In R. Lombardia convegno Ugl su aumento violenza contro sanitari

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Milano, 20 gen. (askanews) – Nel 2024, in Italia, sono stati registrati poco meno di 26mila episodi di violenza contro il personale sanitario, con un incremento del 33% rispetto al 2023. Un fenomeno che non solo minaccia la sicurezza degli operatori ma compromette anche la qualità del servizio offerto ai cittadini e che richiede interventi urgenti e strutturali per garantire l’incolumità e la dignità di chi opera in prima linea nel nostro sistema sanitario. Questo tema è stato al centro dell’evento “Violenza sugli operatori sanitari. Un bollettino di guerra”, organizzato a Milano dall’Organismo nazionale professionisti sicurezza e privacy (Onsip) e dal Consiglio Regionale Lombardia, in collaborazione con il sindacato Ugl Salute. “C’è evidentemente una errata comprensione del lavoro che si svolge, delle priorità che ci sono nei Pronti Soccorsi: allora bisogna intervenire sicuramente in Pronti Soccorsi più accoglienti probabilmente. Bisogna far rimettere in moto la sanità di prossimità che toglie file nei Pronti soccorsi e bisogna fare una riflessione ancora più complessiva su una società che deve essere socialmente coesa e questo è compito anche delle organizzazioni sindacali”, ha spiegato il segretario generale dell’Ugl, Paolo Capone, evidenziando che “si è interrotto quel patto di solidarietà tra chi fornisce le cure e chi le riceve e su questo bisogna intervenire anche con un fatto culturale, anche ripensando la comunicazione che all’interno dei Pronti Soccorsi avviene: mi rendo conto che è una cosa complessa ma va arginato il fenomeno, anche con presidi di forze dell’ordine ovviamente”. I Pronti Soccorsi “dovrebbero essere resi più comodi, probabilmente più accoglienti e anche magari con del personale che spiega all’esterno quello che sta succedendo al proprio caro, al proprio congiunto, al proprio parente”. La maggior parte degli episodi di violenza si concentra nel Nord Italia, dove si verifica il 63% dei casi totali, seguito dal Sud (26%) e dal Centro (11%). Le Regioni più colpite sono Lombardia (+25%), Campania (+22%), Puglia (+20%), Lazio (+19%) e Sicilia (+18%). Il 73% delle vittime sono donne, con infermieri e fisioterapisti tra i professionisti più colpiti mente gli aggressori, nella maggior parte dei casi, sono pazienti o loro familiari. “Noi guardando dal nostro punto di vista questi dati intanto li definirei anche un po’ incompleti ma sono allarmantissimi perché la progressione dell’aumento è veramente preoccupante” ha aggiunto il presidente di TNV, Paolo Colitti, spiegando che “per quello che è nella nostra ottica l’applicazione di tutte le richieste, di tutte le situazioni che le varie cliniche, ospedali vanno ad applicare non hanno effettivamente un controllo. Se voi guardate tutti i dati del 2023 – ha proseguito Colitti – sono anche abbastanza incongruenti, noi pensiamo che oltre a tutte le cose che bisogna inserire bisogna anche verificare il contesto di dove avvengono: cosa sta succedendo per il Pronto Soccorso in funzione della medicina di base, e tutto questo non l’abbiamo, non abbiamo dei dati dove si possa verificare in funzione del personale che sta, il numero dei letti e quelli che sono gli eventi”. Le cause alla base di questa escalation di violenza sono molteplici: sovraffollamento dei Pronto Soccorso, liste d’attesa interminabili e una cronica carenza di personale, nonché una sanità territoriale sempre più debole che non riesce a snellire i carichi degli ospedali. La frustrazione dei cittadini, esasperati dai ritardi e dalla difficoltà di accesso ai servizi, si riversa spesso in atti di violenza contro gli operatori sanitari, che vivono ormai quotidianamente situazioni di pericolo e insicurezza. “Un pronto soccorso intasato che non dà le risposte, sicuramente scatena delle reazioni che, a seconda della testa che che le fa, possono essere più o meno violente” ha sottolineato Colitti, concludendo che “però teniamo conto di un’altra cosa che la maggior parte, secondo le statistiche del ministero, delle violenze sono relative alle degenze: quindi sicuramente ci sono dei correttivi che possono essere fatti immediatamente al di là della formazione che è sicuramente necessaria”.



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CALCIO Saverio Sticchi Damiani “Con la cessione di Dorgu si creano le basi per il futuro del Lecce” A conclusione della sessione di calcio mercato in cui per il Lecce si è registrata la cessione più lucrosa della sua ormai centenaria storia la società ha indetto una conferenza stampa nel corso della quale ha preo la parola prima di il presidente del Lecce Saverio Sticchi Damiani, ed anche per lui nel corso degli ultimi giorni, per la precisione a Parma, dobbiamo registrare un primato storico: Sticchi Damiani ha infatti superato per vittorie conquiste nel massimo campionato italiano, dopo quella di parta sono 31, sia Mario Moroni (30) che Franco Jurlano (29). “Volevo fare il punto sullo stato di salute del club, parlando soprattutto di numeri, debiti, verità. Chiedetemi pure tutto su qualsiasi cosa non sono chiaro, la nostra trasparenza è massima. C’è quest’idea che si dà un messaggio e se ne cela un altro, cosa sbagliatissima. C’è con me Tamborrino del collegio sindacale che potrà riprendermi se dico qualche inesattezza. Parto dall’aspetto economico, per chi vede il calcio in modo più romantico, cosa alla quale tengo tantissimo, ci sarà anche lo spazio in coda. Partiamo dall’operazione Dorgu che ha i caratteri della straordinarietà. E’ la nostra cessione record ed avviene nel nostro momento di grandissima salute economica. Qualcuno ha voluto parlare di criticità, che ci sono state ma in passato con il Covid sul cui risanamento tornerò dopo. Non era un’operazione prevista, non è stata fatta per colmare criticità del passato. Ci porta ricchezza sotto tutti i punti di vista e possibilità di fare investimenti tecnici e strutturali. Più volte abbiamo detto che Dorgu non sarebbe partito a gennaio, ed ora spiego perché è accaduto il contrario. Poi è arrivato il Manchester United, che si è fatto sentire con noi e con l’entourage del ragazzo ricevendo da noi una risposta ufficiale che vi lascio qui, in cui dicevamo che non avevamo intenzione di lasciar partire Dorgu a gennaio. E non parlando di cifre, non chiedendo rilanci. Questo, anziché stoppare lo United, ha sortito l’effetto opposto. Il Manchester ha così insistito, noi abbiamo chiesto più volte di rinviare il tutto in estate, promettendo anche al giovane che non avrebbe perso l’opportunità. Anche per noi era uno step storico, solo volevamo farlo a luglio. Gli inglesi ci hanno comunicato la loro volontà, del club e del suo allenatore, di immediatezza. C’è stato un aut-aut, o adesso o mai più, dando questo messaggio anche allo stesso calciatore. Dorgu non si può giudicare, hai 20 anni e ti arriva il Manchester United con un’offerta del genere. L’insieme di questo fattori ci ha portato a pensare che dalla coerenza saremmo passati ad un impuntarsi stupido. Ora parliamo del reinvestimento delle risorse. C’è preoccupazione che quest’introito vada ad un precedente risanamento frutto della retrocessione in B sommata ai due anni cadetti di Covid i quali ci hanno portato un -27. Calcio e Finanza ha fatto un articolo su un documento ufficiale, ma lo ha fatto nei giorni dell’addio di Dorgu. Questo per dire che il ripianamento del -27 sarebbe arrivato a prescindere dall’ultimo acquisto tramite tre plus di bilancio di fila. Quindi gli introiti di Dorgu vanno al di là del ripianamento. Si è parlato di debiti, che io ho detto siano stati azzerati. Ed è una grande verità. Ci sono delle passività che vanno a bilancio, come la svalutazione dei calciatori, che però non sono soldi che devi a qualcuno. Semplicemente influiscono su quel -27 che ripiani con tre bilanci positivi di fila, come stiamo facendo a prescindere dalla plusvalenza di Dorgu. Ora, questo non vuol dire che il giorno dopo aver ceduto Dorgu buttiamo 30 milioni sul mercato, non è così che fa il Lecce. Noi dobbiamo continuare a prendere giocatori a 2 per formarli, andando ovviamente ad accrescere l’aspetto delle possibilità. Un altro aspetto: nessuno dei soci ha mai preso 1 euro. Abbiamo investito 26 milioni per la nostra scalata, cosa che ha fatto anche il Napoli investendo e poi dando sostenibilità ad una società strutturata. E’ così che un certo tipo di società fanno calcio. Noi abbiamo fatto un regalo al territorio, investendo soldi privati che qui non è facile reperire. Le aziende locali come sponsor tramite Confindustria sono riuscite a sommare 27mila euro, quest’anno la Camera di Commercio ha provato a fare lo stesso per acquistare uno skybox da 50mila euro tramite aziende locali e non ci è riuscita. Noi invece abbiamo investito 26 milioni nel Lecce, facendo una scalata che non era scontata. C’è chi ha speso 70 milioni ed è ancora in C. Sostenibilità non vuol dire che non si investe, ma che si generano ricavi reinvestiti”. Il tifoso non c’entra nulla, perché girano numeri a casaccio. Ad esempio sugli innesti. Parliamo di cifre reali che entrano nel club, per Pongracic sono entrati 10 milioni e per Gendrey poco più di 6. Si riduce di parecchio. Grazie al lavoro dei direttori abbiamo fatto cessioni importanti, incassando escluso Dorgu 40 milioni effettivi, spendendone 42. Però io so che quei 42 diventeranno 200. Il tifoso sbaglia perché ha numeri sbagliati, c’è chi dice che ci mettiamo i soldi in tasca. Affrontiamo questo tema, perché ai tempi di Semeraro si ruppe tutto dicendo che se li intascavano anche se avevano in realtà perso 100 milioni. Il tifoso può stare tranquillo, i soldi di Dorgu verranno reinvestiti. E’ un tema che verrà sgomberato. Abbiamo fatto un accordo con l’Ordine dei commercialisti e metteremo a disposizione un professionista per ogni curiosità che i tifosi possano avere. Dorgu verrà pagato in 5 anni, perché anche i grandi club come il Manchester United chiede le rateizzazioni. Quindi noi ora ci troviamo a giocare un campionato sudatissimo, è una bella stagione, sono carico in questo momento storico. Dobbiamo stare tutti uniti, guardare a Parma quanto abbiano inciso i tifosi”. Io credo che sul mercato le abbiamo provate tutte. Io credo che abbiamo fatto un mercato da Lecce, spendendo 2 milioni per giocatori validi. Magari se lo stesso giocatore viene pagato 8 il tifoso è contento. Pensate a Pierotti, lo scorso anno si diceva non avessimo fatto abbastanza perché avevamo acquistato lui a 1,2 milioni. Se oggi me lo chiedono a 8 milioni io non lo do, quindi credo che per quelle che sono le nostre possibilità e caratteristiche il Lecce provi sempre a fare il massimo. Ovviamente siamo in piena regola anche con i rapporti con il fisco. Sui costi delle cessioni sono tanti gli aspetti ad influire ed è giusto parlarne. Prendiamo ad esempio Gendrey, perché giocatori così li puoi avere a zero come fatto da noi se poi fai degli accordi come riconoscere percentuali future al club che te lo cede ma anche agli intermediari che possono aver favorito la trattativa. Sono tanti gli aspetti da prendere in considerazione. Poi non dimentichiamo che ci troviamo in una Serie A complicatissima, con di fronte club che investono cifre importanti come Como, Parma e non solo. Non dimentichiamo che si è parlato tanto di fair play finanziario, un tetto che noi ci siamo auto imposti perché è importante per stare in salute come club. Siamo stati criticati perché parliamo del centro sportivo magari dopo una sconfitta. Non dobbiamo farci trascinare dal risultato del momento, un club come il nostro deve convivere con la sconfitta. Non dobbiamo fermarci all’oggi, serve visione a lungo termine. Non so perché il centro sportivo sia stato preso in antipatia da alcuni, io non mi stancherò mai di sottolineare invece l’importanza di alcune cose perché sono sintomo di salute e lungimiranza. Il centro sportivo ti porta meno infortuni, quindi punti. E’ importante e non dobbiamo farci prendere troppo dalle difficoltà del momento”.