Effettua la tua ricerca
More results...
Mutuo 100% per acquisto in asta
assistenza e consulenza per acquisto immobili in asta
5 min
L’economista del gruppo bancario presenta l’outlook 2025 per l’Italia: PIL allo 0,7% e inflazione all’1.7%. Il ruolo del PNRR sarà cruciale per investimenti infrastrutturali e tecnologici
Viviamo tempi complicati ma l’economia italiana potrebbe andare un po’ meglio rispetto all’ultimo biennio. È quello che, in soldoni, afferma Paolo Pizzoli, senior economist di ING, presentando a Milano l’outlook 2025 sul Belpaese. Il dato previsto è dello 0,7% di crescita, con una ripresa graduale, soprattutto nella seconda parte dell’anno, grazie ai consumi. L’inflazione, invece, dovrebbe stare attorno all’1,7%, con un progressivo riavvicinamento all’obiettivo BCE del 2%. “L’evoluzione del mercato del lavoro potrebbe influenzare il quadro inflazionistico: la crescita delle retribuzioni dovrebbe in linea di principio rallentare, ma la persistenza di squilibri tra domanda e offerta nel mercato del lavoro potrebbe esercitare pressioni sui salari a livello settoriale, con ricadute sulla dinamica inflazionistica, in particolare nei servizi”, commenta Pizzoli. Il dato sarà comunque compatibile con una crescita dei consumi, “perché la componente energetica non dovrebbe tornare ad esercitare l’impatto significativo che ha avuto negli anni recenti”.
📰 Leggi anche “S&P Global: nel 2025 l’Italia crescerà allo 0,9%“
Italia in ripresa
Con il comparto manifatturiero in recessione ormai da due anni e con quello delle costruzioni che sconta il superbonus, il peso della crescita graverà sulle spalle dei servizi. Sul fronte della domanda, i consumi sono destinati ad essere uno dei principali motori della crescita economica. “Nonostante la pressione esercitata dall’inflazione negli ultimi anni, la tenuta del mercato del lavoro e il graduale aumento dei salari reali dovrebbero favorire un progressivo recupero del potere d’acquisto. Un’ulteriore riduzione del tasso di risparmio verso i livelli pre-covid creerebbe spazio per la spesa delle famiglie. Il settore dei servizi, in particolare il turismo, potrebbe beneficiare di questa dinamica, contribuendo alla crescita complessiva”, dice l’economista. Sul fronte degli investimenti, Pizzoli sostiene che “siamo invece in una fase dove il ruolo del PNRR sarà cruciale nel favorire lo sviluppo delle infrastrutture tecnologiche”. E anche nel comparto bancario, sebbene la domanda di prestiti resti debole, si intravedono segnali di ripresa nei mutui per l’acquisto di abitazioni e nei prestiti alle imprese già nel primo trimestre del 2025.
📰 Leggi anche “Le banche italiane prime per crescita di capitalizzazione“
Va bene anche per l’export che ha “performato meglio che altrove, grazie alla minore vulnerabilità della struttura esportativa nazionale”. Certo, bisognerà tenere d’occhio gli Stati Uniti e le politiche tariffarie del neo presidente Donald Trump. “La recente normalizzazione potrebbe rallentare nel momento in cui ci dovessero essere nuovi dazi americani”, dice l’esperto, evidenziando che “il saldo commerciale positivo italiano nei confronti degli USA viaggia sui 40 miliardi di euro, livelli storicamente molto elevati”. Secondo l’economista, l’amministrazione Trump metterà l’Europa con le spalle a muro e la costringerà a fare i conti con sé stessa su vari fronti, tra cui quello economico. “Abbiamo già potenzialmente un piano scritto, ovvero il rapporto Draghi, ma per essere messo in atto c’è bisogno di un forte grado di coesione politica”.
Il mercato apprezza (ma servono più riforme)
La posizione dell’Italia, insomma, è soddisfacente e il mercato sembra apprezzare. “Siamo stati capaci di riguadagnarci la fiducia con un approccio di finanza pubblica non conflittuale nei confronti di Bruxelles, con un atteggiamento cooperativo che ha accolto bene il cambiamento della governance”, spiega Pizzoli. Tuttavia, gli investitori gradirebbero qualche sforzo in più in termini di riforme. “Credo sia un elemento cruciale”, continua l’economista. Al momento il governo è impegnato in una fase di aggiustamenti dei conti: la legge di bilancio, ad esempio, è prudente e concentrata su poche misure. Bisogna quindi sfruttare il Next Gen EU, “una grande opportunità che ci aiuterà fino alla fine del 2026, attraverso il canale diretto degli investimenti”. Il programma procede spedito sul fronte dei pagamenti, meno invece su quello della spesa. Secondo la Corte dei Conti, a fine settembre 2024 sono stati spesi circa 58 miliardi su un totale di 194, cioè circa il 30%, includendo i 27 miliardi del superbonus dei crediti d’imposta. “C’è ancora parecchia strada da fare e i tempi stringono”, afferma Pizzoli. Sarà necessario accelerare quanto prima.
Vuoi ricevere ogni mattina le notizie di FocusRisparmio? Iscriviti alla newsletter!
Registrati sul sito, entra nell’area riservata e richiedila selezionando la voce “Voglio ricevere la newsletter” nella sezione “I MIEI SERVIZI”.
***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****
Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link