BUSTO ARSIZIO – Fanno discutere i risultati dell’indagine epidemiologica di Ats Insubria sull’inceneritore di Borsano, attesa da anni e resa nota per prima, venerdì 10 gennaio, dalla stessa società che gestisce l’impianto, Neutalia. Fra i primi a prendere posizione, il consigliere civico del Comune di Legnano Franco Brumana, di cui riportiamo di seguito il post da lui divulgato ieri, sabato 11, tramite i social.
Buoni rapporti solo fra alcuni enti
C’è da aspettarsi di tutto nella vicenda dell’inceneritore, in cui sono in ballo troppi milioni e il grande manovratore è Cap Holding, che dispone di notevole influenza politica e di grande potenza economica. Non stupisce quindi che Neutalia, società partecipata da Cap Holding e proprietaria dell’inceneritore, abbia goduto dell’inconsueto privilegio di disporre della relazione dell’indagine epidemiologica prima che fosse stata posta a conoscenza dei cittadini e dei consiglieri del comune che aveva commissionato questa indagine. Questo favore è significativo del buon rapporto tra la società indagata e chi ha svolto o commissionato l’indagine.
Neutalia ha così potuto compiere un’efficace comunicazione pubblica selezionando le informazioni che riteneva più convenienti, dando un’interpretazione di parte e aggiungendo messaggi autocelebrativi. Questa operazione mediatica senza contraddittorio ha sicuramente ottenuto un grande impatto sull’opinione pubblica. È però necessario, anche per l’importanza della questione, analizzare quanto emerge e cercare di interpretare correttamente le informazioni ricavabili dal comunicato di Neutalia.
I rischi ci sono. E non potrebbe essere altrimenti
Innanzitutto risulta che l’indagine epidemiologica si riferisce solamente agli anni 2017, 2018 e 2019 e che non è stato possibile dimostrare che gli eccessi di malattie siano stati causati dalle emissioni dell’inceneritore. Quindi manca la prova della responsabilità dell’inceneritore, ma comunque sono stati riscontrati eccessi di malattie e non risulta nemmeno dimostrata l’assenza di un nesso causale tra l’attività dell’inceneritore e i rischi per la salute. Ats Insubria ha comunque raccomandato un intervento sui comportamenti individuali per conseguire una riduzione delle malattie “grazie a una migliore capacità di risposta agli stress ambientali”. Quindi è stato riconosciuto che un problema più o meno grave sussiste e non potrebbe essere altrimenti, perché è dimostrato da documenti non contestabili che l’inceneritore emette sostanze nocive.
Infatti il 20 settembre 2018 la Provincia di Varese certificò l’avvenuta bonifica dell’area interna allo stabilimento dell’inceneritore, che era stata eseguita perché risultava intrisa da diossine e furani, altamente nocivi. È necessario inoltre ricordare che le due diligence commissionate da Cap Holding hanno rilevato che l’inceneritore aveva emesso anche zinco, piombo, rame e Pcb, che avevano impregnato il terreno in misura eccedente i limiti di legge. Infine, la precedente indagine epidemiologica presentata nel 2016 aveva accertato che l’inceneritore aveva provocato una media annua di 20 ricoveri ospedalieri per malattie cardiovascolari, evidentemente gravi, in un bacino di 200 mila abitanti.
Se ci ammaleremo, sarà colpa nostra
Non si spiega come la nuova indagine abbia potuto affermare che nei tre anni successivi non vi siano state malattie causate dall’inceneritore. Non hanno senso le dichiarazioni della presidente di Neutalia, perché riguardano buoni propositi e promesse oltre che le prescrizioni giustamente più restrittive dettate dalla nuova Aia-Autorizzazione integrata ambientale. In pratica Neutalia dice solamente “state tranquilli perché rispetteremo la legge ed emetteremo un po’ meno sostanze nocive”. Meglio sarebbe se l’inceneritore obsoleto, antieconomico e dannoso venisse chiuso e smettesse del tutto di inquinare l’aria e i terreni vicini. Eviterebbe così l’effetto di accumulo delle diossine dei furani e del mercurio, che non vengono smaltiti dal corpo umano se non in misura pressoché irrilevante ed assumono grande pericolosità quando la loro persistenza raggiunge certi livelli.
In conclusione, non ci resta che ringraziare Neutalia perché in futuro ci farà respirare una quantità un po’ minore dei suoi veleni e cambiare i nostri stili di vita per diventare più resistenti “allo stress ambientale”. Altrimenti sarà colpa nostra se ci ammaleremo per l’inquinamento provocato dall’inceneritore.
Franco Brumana
Consigliere comunale Movimento dei Cittadini – Legnano
Neutalia, indagine epidemiologica: «Nessun nesso tra impianto e patologie»
neutalia inceneritore indagine salute – MALPENSA24
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