L’ex questura di via Ostuni, al Quarticciolo, è un palazzone di sei piani più ballatoio che affaccia proprio sulla piazza principale del quartiere. L’edificio, occupato abusivamente da una quarantina di famiglie, è di proprietà dell’Ater di Roma, l’azienda regionale delle case popolari che possiede numerosi caseggiati della zona, eppure, secondo quanto risulta a Il Tempo, sull’ex questura non sono state presentate denunce di occupazione abusiva. Ma che la situazione sia questa da anni – anzi, da oltre due decenni – lo sa persino il Comune, che nel Piano casa approvato dall’Assemblea capitolina nel 2023 evidenzia che l’occupazione del civico 9 di via Ostuni è iniziata nel 1999. Quasi 26 anni fa.
D’altra parte gli attivisti, che utilizzano i locali del ballatoio per attività sociali e culturali, di recente anche con il contributo economico del Comune, non fanno nulla per passare inosservati. Sabato scorso infatti, proprio davanti all’ex questura occupata, hanno radunato centinaia di per
L’ex questura di via Ostuni, al Quarticciolo, è un palazzone di sei piani più ballatoio che affaccia proprio sulla piazza principale del quartiere. L’edificio, occupato abusivamente da una quarantina di famiglie, è di proprietà dell’Ater di Roma, l’azienda regionale delle case popolari che possiede numerosi caseggiati della zona, eppure, secondo quanto risulta a Il Tempo, sull’ex questura non sono state presentate denunce di occupazione abusiva. Ma che la situazione sia questa da anni – anzi, da oltre due decenni – lo sa persino il Comune, che nel Piano casa approvato dall’Assemblea capitolina nel 2023 evidenzia che l’occupazione del civico 9 di via Ostuni è iniziata nel 1999. Quasi 26 anni fa.
D’altra parte gli attivisti, che utilizzano i locali del ballatoio per attività sociali e culturali, di recente anche con il contributo economico del Comune, non fanno nulla per passare inosservati. Sabato scorso infatti, proprio davanti all’ex questura occupata, hanno radunato centinaia di persone per protestare contro l’applicazione del «modello Caivano» al Quarticciolo, decisa a dicembre dal Governo Meloni con un decreto. Hanno affisso gli striscioni proprio sulla facciata del palazzo: «Difendiamo Quarticciolo – riportava uno di questi – Caivano non è un modello». Non sono mancati i soliti fumogeni rossi e i megafoni con cui diffondere il messaggio della manifestazione. Eppure, come si diceva, nessuno finora pare essersi accorto che quel palazzo, di proprietà pubblica, è occupato abusivamente.
Un nuovo «giallo» di quartiere che si aggiunge a un’altra circostanza poco chiara di cui Il Tempo ha scritto giovedì scorso, ovvero che ai civici 7 e 9 di via Ostuni non risulterebbero esserci utenze attive né per l’elettricità né per l’acqua. Eppure, come dimostrano le foto scattate quel giorno, durante la manifestazione le luci erano accese anche ai piani alti. Da capire come sia possibile che per oltre un quarto di secolo decine di famiglie abbiano potuto vivere in un edificio privo di regolare fornitura.
Però il problema, per gli attivisti del Quarticciolo è ora il decreto Caivano bis, che stanzia 180 milioni di euro in tre anni per sette Comuni e quartieri degradati in cui avviare interventi di riqualificazione e potenziamento dei servizi, sotto la guida di un commissario esterno. Il decreto potrebbe tradursi nell’arrivo di circa 25 milioni per il Quarticciolo (secondo l’assessore all’Urbanistica di Roma Capitale, Maurizio Veloccia, ne servono 30 per la rinascita del quartiere) ma sinistra e centri sociali preferiscono puntare il dito contro il rafforzamento della pubblica sicurezza.
«Siamo stati accusati di approccio securitario, come fosse una bestemmia – ha commentato il vicepresidente della Camera, Fabio Rampelli (FdI) – Ma al Quarticciolo la gente onesta non vive il quartiere, resta chiusa in casa. Il verde attrezzato inaugurato dall’Ater giorni fa è semi deserto, perché la zona è sequestrata da criminali, da spacciatori stranieri aumentati vertiginosamente per numero e per aggressività, tanto da ribellarsi ai clan, da gruppi di estremisti occupanti abusivi di decine di locali pubblici provenienti anche da altre zone di Roma». Secondo Rampelli, alla «gente onesta» del Quarticciolo «è necessario dimostrare che lo Stato c’è e li protegge».
Intanto polizia e carabinieri arrestano quotidianamente pusher di crack e cocaina, rischiando la pelle in prima persona. Giusto la settimana scorsa gli agenti che stavano per arrestare uno spacciatore tunisino sono stati accerchiati da venti persone pronte a usare lo spray urticante per agevolare la fuga dell’uomo, peraltro riacciuffato poche ore dopo. È stato poi rilasciato, su decisione del tribunale, perché considerato non socialmente pericoloso e perché non ci sarebbe il pericolo di fuga. Ma questa è un’altra storia.
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