industria dell’auto in Europa riguarda l’innovazione tecnologica. Infatti, tecnologie come le batterie di nuova generazione, i software avanzati e i sistemi di guida autonoma stanno diventando l’unità di misura della competitività del settore automobilistico globale. Queste tecnologie, che definiscono il futuro della mobilità, rappresentano un’area in cui l’Europa fatica a mantenere il passo rispetto a Stati Uniti e Cina. Le batterie, in particolare, non solo devono offrire prestazioni migliori in termini di durata e capacità di carica, ma devono anche essere più economiche e più sostenibili. I produttori di veicoli elettrici stanno facendo ampi investimenti in ricerca e sviluppo per migliorare l’efficienza e ridurre i costi delle batterie, ma il processo è lungo e oneroso. Allo stesso modo, la crescente digitalizzazione e l’adozione di sistemi di guida autonoma richiedono significativi investimenti in meccatronica, software avanzati e infrastrutture per supportare le innovazioni. Questo percorso richiede risorse finanziarie considerevoli per sostenere piani di sviluppo in grado di mettere le aziende nelle condizioni di giocare la partita della competitività. Il rischio associato agli investimenti, in progetti con tempi di sviluppo molto lunghi, è elevato. Per questo, è essenziale esplorare la possibilità di introdurre strumenti finanziari e regolatori di supporto, quali incentivi fiscali o forme di garanzie pubbliche per attrarre investimenti privati e supportare i progetti di ricerca e sviluppo.

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Un altro aspetto cruciale di questo Dialogo riguarderà il sostegno alle start-up, che spesso sono le prime a sviluppare soluzioni innovative in ambiti di frontiera, per le batterie come nell’ambito dell’intelligenza artificiale. Per queste realtà, è essenziale creare un quadro normativo che ne faciliti l’ingresso nel mercato e che favorisca il loro sviluppo, assicurando che le risorse vengano indirizzate in modo mirato.

Promuovere la ricerca, supportare le start-up e creare un ambiente favorevole agli investimenti di rischio in tecnologie di avanguardia sono azioni cruciali per garantire che l’Europa rimanga competitiva in un mercato globale sempre più sfidante.

Veicoli elettrici e mercato

Il passaggio alla mobilità elettrica rappresenta una strada obbligata per garantire la decarbonizzazione della mobilità su strada. Tuttavia, sono evidenti le difficoltà di accettazione da parte del mercato, che devono essere affrontate con tempestività. Uno degli ostacoli più evidenti è il costo dei veicoli nel breve periodo. I veicoli elettrici sono ancora più cari all’acquisto rispetto ai modelli a combustione. Questo rappresenta un deterrente per molti consumatori, nonostante i risparmi a lungo termine derivanti da inferiori costi di gestione (minori spese per carburante e manutenzione). Per rendere i veicoli elettrici più accessibili, è essenziale lavorare su due fronti: da un lato, riducendo i costi di produzione attraverso innovazioni di processo ed economie di scala, e dall’altro, garantendo incentivi fiscali e sussidi che possano alleggerire l’onere iniziale per i consumatori. A oggi, gli incentivi variano notevolmente tra i diversi Stati membri dell’UE, creando frammentazione nel mercato. Per contrastare questo fenomeno, la Commissione evidenzia l’utilità di coordinare e armonizzare le misure fiscali e di incentivo tra Paesi, nonché espandere la domanda attraverso il public procurement, per rendere l’acquisto di un veicolo elettrico più accessibile a una più ampia fascia di popolazione.

Un altro nodo critico del mercato della domanda di veicoli elettrici è rappresentato dalla disponibilità e dall’adeguatezza delle infrastrutture di ricarica. La diffusione di auto elettriche è strettamente legata alla presenza di una rete di ricarica capillare, affidabile e veloce. Tuttavia, in molte regioni europee, l’infrastruttura è ancora insufficiente o mal distribuita, con aree urbane meglio servite rispetto a quelle rurali o periferiche. Questo squilibrio rischia di limitare l’adozione degli EV, soprattutto per chi viaggia su lunghe distanze. Per affrontare questo problema, è necessario un impegno congiunto tra governi, imprese energetiche e operatori privati per accelerare lo sviluppo di una rete di ricarica interoperabile e ad alta capacità, che possa supportare la crescente domanda di mobilità elettrica.

La Commissione propone anche di migliorare le informazioni rivolte ai consumatori, per far comprendere i benefici della mobilità elettrica. In questo senso è certamente utile intervenire per una più efficace comunicazione della sostenibilità ambientale dei veicoli elettrici, come le etichette di emissione di CO2, ma anche delle opportunità di risparmio economico nel loro utilizzo nel ciclo di vita di utilizzo dei veicoli. Su questo tipo di comunicazione anche i produttori devono investire molto.

Infine, un altro elemento centrale del Dialogo riguarda il rafforzamento delle collaborazioni industriali per sviluppare veicoli elettrici più economici, che possano essere accessibili a un pubblico più ampio. Questo implica il sostegno a iniziative congiunte tra costruttori, fornitori di componenti e start-up. La cooperazione tra il settore pubblico e privato sarà fondamentale per promuovere la ricerca e lo sviluppo di tecnologie avanzate fruibili su larga scala.

La combinazione di incentivi fiscali, un’infrastruttura di ricarica più capillare, una corretta informazione e politiche di collaborazione industriale costituiranno la base per rendere la mobilità elettrica una realtà accessibile a tutti e accelerare il raggiungimento degli obiettivi di decarbonizzazione a livello europeo in un quadro di rilancio della competitività del settore.

Competitività e costi di produzione

Sul fronte della competitività stricto sensu, uno dei problemi più urgenti da risolvere è il costo elevato dei fattori produttivi, come energia, lavoro e materie prime. In questo, l’industria europea soffre di uno svantaggio competitivo rispetto a competitor asiatici o americani. L’Europa, rispetto ad altre regioni, paga prezzi maggiori per l’energia a causa della dipendenza da fonti energetiche fossili di importazione. Una delle priorità sarà quindi accelerare l’incremento della produzione di energia rinnovabile. Inoltre, dovranno essere valutate misure per migliorare l’efficienza energetica nei processi produttivi, riducendo ulteriormente i consumi e i costi associati.

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Un altro aspetto cruciale riguarda la gestione delle materie prime, in particolare quelle critiche essenziali, ad esempio, nella produzione di batterie. L’Europa dipende fortemente dalle importazioni di questi materiali, il che la rende vulnerabile a fluttuazioni dei prezzi e a interruzioni delle catene di approvvigionamento. Per mitigare questi rischi, il Dialogo promuoverà il riciclo di materiali critici, sviluppando tecnologie e processi industriali che permettano di recuperare e riutilizzare questi materiali dai veicoli a fine vita. Parallelamente, dovranno essere rafforzate le partnership strategiche con Paesi produttori di queste materie prime, al fine di garantire un accesso stabile e sicuro a questi materiali, riducendo i rischi di approvvigionamento.

Sul fronte del lavoro, una delle priorità è l’adattamento delle competenze dei lavoratori alle nuove esigenze del settore. Con il rapido progresso tecnologico, le competenze richieste sono in continua evoluzione. Le imprese europee devono formare una forza lavoro capace di operare con tecnologie avanzate come la robotica, l’intelligenza artificiale e la gestione dei dati. Questo potrà avvenire attraverso una stretta collaborazione tra industria e settore pubblico, con iniziative come la creazione di accademie specializzate per la formazione, che possano fornire ai lavoratori le competenze necessarie per operare in un contesto sempre più tecnologico e innovativo. Inoltre, sarà necessario promuovere programmi di riqualificazione dei lavoratori attuali.

Mantenere e rafforzare la competitività dell’industria automobilistica europea, richiede un approccio olistico che affronti i costi energetici, promuova l’economia circolare, adegui le competenze della forza lavoro e integri tecnologie avanzate nei processi produttivi. Attraverso una strategia coordinata e una collaborazione tra settore pubblico e privato l’Europa potrà competere efficacemente nel panorama globale, garantendo al contempo una transizione giusta e sostenibile verso la mobilità del futuro.

Concorrenza globale e politiche commerciali

La crescente pressione competitiva a livello globale ha portato alla necessità di prestare una maggiore attenzione alle dinamiche delle relazioni commerciali e alla promozione di una concorrenza leale tra le nazioni. Negli anni, infatti, molti Paesi hanno adottato politiche industriali particolarmente aggressive, sostenendo le proprie industrie automobilistiche con ingenti sovvenzioni statali. Questi incentivi finanziari, uniti a politiche di crescita industriale mirate, hanno dato vita a una sovracapacità produttiva, in particolare in Cina, con il rischio di generare c una distorsione dei mercati globali. Questo fenomeno ha sollevato preoccupazioni in merito all’impatto che tali politiche potrebbero avere sulla sostenibilità a lungo termine del settore automobilistico europeo. In questo senso, il Dialogo Strategico promosso dalla Commissione, si propone di acquisire raccomandazioni da parte degli stakeholder da integrare del dibattito sugli sviluppi di policy in merito alle misure commerciali internazionali.

Il Dialogo affronterà anche il tema degli investimenti diretti provenienti da Paesi terzi nella filiera automotive europea. Con l’espansione globale delle catene del valore e la crescente interconnessione tra mercati, è necessario stabilire criteri per gli investimenti esteri che non penalizzino le catene di fornitura locali, ma anzi le rafforzino attraverso trasferimento di conoscenza. In quest’ottica è essenziale valutare le implicazioni di questi investimenti e identificare le misure più appropriate per favorirli, evitando alterazioni nell’equilibrio del mercato interno. Inoltre, la Commissione europea vuole garantire che le normative sull’origine dei prodotti, in particolare per i veicoli e i componenti automotive, non ostacolino la competitività delle imprese europee. Le regole riguardanti la provenienza dei materiali e la trasparenza delle catene di approvvigionamento devono essere efficaci nel promuovere la sostenibilità e la trasparenza senza penalizzare le industrie locali che operano nell’Unione.

Vi è poi la questione dei nuovi mercati emergenti. L’Africa, l’America Latina e altre regioni stanno diventando mercati sempre più rilevanti per le dinamiche globali dell’industria dell’auto. Questi mercati offrono nuove opportunità per le imprese europee, ma anche nuove sfide in termini di concorrenza. Il Dialogo Strategico valuterà come affrontare queste sfide, garantendo che le stesse regole siano applicate sia ai produttori europei che ai produttori internazionali che operano in questi mercati. Ciò include l’indagine circa le politiche commerciali in vigore nei diversi Stati e la promozione di obblighi normativi equi, ad esempio per quanto riguarda le questioni ambientali, sociali e di governance (ESG).

Semplificazione normativa e standardizzazione

In un settore dinamico come quello automotive, le imprese non possono permettersi di essere rallentate da un quadro normativo rigido e frammentato. In questo senso, il Dialogo mira a identificare le aree più problematiche e le criticità, con l’obiettivo di proporre soluzioni e pratiche per semplificare il quadro legislativo, garantendo maggiore coerenza, omogeneità e compatibilità tra le norme, pur senza limitarne l’efficacia e l’utilità. Inoltre, la lentezza con cui vengono adottate nuove regolamentazioni, unita al rischio di modifiche sostanziali di quelle vigenti, crea incertezze che le imprese faticano a gestire. Il Dialogo si propone quindi di introdurre meccanismi più rapidi e trasparenti per l’approvazione di normative, in modo che le aziende possano agilmente pianificare i loro investimenti a lungo termine e adeguarsi in modo tempestivo alle nuove regole.

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Parallelamente alla semplificazione delle normative, il Dialogo intende promuovere una maggiore autonomia del settore nell’organizzazione interna delle sue attività. In questo contesto, uno degli aspetti cruciali riguarda l’adozione di standard tecnici comuni tra le aziende, ad esempio per quanto riguarda l’infrastruttura di ricarica dei veicoli elettrici e le batterie. La creazione di standard comuni potrebbe favorire l’interoperabilità tra sistemi e ridurre i costi legati alla diversificazione delle tecnologie.

Semplificare il quadro normativo e promuovere l’autorganizzazione del settore rappresentano passi fondamentali per rafforzare la competitività. Attraverso una legislazione più chiara e coerente e una maggiore collaborazione tra le imprese sarà possibile accelerare la transizione verso la mobilità elettrica mantenendo una leadership europea nel settore a livello globale.

Verso un piano di sostegno concertato all’industria in transizione

Dal confronto e dialogo con i principali stakeholder del settore, dovranno emergere indicazioni per lo sviluppo di un piano di sostegno all’industria automobilistica europea, che dovrà essere allineato con gli obiettivi della strategia di decarbonizzazione dell’Unione europea. In questo processo, i contributi provenienti da diversi settori permetteranno di indirizzare ulteriori problematiche cruciali per il raggiungimento degli obiettivi comuni, di cui la Commissione potrà tenere conto per allargare le proprie valutazioni e analisi.

La speranza è che tutte le parti coinvolte si concentrino sulla risoluzione dei principali ostacoli che oggi frenano la piena transizione alla mobilità elettrica in Europa. In particolare, il focus dovrà essere posto sull’armonizzazione delle politiche e sul superamento delle difficoltà strutturali che rendono difficile una piena adozione di soluzioni tecnologicamente avanzate.

In questo contesto, è fondamentale evitare contrapposizioni che possano indebolire l’efficacia delle politiche comuni, sottraendo dal Dialogo la richiesta di interventi presentanti come “urgenti”, ma in verità ingiustificati, di modifica del regolamento sugli standard di CO2. La priorità deve essere quella di allineare tutti gli attori intorno a una visione condivisa e ad azioni concrete, evitando divisioni che possano compromettere l’efficacia delle politiche e ridurre la possibilità di affrontare con successo la transizione. Solo un approccio concertato, che includa un’analisi approfondita delle problematiche e delle loro possibili soluzioni, potrà garantire che l’industria automobilistica europea in transizione emerga più forte e competitiva, insieme all’Europa tutta.

Foto di SweetBunFactory

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