Soccorsi e influenza, il bilancio delle “vacanze” dell’Ulss 1 Dolomiti

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Accessi ai pronto soccorso stabili, incremento delle uscite dei mezzi di soccorso, un picco influenzale che ancora non si vede, una partecipazione alla campagna vaccinale in linea con gli scorsi anni ma che non soddisfa appieno: questo il bilancio delle festività dell’Ulss 1 Dolomiti.

La rete dell’emergenza e urgenza

Per i pronto soccorso bellunesi, la mole di lavoro è stata importante, ma in linea con gli scorsi anni: 6354 gli accessi nel periodo preso in esame (20 dicembre – 9 gennaio), con lievi flessioni rispetto allo scorso anno negli ospedali di Belluno, Feltre e Agordo (-7% il primo, -2% gli altri) e in crescita in Cadore, all’ospedale di Pieve di Cadore (+4%) e al punto di primo intervento di Auronzo di Cadore (+30%, ma con numeri più contenuti: 100 gli accessi totali).

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Sono stati in media 303 gli accessi giornalieri, contro i 288 dell’intero 2024; il 27 e il 30 dicembre le giornate di picco, rispettivamente con 395 e 400 accessi. Il 64% dei pazienti è arrivato in codice bianco; quasi il 70% è bellunese.

Le chiamate al Suem 118 sono state 4251, in linea con lo scorso anno; sono invece in aumento le uscite di ambulanze e elicotteri, 1479 complessivamente. In particolare, Falco 1 e Falco 2 sono stati impegnati in 91 missioni, + 35% rispetto allo scorso anno; in ben diciassette delle venti giornate prese in esame (il 7 gennaio gli elicotteri non hanno volato) sono stati utilizzati entrambi i mezzi.

Sono stati 250 gli interventi in pista, di cui 101 nel solo comprensorio di Cortina, seguito da Arabba (72), Alleghe (21), Falcade (15), Marmolada (11) e Zoldo (10). La giornata più impegnativa è stata quella della prima domenica post Natale, il 29 dicembre, con 35 interventi.

L’andamento influenzale e la campagna vaccinale

Per quanto riguarda l’influenza stagionale, attualmente l’incidenza in Veneto è considerata bassa (4 casi ogni mille assistiti); in provincia, si stimano circa 1500 persone attualmente costrette a letto con l’influenza o con sindromi simil-influenzali. Curiosamente, non ci sono ancora segnali del tradizionale “picco” di incidenza: dopo che negli ultimi due anni i valori massimi si erano fatti registrare tra la seconda metà di novembre e la fine di dicembre, il grafico 2025 segna una linea praticamente piatta, e questo potrebbe anche portare – per il dottor Sandro Cinquetti del Dipartimento di Prevenzione dell’Ulss 1 Dolomiti – al non verificarsi del picco influenzale quest’anno.

Merito anche delle campagne vaccinali: si dice però «non soddisfatto» per la risposta a quella antinfluenzale il commissario dell’Ulss 1 Dolomiti, Giuseppe Dal Ben, che auspicava in un aumento delle adesioni rispetto al passato, nonostante i valori siano comunque in linea con quelli dello scorso anno. Poco meno di 37mila i soggetti già vaccinati, con una copertura del 48,9% tra gli over 65 (49.6% la media regionale). L’avvio anticipato di una settimana della campagna vaccinale potrebbe aver contribuito a questo “andamento” anomalo della diffusione della malattia; l’appello dei vertici dell’Ulss 1 Dolomiti è quindi quello di partecipare alla campagna vaccinale, che si chiuderà formalmente a fine febbraio ma che vedrà in queste settimane di gennaio la sua massima “utilità”.

Altro fattore, questa volta nella fascia infantile, è stato l’avvio ad ottobre della campagna di somministrazione dell’anticorpo monoclonale contro il virus respiratorio sinciziale: il 65,8% delle famiglie di bambini nati tra gennaio e settembre 2024 ha aderito alla campagna attraverso il pediatra di base, mentre da ottobre la “palla” è passata direttamente alla pediatria ospedaliera per i nati negli ultimi tre mesi dell’anno, con una partecipazione del 74% (dato – sottolineano dall’azienda sanitaria – sottostimato visto che è ancora in corso il recupero delle informazioni sulla copertura dei bimbi bellunesi nati fuori regione). La copertura complessiva, considerata la provvisorietà dei dati, è del 67,7% contro una media veneta del 68,6%: «Non è da escludere – evidenzia Cinquetti – che questa campagna abbia ridotto l’incidenza di forme simil-influenzali nell’età pediatrica».

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