Il tesseramento Pd è “congelato ai fini congressuali”. Lunedì parte l’iter per l’esame dei ricorsi. Ma c’è un punto fondamentale: la commissione di Garanzia non entrerà nel Congresso Provinciale “non siamo un organo politico ma di garanzia e controllo”. La partita nella partita di Pompeo
Il tesseramento del Partito Democratico “è congelato ai fini congressuali”. Cioè le tessere sono valide ma per il momento non possono essere utilizzate per scegliere il nuovo Segretario Provinciale di Frosinone. Perché “è venuta meno la Commissione per il Congresso”. Cioè: siccome si è dimessa metà dell’organismo che doveva riconoscere la validità del Tesseramento per poi andare al Congresso, non è possibile procedere oltre.
Nel frattempo si procederà con l’esame degli oltre 30 ricorsi presentati proprio sul tesseramento: tutti sono stati ritenuti ammissibili. Lo ha deciso all’unanimità la Commissione Regionale di Garanzia del Partito Democratico del Lazio.
Mancando la Commissione Provinciale Congresso che si è dimessa, l’organo di primo grado sul rispetto delle regole è ora quello regionale guidato da Alberto Tanzilli. In caso di Appello si andrà alla Commissione Nazionale.
Non ci occupiamo del Congresso
Non fa dichiarazioni, non rompe il suo proverbiale riserbo. Ma una cosa Alberto Tanzilli la mette in chiaro: «Non ci occuperemo del Congresso provinciale di Frosinone, non è nostra competenza. Noi siamo competenti sul rispetto dei Regolamenti perché la nostra è una Commissione di garanzia e controllo, non una struttura politica».
Sub judice c’è un terzo delle tessere. Allora, una volta esaminati i ricorsi, chi dovrà rimettere in moto la macchina con cui arrivare al Congresso Provinciale? E scegliere lì il nuovo Segretario tra l’uscente Luca Fantini (sostenuto da Rete Democratica di Sara Battisti e Claudio Mancini e da Base Riformista di Antonio Pompeo) e l’ex leader di Primavera Studentesca Achille Migliorelli (sostenuto da Area Dem di Francesco De Angelis e Daniele Leodori e dal collettivo Parte da Noi vicino ad Elly Schlein).
Andrà ricostituita la Commissione Provinciale Congresso e poi andrà ripreso da lì il dibattito, sulla base delle indicazioni date dalla Commissione di Garanzia Regionale relativamente alle tessere. Un bel caos. Perché a ricostituire la Commissione dovrebbe essere la Direzione Provinciale: che però è stata sciolta.
C’è ricorso e ricorso
Non tutti i ricorsi inviati al Regionale sono relativi al Congresso. Alcuni si riferiscono a comportamenti “sanzionabili anche in fase ordinaria”. Qualche esempio? Alcuni ricorsi ritengono irregolare la restituzione delle tessere “fatta da persona diversa dal Segretario di Circolo”. Un ricorso riguarda l’aspetto economico: le tessere di Cassino possono essere considerate valide nonostante il fatto che non fossero accompagnate da tutti i soldi versati dagli iscritti e solo alcune ore più tardi sia arrivato il sindaco Enzo Salera con i contanti? Il Segretario Romeo Fionda si era giustificato dicendo che c’erano alcune bollette arretrate ed aveva usato i soldi per quelle.
La Commissione di Garanzia Regionale ha conferito mandato al suo presidente Alberto Tanzilli di avviare l’istruttoria. I tempi saranno relativamente brevi: lunedì il verbale della seduta verrà inviato per conoscenza agli organismi nazionali e regionali, nei giorni successivi ci sarà il controllo cartaceo dei ricorsi e verranno convocati gli autori delle istanze e le altre tre persone che hanno chiesto di essere audite.
L’orizzonte
Nessuno dei due fronti ha intenzione però di calciare in tribuna il pallone. Anzi, vogliono contarsi. Ognuno è convinto di riuscire ad eleggere il suo candidato Segretario. È il percorso sul quale sembra intenzionato ad incanalare il dibattito politico il Segretario Regionale Daniele Leodori, nella convinzione che dopo la votazione sarà ancora possibile costruire una gestione unitaria del Partito. (Leggi qui: Cosa c’è dietro al silenzio di Daniele Leodori).
La contrapposizione tra le due sensibilità politiche ha riacceso il dibattito e triplicato gli iscritti rispetto allo scorso anno. E modificato la linea dell’orizzonte in diverse zone. Ad Alatri c’è una forbice di una sessantina di tessere, su un fronte c’è il solo Mauro Buschini (ex Capogruppo Pd del Lazio, ex assessore ed ex Presidente del Consiglio Regionale) e sull’altro il Segretario uscente Fantini (con l’ex vicesindaco Fabio Di Fabio ed il gruppo consiliare).
A Veroli il distacco è tra le 30 e le 40 tessere, con l’ex sindaco Simone Cretaro che sta in contrapposizione con il Circolo che però è in vantaggio. A Paliano e Cassino le aree dei sindaci hanno fatto il pieno. A Ferentino l’ex sindaco ed ex presidente della Provincia Antonio Pompeo ha un vantaggio di circa un terzo sul blocco con quasi tutti quanti gli altri. (Leggi qui: Congresso Pd, i numeri tracciano i nuovi equilibri).
La partita nella partita
I numeri dicono che è stata la scelta fatta da Antonio Pompeo di schierarsi con Sara Battisti a tenere aperta la partita. Se si fosse schierato con il fronte di Area Dem la partita sarebbe già chiusa sul piano dei numeri. Detta così, potrebbe sembrare che non abbia giocato a vincere il Congresso. Vero. Ha giocato a conquistarsi un ruolo centrale, con il quale mantenere in bilico l’asse.
Lo scopo? Lo stesso centrato negli anni scorsi quando ha avuto altre volte la possibilità di allearsi con il blocco di Francesco De Angelis ma non lo ha fatto. Il suo principio è “se valgo il 10% mi siedo al tavolo e ragiono per quella percentuale. Se portassi la mia quota a sostegno del 45% di un altro poi sarebbe lui a sedersi al tavolo: per se stesso e per il mio dieci. Io non mi voglio diluire”
Cos c’è dietro? Con questo Congresso, Pompeo punta a dimostrare di essere politicamente vivo e che è in grado di avere ancora un seguito. Ha in mente i 16mila voti delle scorse Regionali dove è stato battuto d’un soffio dall’asse De Angelis – Battisti. Ed ha in mente la blindatura nazionale dell’accordo con Rete Democratica. Ad accendere il semaforo verde sono stati Lorenzo Guerini, Stefano Bonaccini ed Alessandro Alfieri.
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