rischi, opportunità e tendenze di lungo periodo • Biagio Del Prete

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L’inizio di ogni anno rappresenta il momento consueto per interrogarsi sui possibili scenari economici e finanziari del futuro prossimo e sulle strategie di investimento più opportune per affrontarli. A posteriori non è infrequente che le previsioni risultino errate, ma ciò non rappresenta un buon motivo per evitare di indagare sui possibili scenari dell’anno appena iniziato. Semmai, occorre essere consapevoli delle incertezze delle previsioni e delle buone regole di gestione finanziaria di lungo periodo.

 

 

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Il 2024 fra recessione mai arrivata e mercati azionari in rialzo

Il 2024 si chiude con la recessione più annunciata di sempre che non è mai arrivata. Le previsioni macroeconomiche di un anno fa davano come assai probabile una recessione a causa dei forti incrementi dei tassi ufficiali finalizzati a contenere la crescita dei prezzi. In questo contesto di crescita diffusa ed inflazione in diminuzione, i mercati azionari mondiali hanno realizzato una performance prossima al 20% e quelli europei poco sotto il 10%. Lo scenario di riduzione dei tassi ha sostenuto anche le quotazioni dei titoli obbligazionari dopo due anni di forti ribassi. Ad essere favoriti sono stati soprattutto i titoli di società private con più basso merito creditizio, sostenute dalle prospettive di un’economia in crescita e di tassi futuri più contenuti. Ma la performance più rilevante è probabilmente quella dell’oro. Qui sotto trovate le performance 2025 delle principali attività finanziarie

 

 

Le opportunità macroecomiche dell’anno appena iniziato

La recessione temuta e mai arrivata nel 2024 non dovrebbe giungere neppure nel 2025. In questo scenario, gli elementi a supporto di un andamento positivo dei mercati finanziari sono rappresentati dalle previsioni di:

  • una crescita moderata e generalizzata dell’economia mondiale, con l’economia Usa che dovrebbe crescere a tassi molto più sostenuti di quella europea zavorrata dal rallentamento tedesco, dalla crisi politica francese e dalla cronica debolezza dell’economia italiana;
  • un’inflazione che dovrebbe attestarsi su livelli contenuti sia in Europa che negli Usa favorendo il ribasso dei tassi di interesse, anche se oltre oceano il processo di riduzione potrebbe rallentare a causa della crescita economica sostenuta e dell’eventuale applicazione di dazi commerciali;
  • un ulteriore incremento della produttività aziendale, grazie anche agli effetti positivi dell’utilizzo dell’intelligenza artificiale.

 

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I rischi macroeconomici dell’anno appena iniziato

All’interno dello scenario di crescita moderata e generalizzata si celano possibili rischi derivanti da:

  • un peggioramento della situazione geopolitica relativamente alla crisi mediorientale ed alla guerra in Ucraina, con impatti negativi sulla fiducia di imprese e consumatori e conseguente rallentamento della crescita;
  • politiche commerciali di Trump che potrebbero essere caratterizzare dall’applicazione indiscriminata di dazi elevati, con la possibile esplosione di vere e proprie guerre commerciali;
  • l’alto livello di indebitamento di alcuni paesi che continuano ad avere elevati deficit di bilancio, seppure in uno scenario macroeconomico di crescita diffusa.

 

 

Previsioni sull’andamento dei mercati finanziari

I mercati finanziari sono generalmente favoriti da un contesto di crescita moderata e diffusa senza pressioni inflazionistiche e con tassi in discesa, ovvero nello scenario attualmente visto come il più probabile. Il mercato azionario Usa è visto come favorito grazie al forte stimolo fiscale, alle politiche di deregolamentazione promesse da Trump ed alle sue politiche protezionistiche. A fronte di questi fattori positivi, molti analisti evidenziano che attualmente le quotazioni non sono certamente a sconto. Ciò soprattutto in Usa dove il rapporto medio fra i prezzi dei titoli ed i loro utili ha raggiunto un valore storicamente elevato di circa 28 per l’S&P 500, rispetto ad una media degli ultimi dieci anni pari a circa 23. Nello scenario di base, il processo di ribasso dei tassi dovrebbe essere più lento negli Stati Uniti, con un livello atteso a fine 2025 intorno al 4%, rispetto all’Europa, con tassi attesi intorno al 2% per la fine del prossimo autunno. In questo contesto i titoli di stato europei potrebbero apprezzarsi più di quelli Usa, ma il differenziale dei tassi e di crescita economica potrebbe favorire la rivalutazione del dollaro e le emissioni obbligazionarie in questa valuta.

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Le scelte di portafoglio da effettuare.

 Anche a fronte di previsioni economiche e finanziarie che sembrano prefigurare uno scenario rassicurante, occorre considerare che i rischi citati innanzi potrebbero incidere negativamente sull’evolversi della crescita economica e sull’andamento dei mercati. Ma ad essere davvero pericolosi sono i rischi sconosciuti. Infatti, se in qualche modo i prezzi già scontano i fattori di incertezza all’orizzonte, essi non riescono a tener conto degli eventi del tutto inattesi. Sono questi ultimi che spesso sparigliano le carte, cogliendo impreparati gli investitori e talvolta facendo precipitare le quotazioni.

In realtà, l’investitore accorto dovrebbe sempre avere come principale strategia per contenere l’incertezza quella di costruire un portafoglio composto da un mix di attività in grado di offrire un equilibrato rapporto rischio-rendimento e coerente con i propri obiettivi di investimento. Gli obiettivi di breve termine devono sempre essere perseguiti investendo in attività a basso rischio, come i depositi a breve termine, i titoli di stato e le obbligazioni con alto merito creditizio di breve durata. Per gli obiettivi di medio-lungo termine è consigliabile diversificare maggiormente il proprio portafoglio, includendo obbligazioni a medio-lungo termine, titoli di debito di emittenti privati, anche con merito creditizio più basso, titoli azionari. Ma soprattutto è bene ricordare che spesso sono i momenti di crisi ad offrire le migliori occasioni di investimento. In tali contesti, risuonano le parole di Warren Buffett che invitano a muoversi in direzione diversa dalla massa: “sii avido quando gli altri sono pavidi e pavido quando gli altri sono avidi”. Infatti, tutte le indagini sembrano confermare che sono i comportamenti degli investitori, più che la direzione dei mercati, a determinare i risultati finanziari di lungo periodo.



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