Prosegue la politica di allentamento della politica monetaria della BCE. Il tasso sui depositi รจ stato ridotto dal 3% al 2,75%
Prosegue la politica di allentamento della politica monetaria della BCE, dopo i tagli decisi nelle riunioni del 12 settembre 2024, del 17 ottobre 2024 e del 12 dicembre 2024.
Come nelle attese degli analisti, lโistituto centrale ha tagliato i tassi di interesse di 25 punti base; in particolare, il tasso sui depositi (il tasso mediante il quale orienta la politica monetaria) รจ stato ridotto dal 3% al 2,75%.
Nel corso della conferenza stampa a commento delle decisioni di politica monetaria, la presidente della BCE, Christine Lagrade, ha precisato che la decisione di tagliare i tassi di interesse di 25 punti base รจ stata presa all’unanimitร , aggiungendo che non รจ stata presa in considerazione la possibilitร di una sforbiciata di 50 punti base. La numero uno della BCE ha ribadito che l’istituto non รจ vincolato a un particolare percorso dei tassi.
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Le decisioni della BCE nella riunione del 30 gennaio 2025
Il Consiglio direttivo ha deciso di tagliare di 25 punti base i tre tassi di interesse di riferimento della BCE. Pertanto, i tassi di interesse sulle operazioni di rifinanziamento principali, sulle operazioni di rifinanziamento marginale e sui depositi presso la banca centrale sono stati ridotti rispettivamente al 2,9% (dal 3,15%), al 3,15% (dal 3,4%) e al 2,75% (dal 3%). e modifiche entreranno in vigore il 5 febbraio.
L’istituto ha segnalato che la decisione di ridurre il tasso sui depositi presso la banca centrale (tasso mediante il quale il Consiglio direttivo orienta la politica monetaria) scaturisce dalla valutazione aggiornata delle prospettive di inflazione, della dinamica dellโinflazione di fondo e dellโintensitร della trasmissione della politica monetaria.
I vertici della banca centrale evidenziano che il processo disinflazionistico รจ ben avviato, aggiungendo che lโinflazione ha continuato a evolvere sostanzialmente in linea con le proiezioni e dovrebbe tornare allโobiettivo del Consiglio direttivo del 2% a medio termine nel corso dellโanno. “Lโinflazione interna resta elevata, principalmente perchรฉ salari e prezzi in determinati settori si stanno ancora adeguando al passato incremento dellโinflazione con considerevole ritardo”, ha precisato il consiglio direttivo.
Il Consiglio direttivo resta determinato ad assicurare che lโinflazione si stabilizzi durevolmente sul suo obiettivo del 2% a medio termine. Per definire lโorientamento di politica monetaria adeguato il Consiglio direttivo continuerร a seguire un approccio guidato dai dati in base al quale le decisioni vengono definite di volta in volta a ogni riunione. In particolare, le decisioni sui tassi di interesse saranno basate sulla sua valutazione delle prospettive di inflazione, considerati i nuovi dati economici e finanziari, della dinamica dellโinflazione di fondo e dellโintensitร della trasmissione della politica monetaria, senza vincolarsi a un particolare percorso dei tassi.
Il Consiglio direttivo ha evidenziato che il portafoglio del PAA (Programma di acquisto di attivitร ) e del PEPP (pandemic emergency purchase programme) si stanno riducendo a un ritmo misurato e prevedibile, dato che lโEurosistema non reinveste piรน il capitale rimborsato sui titoli in scadenza.
Infine, il Consiglio direttivo ha confermato di essere pronto ad adeguare tutti gli strumenti a disposizione nellโambito del proprio mandato per assicurare che lโinflazione si stabilizzi durevolmente sullโobiettivo del 2% a medio termine e per preservare lโordinata trasmissione della politica monetaria. Lo strumento di protezione del meccanismo di trasmissione della politica monetaria puรฒ essere utilizzato per contrastare ingiustificate, disordinate dinamiche di mercato che mettano seriamente a repentaglio la trasmissione della politica monetaria in tutti i paesi dellโarea dellโeuro, consentendo al Consiglio direttivo di assolvere con piรน efficacia il mandato di preservare la stabilitร dei prezzi.
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Le reazioni degli analisti alle indicazioni della BCE
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David Zahn – Head of European Fixed Income di Franklin Templeton – ipotizza che la BCE possa tagliare i tassi di interesse all’1,5% entro la fine del 2025:
La Banca centrale europea ha ridotto il tasso di deposito di 25 punti base al 2,75%, come previsto. A nostro avviso, prevediamo che i tassi si ridurranno allโ1,5% entro la fine del 2025.
Gli analisti prevedono ulteriori tagli, che potrebbero portare il tasso al 2% entro la fine del 2025. Lโeconomia stagnante dell’euro, con una crescita del PIL dello 0,0% nel quarto trimestre 2024, suggerisce la necessitร di ulteriori allentamenti monetari. Sebbene l’inflazione rimanga una preoccupazione, il rallentamento economico รจ destinato a prendere il sopravvento. Le previsioni di marzo saranno cruciali per confermare la traiettoria di ulteriori tagli dei tassi da parte della BCE nel corso del 2025. Una BCE piรน accomodante dovrebbe sostenere le obbligazioni europee, in particolare il segmento a breve termine del mercato.
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Secondo Nicolas Forest – CIO di Candriam – la BCE arriverร a un tasso finale del 2%:
La BCE rimane ancorata al suo approccio dipendente dai dati, che va da riunione a riunione, senza dare ulteriori indicazioni su ulteriori tagli e senza modificare il suo orientamento politico.
L’incertezza รจ troppo alta perchรฉ la banca centrale possa prendere posizione sul percorso dei tassi in luce di potenziali dazi di Trump. I dazi statunitensi e le eventuali successive ritorsioni peserebbero sulla crescita europea e costituirebbero un rischio per il processo di disinflazione. La Bank of Canada ha la stessa preoccupazione: ieri ha tagliato i tassi d’interesse, ma non ha dato indicazioni sul percorso dei tassi in quanto l’impatto dei dazi statunitensi sulle prospettive economiche del Paese รจ incerto.
La prossima riunione della BCE a marzo dovrebbe essere piรน importante e saranno disponibili piรน dati, comprese le proiezioni trimestrali.
Con il costo del credito ancora elevato e le deboli prospettive per l’economia europea, prevediamo ancora tre tagli dei tassi da parte della Bce quest’anno, con un tasso finale del 2%, in linea con i prezzi di mercato. Riteniamo che la BCE debba continuare a concentrarsi sulla crescita piuttosto che sul rischio residuo di inflazione, al contrario della Fed.
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Martina Daga – Macro Economist di AcomeA SGR – ha messo l’accento sul fatto che la BCE continui a non fornire una chiara forward guidance:
La Bce continua a non fornire una chiara forward guidance. Lagarde riconosce lโalto livello di incertezza del quadro macroeconomico, senza fare alcun pre-commitment sulle prossime mosse di politica monetaria, ma rimanendo data dependent. Le prossime decisioni rimangono guidate dallโoutlook di inflazione, dalle misure di inflazione core e dallโefficacia del meccanismo di trasmissione della politica monetaria. Nonostante questo, si puรฒ affermare che ci sia consenso nel Governing Council sul fatto che la politica monetaria sia ancora restrittiva e questo, insieme alla maggiore fiducia espressa sul raggiungimento del target di inflazione, punta alla necessitร di ulteriori tagli ai tassi di riferimento.
Ma perchรฉ mantenere un atteggiamento restrittivo se c’รจ sicurezza sul raggiungimento del target di inflazione? Il Governing Council sembra piuttosto restio sulla possibilitร di accelerare il ciclo e non si รจ nemmeno discusso di passare a tagli da 50 punti base. Allo stesso tempo Lagarde ritiene che sia ancora presto per iniziare a discutere su quale sia il livello del tasso neutrale. Tuttavia, unโindicazione verrร offerta dallโanalisi dello Staff della Bce che il 16 febbraio pubblicherร una revisione delle stime del range del tasso neutrale.
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Antonio Cesarano – Chief Global Strategist di Intermonte – ipotizza altri tagli, anche se il punto di arrivo รจ incerto:
La riunione di oggi della BCE ha avuto un carattere sostanzialmente interlocutorio, con il direttivo che ha optato per un taglio dei tassi dโinteresse da 25 punti base. Nel corso della conferenza stampa post-riunione, Christine Lagarde ha ribadito che, nonostante il quarto trimestre del 2024 si sia chiuso sottotono, lo scenario rimane allโinsegna di un recupero della crescita, seppur con qualche rischio al ribasso. Nel breve termine lโinflazione dovrebbe mantenersi sui livelli attuali, per poi riprendere la traiettoria verso lโobiettivo del 2%.
La direzione รจ chiara ed รจ quella di un taglio dei tassi, ma il punto di arrivo รจ ancora incerto. A questo proposito, Lagarde ha preannunciato che il 7 febbraio sarร pubblicato un report sul tasso neutrale, che, in base alle ultime indicazioni, dovrebbe attestarsi in un range tra lโ1,75% e il 2,25%.
Sul fronte criptovalute, Lagarde ha affermato che l’Eurosistema, cioรจ il sistema di banche centrali dell’area dell’euroย responsabile dell’attuazione della politica monetaria unica, non considera il bitcoin tra le valute di riserva, prediligendo asset piรน liquidi e sicuri.
In sintesi, gli operatori hanno mantenuto inalterate le attese di altri tre tagli da 25 punti base lโuno entro la fine del 2025, oltre a quello giร effettuato oggi, con lโobiettivo di riportare il tasso sui depositi al 2%. Al momento questo appare uno scenario condivisibile, con il principale rischio rappresentato da un eventuale rigurgito inflattivo come conseguenza dellโinasprimento delle politiche tariffarie di Trump. Da notare come, malgrado il differenziale dei tassi oggi si sia allargato, ritornando intorno ai 200 pb sul comparto a due anni, lโeuro si sia apprezzato, riflettendo probabilmente la reazione alle parole di Lagarde, che vedono i tagli dei tassi come la strada che porta al recupero della crescita e alla riduzione dei differenziali di crescita tra Europa e Stati Uniti.
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