Cari amici,
oggi pomeriggio su invito diĀ Antonio Santocono, presidente della Camera di Commercio di Padova, alla presenza dei rappresentanti delle associazioni presenti, presidenti delle associazioni della Provincia di Padova, operatori e imprenditori, ho partecipato allāincontroĀ āIl credito di domani per le Pmiā.
Questo incontro con NSA ā societĆ di mediazione creditizia specializzata nellāerogazione di finanziamenti alle imprese tramite il Fondo di Garanzia ā ha voluto mettere al centro un tema cruciale per il futuro delle nostre imprese e, piĆ¹ in generale, per la crescita e lo sviluppo dellāeconomia del nostro territorio: la necessitĆ di sostenere lāaccesso al credito delle PMI.
Parto da una fotografia realizzata dalla Cgia di Mestre per fare un ragionamento sul primo punto che ĆØ al centro dei lavori della giornata di oggi.
Parliamo del credito concesso alle imprese. Ć un tema che riguarda tutta lāItalia.
Rispetto a 12 anni fa, il credito si ĆØ ridotto in Veneto del 37%, per un ammontare pari a 38 miliardi di euro.
I prestiti alle imprese del settore manifatturiero segnano, inĀ Ā Ā Ā Ā Ā Ā Ā provincia di Padova, un nuovo record negativo: secondo i dati di Banca dāItalia, aggiornati al 31 ottobre 2024, non si superano i 4,6 miliardi, con un calo dellā8% nellāarco degli ultimi dodici mesi.
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Ma il confronto piĆ¹ allarmante ĆØ quello con lāanno precedente: a gennaio 2023, lo stock dei finanziamenti era di 5,1 miliardi, il che significa una contrazione del 9,4% rispetto ad oggi.
Sono dati che colpiscono e devono indurre a una profonda riflessione.
Dopo la crisi delle banche popolari nei nostri territori (Veneto Banca e Popolare di Vicenza), una quota significativa delle imprese venete riporta un giudizio negativo sui rapporti con le banche. Ma non ĆØ solo questo a determinare un motivo di difficoltĆ per le imprese del nostro territorio. Lāaccesso al credito ha subito una contrazione anche in conseguenza di una congiuntura internazionale particolarmente problematica. Le guerre e lāinstabilitĆ politica anche Europea (basti pensare alla crisi di due Paesi fondatori come la Germania e la Francia), hanno un impatto negativo su tutto il circuito creditizio e di conseguenza sulle nostre imprese. Si ĆØ creata una distanza profonda tra il sistema bancario e gli operatori economici che va colmata e risolta, anche percorrendo strade diverse.
Ć palese come la soluzione delle difficoltĆ creditizie e lo sviluppo di nuove forme di finanziamento non potrĆ che migliorare questo sentiero di crescita con grandi opportunitĆ per tutti gli stakeholder veneti. Il Pil della nostra Regione deve continuare a crescere per far si che ciĆ² sia possibile ĆØ necessario sostenere le imprese con un largo ombrello creditizio.
La cosiddetta finanza alternativa ĆØ ancora poco conosciuta. Se volete, soprattutto da parte delle piccole medie imprese, cāĆØ ancora una certa resistenza culturale ad adottare questi strumenti. Ma ĆØ tempo di immaginare soluzioni diverse e soprattutto sostenibili per dare liquiditĆ alle nostre piccole e medie imprese, che sono lāossatura della nostra economia.
E torno ancora ai dati: secondo uno studio di qualche anno fa, solo il 7,6% delle imprese ritiene possibile lāadozione di questi strumenti alternativi.
Se ĆØ vero che gli operatori finanziari, fuori dal perimetro bancario, necessitano di un quadro regolatorio ad hoc, ĆØ altrettanto vero ed importante sottolineare come il compito delle istituzioni sia quello di promuovere iniziative che vadano nella direzione di rafforzare soprattutto il ruolo di cinghia di trasmissione tra risparmio e sistema produttivo.
Qualsiasi iniziativa che va in questa direzione deve essere valorizzata.
Questo ĆØ il solco in cui dobbiamo muoverci.
In questa cornice, affrontare il nodo delle difficoltĆ creditizie e sviluppare nuove forme di finanziamento per far fronte alle crisi di liquiditĆ non potrĆ che migliorare lāecosistema del credito a supporto delle nostre aziende, soprattutto delle piccole e medie imprese che sono il cuore del tessuto produttivo della nostra regione e della nostra provincia.
Un altro punto che voglio toccare perchĆ© sarĆ affrontato durante la giornata di oggi riguarda poi la questione dellāobbligo di assicurazione per le imprese. Come sapete al Senato ĆØ ora in discussione il decreto Milleproroghe, che conterrĆ emendamenti in tal senso. La questione principale ĆØ quella dello slittamento dellāobbligatorietĆ : si va verso un rinvio dal 31 dicembre 2024 al 31 marzo 2025 per quanto riguarda la scadenza entro la quale le imprese devono stipulare polizze contro la calamitĆ naturali.
Nel dettaglio, lāArt 13 prevede, come dicevamo prima, lo slittamento al 31 marzo dellāobbligo polizze per eventi straordinari catastrofali. So che, come richiesto da moltissimi esponenti del mondo assicurativo, doveva essere predisposto un decreto attuativo entro il 24 dicembre. Ma adesso analizziamo le ragioni che hanno reso necessario lo slittamento.
Il Ministero per le Imprese e per il Made in Italy, che ha formulato questa proposta, ha bisogno di ulteriore tempo per fare accordi di coassicurazione. Deve essere chiaro che il Governo e il Parlamento devono tener conto delle richieste del sistema produttivo e trovare una risposta che sia in equilibrio con le necessitĆ delle imprese, come di quelle delle assicurazioni che in questo momento rappresentano uno strumento importante per affrontare una questione che si propone con sempre maggiore urgenza. Alla luce di una ricorrenza di eventi climatici estremi che ormai esula dalla straordinarietĆ del fenomeno ā come dimostrano i frequenti fenomeni alluvionali che hanno colpito lāEmilia Romagna, il Veneto ed in generale il Nord Est del Paese ā la proroga risulta indispensabile per fornire il tempo necessario alle imprese e alle loro rappresentanze di stipulare accordi quadro con le compagnie assicurative, cosƬ da poter stabilire una programmazione dei costi assolutamente necessaria soprattutto quando i profili di rischio sono molto elevati.
Alla norma in vigore, introdotta dalla legge di bilancio per il 2024, si ricollegano, in caso di inadempimento entro il 31.03.25 da parte delle imprese, significative ripercussioni ā sia con riferimento allāassegnazione di contributi previsti in occasione di eventi calamitosi che, piĆ¹ in generale, nellāaccesso a finanziamenti o agevolazioni di carattere finanziario a valere sulle risorse pubbliche ā che andrebbero evitati nel breve periodo al fine di consentire alle imprese la stabilizzazione rispetto agli eventi (e ai costi connessi) che le hanno colpite nel corso degli ultimi mesi.
Tale proroga permetterebbe, inoltre, di stabilire condizioni tecniche di polizza a cui le compagnie di assicurazione devono attenersi nel determinare le coperture e nel fissare il premio previsto. Una piattaforma simile a quella per lāenergia, sulla quale le imprese potranno confrontare le offerte e verificare i prezzi in maniera trasparente. Il centrodestra al Governo terrĆ conto di tutti gli attori in campo, cercando di favorire una sinergia che non penalizzi le imprese e sostenga al contempo queste nuove forme di prevenzione dei rischi. Lāobiettivo comune di tutti ĆØ la crescita e bisogna lavorare nella stessa direzione, venendoci incontro, per creare un circolo virtuoso che consenta alle nostre imprese di rimanere competitive e in salute.
Grazie ai nuovi strumenti forniti dal Codice della Crisi di recente introduzione, sempre piĆ¹ spesso vediamo intervenire forme di supporto finanziario alternative al tradizionale ricorso al credito bancario, quali fondi di investimento o investitori privati.
Antonio
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