La cessione del quinto della pensione o dello stipendio è un particolare tipo di prestito personale, destinato ai lavoratori dipendenti e pensionati, tramite il quale il datore di lavoro o l’Ente previdenziale trattiene le rate dovute dallo stipendio o dalla pensione del richiedente e le versa al finanziatore.
È un finanziamento che si può richiedere per bisogni personali che riguardano la vita privata e familiare come, ad esempio, l’acquisto di un’auto, di un televisore, di un corso di formazione o per necessità di liquidità.
In questa guida vi spieghiamo in modo chiaro e dettagliato cos’è la cessione del quinto della pensione o dello stipendio, chi può richiederla e come funziona.
COS’È LA CESSIONE DEL QUINTO DELLA PENSIONE O DELLO STIPENDIO
La cessione del quinto è un prestito che ha caratteristiche simili a quelle di un prestito personale, richiesto da un privato cittadino, con la differenza che è dedicato solo a lavoratori dipendenti o a pensionati.
Si distingue, inoltre, da un normale prestito in quanto il pagamento delle rate non spetta al titolare del prestito ma al suo datore di lavoro oppure all’Ente pensionistico.
Si chiama in questo modo perché la rata costituisce proprio un quinto dello stipendio e non può eccedere questa quota.
Il finanziamento può essere a rate costanti e a tasso fisso, con tempi di rimborso che vanno dai 24 ai 120 mesi. Si può richiedere per effettuare acquisti nell’ambito della vita privata oppure quando si ha bisogno di liquidità.
Trattandosi infatti di una forma di credito non finalizzato, al momento della richiesta, non si è tenuti a specificare come si spenderanno i soldi presi in prestito.
ITER NORMATIVO
La cessione del quinto, inizialmente garantita solo ai dipendenti pubblici, è stata introdotta dal DPR 5 gennaio 1950, n. 180, il Testo Unico delle leggi concernenti il sequestro, il pignoramento e la cessione di stipendi, salari e pensioni dei dipendenti delle pubbliche amministrazioni. Poi:
dalla Legge Finanziaria 2006 il legislatore ha stabilito condizioni contrattuali di maggiore trasparenza e agevolazioni aggiuntive per gli anziani;
il Decreto Legislativo 13 agosto 2010, n. 141 ha stabilito l’obbligo di rimborso dei costi accessori già anticipati per tutta la durata della cessione del quinto, nel caso in cui il cliente decida di saldare prima il prestito.
Ogni trimestre, poi, l’INPS rende noto qual è l’aggiornamento dei tassi da applicare alla cessione del quinto. Ma vediamo i dettagli.
A CHI SI RIVOLGE LA CESSIONE DEL QUINTO
I soggetti ammessi alla cessione del quinto sono i seguenti:
Ma quali sono i requisiti per la cessione del quinto? Chi può ottenerla? Vediamo tutto nel dettaglio.
REQUISITI
Per ottenere la cessione del quinto, occorre dimostrare la propria posizione lavorativa o di essere titolari di pensione. Inoltre, è importante verificare la propria affidabilità creditizia.
In sostanza, chi ha già dei finanziamenti aperti potrebbe non essere meritevole di ottenere un ulteriore credito, ossia la cessione del quinto. Infatti, i finanziamenti accessi, in particolare se insoluti, vengono registrati in diversi sistemi informativi sul credito, tra i quali – a seconda dell’importo – sono gestiti dalla Banca d’Italia e denominato Centrale dei Rischi.
La Centrale Rischi è una banca dati consultabile dagli Enti di credito prima di concedere un prestito. Consente di verificare la capacità del richiedente di estinguere un debito, in base ai finanziamenti precedenti accessi, estinti o meno. Dunque, oltre ai requisiti minimi, prima di richiedere la cessione del quinto va verificata anche la possibilità personale di ottenere un prestito.
Vediamo più in dettaglio, quali sono i requisiti canonici per ottenere il prestito con la cessione del quinto.
1) DIPENDENTI
I requisiti richiesti per accedere a questa forma di credito personale per i dipendenti sono i seguenti:
contratto a tempo indeterminato;
età compresa tra 18 e 63 anni;
assicurabilità dell’azienda se si è dipendenti di un’azienda privata.
Anche l’azienda, presso la quale il soggetto richiedente è impiegato, deve soddisfare alcuni requisiti minimi di ammissibilità secondo criteri che sono variabili a seconda dell’istituto finanziatore.
Un Ente creditore controlla spesso il capitale sociale di un’azienda che deve essere oltre una soglia stabilita e il numero di dipendenti, prima di concedere la cessione del quinto.
2) PENSIONATI
Possono richiedere la cessione del quinto tutti pensionati INPS, Ex Inpdap, Enasarco e tutti gli Enti che rilasciano il certificato di quota cedibile, i titolari di pensioni di anzianità, di vecchiaia e di reversibilità.
Inoltre, sono valide per accedere al prestito anche le pensioni di inabilità e di invalidità (purché affiancata da una di anzianità o vecchiaia, nonché reversibilità e inabilità). Gli altri requisiti da rispettare sono i seguenti:
età non superiore ai 90 anni al momento della scadenza del finanziamento (spesso le società limitano a 85 anni);
con una pensione con un importo minimo (ovvero ci si riferisce alle pensioni minime) al netto della quota cedibile. Sono esclusi assegni sociali e pensioni cointestate.
CHI SONO GLI ENTI FINANZIATORI
Gli Enti finanziatori dei prestiti con la cessione del quinto sono banche e istituti finanziari a cui è opportuno chiedere tutti i dettagli di questo tipo di finanziamento. In questa pagina è possibile leggere quali sono gli istituti convenzionati con l’INPS per la cessione del quinto.
Ricordiamo che i pensionati Ex Inpdap possono richiedere la cessione del quinto fino a 75.000 euro direttamente all’INPS. A seguito dell’integrazione tra i due Enti di previdenza, infatti, a occuparsi dell’erogazione delle pensioni e dei prestiti per pensionati pubblici è oggi l’INPS.
COME FUNZIONA LA CESSIONE DEL QUINTO
Come qualunque altro prestito, per ottenere la cessione del quinto, l’avente diritto deve sottoscrivere un contratto con un Ente creditizio che eroga il prestito e ne stabilisce la durata oltre che i termini.
Sia per i lavoratori, pubblici o privati, sia per i pensionati è possibile restituire la somma avuta in prestito cedendo al finanziatore fino a un quinto della pensione o dello stipendio. In pratica, il datore di lavoro o l’Ente previdenziale trattiene la rata dallo stipendio o dalla pensione e la versa al finanziatore.
Per ottenere un prestito con cessione del quinto non sono richieste particolari garanzie. La vera garanzia di questa formula di finanziamento è costituita infatti dal Trattamento di Fine Rapporto maturato dal dipendente, o dalla pensione nel caso si tratti di un pensionato. Ricordiamo che il debitore non può in alcun modo chiedere anticipi sul Trattamento per tutta la durata del prestito.
Ma quanto TFR serve per una cessione del quinto? Solitamente l’ammontare minimo del TFR che viene richiesto deve corrispondere almeno a 6 mesi di anzianità lavorativa, ma questo valore cambia in base all’Ente a cui ci si rivolge.
In aggiunta, per sottoscrivere questa forma di prestito occorre stipulare un’assicurazione obbligatoria richiesta al momento della stipula del contratto di finanziamento.
Ad esempio, una polizza rischio vita o rischio impiego tutela l’istituto finanziatore nel caso di infortunio, decesso o perdita del lavoro del debitore, qualora il TFR non fosse sufficiente a coprire un debito residuo. L’assicurazione garantisce il pagamento del debito residuo anche nei casi in cui il titolare del prestito perde il lavoro o la vita.
Inoltre, chi richiede la cessione del quinto ha tutte le tutele e i diritti previsti dal credito ai consumatori qualunque sia l’importo del finanziamento.
COME RICHIEDERE LA CESSIONE DEL QUINTO
La richiesta per ottenere la cessione del quinto va presentata direttamente alla Banca o all’Istituto finanziario che erogherà il prestito. La procedura di apertura del finanziamento vero e proprio può essere eseguita da remoto, tramite SPID e firma digitale oppure pressa il proprio istituto di credito di fiducia.
La procedura è la seguente:
in primo luogo è bene richiedere un preventivo dettagliato, da parte dell’Istituto finanziario a cui ci rivolgiamo, per evitare rischi. Solo così saprete qual è la cessione del quinto più conveniente;
dopo la fase preliminare di consulenza finanziaria, si passa poi alla valutazione della documentazione reddituale;
in caso di accordo da entrambe le parti, si firma un preventivo precontrattuale;
a questo punto, il richiedente deve presentare la documentazione attestante il possesso del TFR e l’Ente creditore verifica la correttezza della stessa. In seguito, anche l’Ente assicurativo controlla che la documentazione presentata e il rischio siano accettabili, prima di erogare la polizza di copertura che interviene in caso di insolvenza;
dopo questo step fondamentale, l’Ente creditore notifica all’azienda o all’Ente previdenziale che il lavoratore o il pensionato vuole procede alla cessione del quinto;
infine, il datore di lavoro o l’Ente previdenziale devono indicare la data di inizio e del finanziamento.
Se tutti questi step vanno a buon fine, si stipula il contratto e avviene l’erogazione del prestito al richiedente.
CONTRATTO
Quando si stipula un contratto di finanziamento con la cessione del quinto, secondo quanto definito dalla normativa vigente, è necessario che tale documento contenga questi elementi:
l’ammontare e le condizioni del finanziamento;
il tasso di interesse applicato;
il numero, gli importi e la scadenza delle singole rate;
il TAEG, ovvero il Tasso Annuo Effettivo Globale che indica il costo totale del finanziamento espresso in percentuale annua sul credito concesso. Vanno indicati anche i maggiori oneri in caso di mora;
le condizioni che consentono di modificare il TAEG;
gli oneri eventualmente esclusi dal TAEG;
le coperture assicurative.
DOCUMENTI DA FORNIRE
A seconda dei soggetti interessati, cioè se si tratta di dipendenti pubblici, privati o pensionati, sarà necessario fornire alla società finanziatrice questi documenti:
il certificato di stipendio rilasciato dall’amministrazione dell’azienda o dell’Ente pensionistico;
l’ultima busta paga o l’ultimo cedolino della pensione;
eventuali trattenute o pignoramenti sullo stipendio;
l’assenso da parte dell’azienda o dell’Ente pensionistico, incaricati di corrispondere le rate direttamente all’istituto finanziatore, con l’impegno a rispettare le scadenze dei pagamenti.
DIRITTO DI RECESSO
È possibile recedere dal contratto di prestito entro 14 giorni dalla data della firma inviando una comunicazione al finanziatore secondo le modalità indicate in sede di stipula.
Per recedere non serve dare alcuna motivazione. Infatti, quando un finanziamento è “credito ai consumatori”, la legge prevede particolari tutele e diritti del consumatore rispetto ad altri tipi di finanziamento.
Se nel frattempo il beneficiario ha ricevuto il finanziamento, anche solo in parte, dovrà restituire la somma ricevuta entro 30 giorni dalla comunicazione del recesso, pagando gli interessi maturati fino alla restituzione.
Recedere dal contratto di credito significa recedere anche dai servizi accessori forniti dal finanziatore o da terzi, a meno che i terzi non dimostrino che forniscono autonomamente tali servizi, a prescindere dall’accordo con il finanziatore.
Anche il finanziatore può recedere, ma deve comunicarlo con almeno due mesi di preavviso.
COSTI PRESTITO CON CESSIONE DEL QUINTO
Se si richiede un finanziamento con cessione del quinto, ecco quali sono le voci di costo da tenere in considerazione:
TAN ovvero il Tasso Annuo Nominale che indica il tasso di interesse applicato dall’istituto finanziario sull’importo lordo del prestito;
TAEG ovvero il Tasso Annuo Effettivo Globale, vero indicatore di costo del prestito. Espresso in termini percentuali, è un indice del costo complessivo del finanziamento, calcolato su base annua in relazione alla durata del finanziamento e alla periodicità delle rate. Comprende gli oneri accessori dalle spese di istruttoria del finanziamento, di apertura pratica, di incasso delle rate e quelle dell’assicurazione obbligatoria;
spese di istruttoria, quelle che l’istituto finanziario addebita al cliente per la valutazione della richiesta di prestito e della gestione della pratica. Nel caso della cessione del quinto, vengono conteggiate di norma al momento dell’erogazione della somma che sarà decurtata dell’ammontare previsto per la spesa;
spese assicurative, quelle previste per la sottoscrizione dell’assicurazione obbligatoria richiesta a garanzia della somma erogata;
commissioni bancarie ovvero gli importi spettanti alla banca che derivano dal servizio finanziario reso al cliente. Vengono calcolati sulla somma totale del prestito che sarà erogata al netto anche di queste spese.
VALORE DEI TASSI AGGIORNATO
Con il Decreto n. 85107 del 27 settembre 2023, il Ministero dell’Economia e delle finanze – Dipartimento del Tesoro ha indicato i tassi effettivi globali medi (TEGM) praticati dalle banche e dagli intermediari finanziari rilevati dalla Banca d’Italia e in vigore per il periodo 1° ottobre 2023 – 31 dicembre 2023. L’INPS, quindi, nel Messaggio n. 3454 del 02-10-2023 spiega che il valore dei tassi da applicarsi in tale periodo sono i seguenti:
per prestiti fino a 15.000 euro: i tassi medi sono pari a 13,50 e i tassi soglia di usura sono pari a 20,8750;
per prestiti oltre i 15.000 euro: i tassi medi sono pari a 9,60 e i tassi soglia di usura sono pari a 16,0000.
Ne consegue che i tassi soglia TAEG da utilizzare per i prestiti estinguibili con cessione del quinto della pensione concessi da banche e intermediari finanziari in regime di convenzionamento ai pensionati variano come segue:
fino a 59 anni: per prestiti fino a 15.000 euro, il tasso soglia TAEG è pari a 9,81 e per i prestiti oltre i 15.000 euro è pari a 7,83;
tra i 60-64 anni: per prestiti fino a 15.000 euro, il tasso soglia TAEG è pari a 10,61 e per i prestiti oltre i 15.000 euro è pari a 8,63;
tra i 65-69 anni: per prestiti fino a 15.000 euro, il tasso soglia TAEG è pari a 11,41 e per i prestiti oltre i 15.000 euro è pari a 9,43;
tra i 70-74 anni: per prestiti fino a 15.000 euro, il tasso soglia TAEG è pari a 12,11 e per i prestiti oltre i 15.000 euro è pari a 10,13;
tra i 75-79 anni: per prestiti fino a 15.000 euro, il tasso soglia TAEG è pari a 12,91 e per i prestiti oltre i 15.000 euro è pari a 10,93;
oltre 79 anni: per prestiti fino a 15.000 euro, il tasso soglia TAEG è pari a 20,8750 e per i prestiti oltre i 15.000 euro è pari a 16,0000.
Le classi di età comprendono il compleanno dell’età minima della classe. L’età deve intendersi quella maturata a fine piano di ammortamento.
L’INPS nel Messaggio n. 3454 del 02-10-2023 precisa anche che la procedura dedicata alla gestione di detto processo – denominata “Quote Quinto” – effettua un controllo “bloccante” sui nuovi tassi applicati.
QUANTO SI PUÒ RICHIEDERE CON LA CESSIONE DEL QUINTO
Cessione del quinto, quanto si può chiedere? La legge stabilisce che la somma massima del prestito con la cessione del quinto si determina sulla base dell’importo dello stipendio o della pensione.
Di conseguenza, maggiore sarà il reddito o la pensione riscossa, più alta sarà la percentuale di un quinto che potrà essere concessa. Stesso discorso anche per gli anni di retribuzione. Più è alta l’anzianità lavorativa, tanto maggiore sarà la garanzia per l’istituto finanziatore.
Questo perché l’importo di un finanziamento con cessione del quinto dipende da tre principali variabili:
la retribuzione del dipendente o del pensionato;
gli anni di anzianità lavorativa.
Per la cessione del quinto ai pensionati, INPS fornisce un servizio di simulazione accessibile da questa pagina.
DURATA RIMBORSO CESSIONE QUINTO
La durata del rimborso della cessione del quinto va da un minimo di 2 anni a un massimo di 10 anni, ovvero dai 24 ai 120 mesi. Alcuni istituti finanziari fissano comunque una cifra massima per i dipendenti PA o privati. Ad esempio, Poste Italiane fissa il massimo a 75.000 euro.
Il finanziamento con la cessione del quinto è anche rinnovabile, a determinate condizioni:
se è decorso un limite minimo di tempo pari ai 2/5 dell’intera durata del prestito iniziale, ovvero se hai rimborsato almeno il 40% del numero delle rate previste;
se si ha intenzione di rinnovare un’operazione di durata pari o inferiore a 5 anni con una di 10 anni.
I pensionati possono, però, richiedere la cessione di un solo quinto, perché sulla pensione si può fare una sola trattenuta, il cui valore non può superare il quinto della somma mensile percepita.
Ricordiamo, poi, che è possibile rimborsare anticipatamente in qualsiasi momento in tutto o in parte l’importo dovuto. In questo caso si ha diritto alla riduzione del costo totale del credito, pari all’importo degli interessi e dei costi – di fatto anticipato – dovuti alla vita residua del contratto, per esempio quelli dell’assicurazione.
Infine, cosa succede se si va in pensione con la cessione del quinto in corso? Solo nel caso di un dipendente pubblico è possibile andare in pensione, con un prestito di cessione del quinto dello stipendio già in corso. Questo perché la rata mensile viene trasferita in automatico dalla busta paga alla pensione senza alcuna interruzione nei pagamenti mensili.
COME SI CALCOLANO LE RATE DELLA CESSIONE DEL QUINTO
Quanto è il quinto di 1.500 euro o di 1.000 euro? Come si calcolano le rate della cessione del quinto? Per capire a quanto ammontano le rate del prestito con cessione del quinto, bastano questi tre passaggi:
calcolare lo stipendio netto eliminando le voci variabili che incidono sul salario o sulla pensione;
moltiplicare la somma netta per il numero di mensilità ricevute, solitamente sono 13 o 14;
dividere la cifra ottenuta in un primo momento per 12, riferita ai mesi (quindi alle rate del prestito) e poi per 5, che serve appunto a individuare il quinto cedibile.
Per fortuna, fare i conti per i pensionati è un po’ più semplice, perché sul cedolino della pensione è riportato con chiarezza l’importo netto ricevuto mensilmente. Va ricordato che se si percepiscono più pensioni, si deve fare il cumulo per il calcolo della cessione del quinto.
ESEMPIO RATA CESSIONE DEL QUINTO
Nel caso di uno stipendio o una pensione netta di 1.500 euro al mese, il calcolo della cessione del quinto va svolto, in questo modo:
la somma netta percepita si moltiplica per le mensilità ricevute, ovvero 1.500 x 13, cioè 19.500 euro;
la somma netta annuale deve essere divisa per il numero delle rate annuali, ovvero 19.500/12, cioè 1.625 euro.
la cifra ottenuta dall’operazione precedente deve essere ancora divisa per 5. Se riprendiamo l’esempio di prima, 1.625/5 dà come risultato 325 euro. La cifra ottenuta è il quinto dello stipendio o della pensione che costituisce il limite massimo cedibile per pagare le rate del prestito contratto.
Queste operazioni sono propedeutiche al passaggio finale, quello che consente di arrivare a fare un conto che porti al risultato del capitale ottenibile. In questo caso esempio, poiché è possibile ottenere fino a un massimo di 120 rate, vuol dire che si potrà chiedere fino a 39.000 euro.
CASI DI PAGAMENTO TARDIVO
Nel caso in cui il debitore ritardi il pagamento di una rata, per qualsiasi motivo, scatteranno gli interessi di mora previsti secondo il contratto stipulato. Inoltre, l’istituto finanziatore può risolvere il contratto anche nel caso di interruzione del contratto di lavoro o riduzione dello stipendio.
In tal caso, l’istituto potrà avvalersi della garanzia sul TFR. Se la capienza del trattamento di fine rapporto non sarà sufficiente, allora il cliente sarà tenuto a rimborsare il debito nella parte eccedente.
VANTAGGI DELLA CESSIONE DEL QUINTO
Il prestito con la cessione del quinto ha una serie di vantaggi per il richiedente che si possono riassumere nei seguenti punti:
è garantito e, quindi, è più facile da ottenere;
nel caso di lunga anzianità lavorativa, la cessione del quinto consente di ottenere importi alti;
i costi di accensione sono molto più bassi dei finanziamenti normali;
è a basso rischio di insolvenza, avvalendosi direttamente della busta paga;
Infine, è vantaggiosa anche per l’istituto finanziatore che può contare sulla garanzia del TFR e sul benestare del datore di lavoro o dell’Ente pensionistico, soggetti delegati a corrispondere direttamente le rate, oltre che sull’assicurazione obbligatoria.
QUALI SONO GLI SVANTAGGI DELLA CESSIONE DEL QUINTO
Uno dei principali svantaggi della cessione del quinto sta nella sua necessità di stipulare un’apposita copertura assicurativa, il cui contratto è obbligatorio. Questo elemento rappresenta una componente aggiuntiva in termini di spesa, che si affianca agli interessi sul prestito, alle spese accessorie, agli oneri di istruttoria e ad altri costi associati al credito al consumo.
Inoltre, vi è lo svantaggio dell’esclusione di molte categorie da questa misura. Basti pensare che, per quanto riguarda i dipendenti, sia del settore pubblico che privato, l’accesso al finanziamento è riservato solo a coloro che hanno un contratto di lavoro a tempo indeterminato.
In più, è necessario possedere un TFR (Trattamento di Fine Rapporto) di un certo ammontare, che viene vincolato come garanzia per il prestito. Di conseguenza, durante l’intero periodo di rimborso, non è possibile richiedere un anticipo sul proprio TFR. Questo può rappresentare un altro svantaggio da tenere in considerazione quando si valuta la cessione del quinto come opzione di finanziamento.